Edizioni ETS: Storia e politica
Le città nobili della Toscana granducale (secoli XVII-XVIII)
Cinzia Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 112
Il volume presenta innanzitutto alcune formulazioni del concetto di città nobili, a partire da quella proposta da Pompeo Neri; prosegue con quelle segnalate da altri autori, sia letterati sia giuristi, dalle quali emerge un'interessante varietà di opinioni. Fra i primi indica Sebastiano Fausto da Longiano, Girolamo Muzio Giustinopolitano, Paolo Mini, Annibale Romei, Paolo Paruta, Giovanni Battista Possevino. Degli apporti della giurisprudenza ricorda in primo luogo il "Commentarius de nobilitate et iure primigeniorum" di André Tiraqueau. Ricorda inoltre che dalla Glossa di Accursio emerge una definizione dalla quale discendono due ipotesi, luna restrittiva e l'altra estensiva. Bartolo da Sassoferrato fece propria quest'ultima, accettata anche da Giovanni della Piazza, Jacques Rebuffi, Bartolomeo Cipolla, Bon de Curtili, Luca da Penne. Il volume analizza poi le problematiche attinenti alla distinzione tra le città nobili «antiche» del Granducato di Toscana (Firenze, Siena, Pisa, Pistoia, Arezzo, Volterra e Cortona) e quelle «meno antiche» (San Sepolcro, Montepulciano, Colle, San Miniato, Prato, Livorno e Pescia). Esamina quindi, fra gli altri argomenti, il conflitto tra la legge toscana «per regolamento della nobiltà e cittadinanza» pubblicata il 1° ottobre 1750 e gli statuti dell'Ordine di Santo Stefano.
Uno spettro informe. Edmund Burke e l'«invenzione» della democrazia
Mauro Lenci
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 120
Questo libro illumina un tema attuale, quello delle origini storiche e analitiche della nostra concezione di democrazia liberale, per svelare come l'apporto di Burke sia stato importante nella sua costruzione e l'abbia condizionata fino alla nostra lettura odierna. Egli si è rivelato strategico, per comprendere le mutazioni nel significato di questa parola tra la pubblicazione delle "Reflections" e quella del capolavoro di Tocqueville. Burke, infatti, non solo bollò il tentativo di governo rappresentativo effettuato dai francesi col termine "democrazia", evocando antichi fantasmi, ma veicolò al suo interno nuovi contenuti che avrebbero contribuito a delineare del tutto negativamente quell'esperienza, al punto che coloro che invocavano delle riforme democratiche, durante tutta la prima metà dell'Ottocento, si sarebbero mostrati reticenti a pronunciarne il nome. Burke avrebbe accostato a questa parola tutta una serie di contenuti che delineavano un tipo di società sconosciuta agli antichi, antitetica alla galante civiltà dell'antico regime, e che non forniva alcuna garanzia di durare nel tempo.
La cultura politica britannica tra Ottocento e Novecento. Scenari interpretativi
Claudio Palazzolo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2015
pagine: 107
Dagli scritti della prima maturità di Coleridge agli scritti che fanno da cornice allo svolgimento della Grande guerra: le riflessioni contenute in questo volume coprono un secolo di storia del pensiero politico inglese, se non un "secolo lungo", un secolo che corrisponde all'estensione dei tempi dell'età vittoriana oltre gli anni del regno della Regina Vittoria (1837-1901). In questa estensione c'è il senso di una realtà intellettuale complessa come il disegno di un mosaico fatto di molte tessere: non solo (ultra)liberalismo e (ultra)utilitarismo ma facce diverse della tradizione liberale e utilitaristica destinate a confrontarsi e intrecciarsi con una diversa tradizione di pensiero, che da Carlyle ad Arnold, dalle riflessioni sul rapporto tra religione e politica alle varie anime della letteratura socialista, fa dell'organicismo i tratti necessari di una nuova cultura di società.
Giovanni Antonio Pecci e i suoi scritti sulla nobiltà
Cinzia Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2015
pagine: 166
Il volume si colloca nell'ambito di ricerche, per la maggior parte condotte su fonti archivistiche, volte ad esaminare i lineamenti storico-istituzionali dei ceti dirigenti toscani nell'età moderna. L'indagine verte, in questo caso, sulla personalità e sull'opera di Giovanni Antonio Pecci (1693-1768), uno storico e vigoroso polemista che si colloca tra i maggiori protagonisti della vita culturale del Settecento senese. Vengono dapprima ricostruiti il suo contesto familiare e il suo profilo biografico: da un lato, cioè, le origini e le gesta della sua famiglia, costellata di personaggi illustri (anche un Papa: Leone XIII), la cui presenza è documentata sin dal XIII secolo, e degli altri suoi quarti (Vannocci Biringucci, Pieri e Poli); dall'altro, l'ampio quadro della sua produzione, soprattutto, ma non esclusivamente, storiografica, edita e inedita, e la sua partecipazione alla vita pubblica cittadina. Vengono poi esaminati i suoi scritti dedicati allo studio dei caratteri e delle vicende della nobiltà - distinta, secondo la tradizione senese, in "assoluta" e "condizionata" - nonché il vasto ed acceso dibattito che ne conseguì. Alcune considerazioni conclusive sono volte, infine, a chiarire i tratti meno noti della sua personalità. Tre appendici documentarie completano il volume.
Lorenzo Nelli. Politica e magistratura nell'Italia post-unitaria
Danilo Barsanti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2015
pagine: 182
Oggi ben pochi conoscono Lorenzo Nelli (Campiglia Marittima 1809-Firenze 1878); eppure per quasi mezzo secolo fu una figura di assoluto rilievo nella magistratura e nella vita politica toscana e poi italiana. Nelli fu un uomo dotto di salda formazione umanistica, fu magistrato rigoroso in molti processi anche scottanti che la stampa pose con enfasi all'attenzione nazionale (contro l'ammiraglio Persano, Garibaldi, Nicotera, Lobbia, ecc.), ma soprattutto fu politico liberale di idee molto avanzate, vissuto in un difficile periodo di trasformazione del paese. Non a caso fu fondatore a Roma nel 1874 e vicepresidente del Circolo progressista, creato allo scopo di rinnovare le forze politiche e le istituzioni del paese. Per punirlo della sua indipendenza di giudizio, nel 1869 fu trasferito d'ufficio come procuratore generale dalla corte di appello di Firenze capitale a quella dell'Aquila. A questo punto preferì lasciare la magistratura per dedicarsi esclusivamente alla politica, dove invero aveva già operato nel 1849 e nel 1859 come membro delle assemblee toscane e dal 1861 al 1862 come deputato di Volterra al parlamento nazionale. Eletto nel collegio di Grosseto dal 1872 al 1878 tenne calda alla Camera con i suoi pacati e precisi interventi la "questione maremmana" (malaria, bonifiche, lavori pubblici, agricoltura, ecc.). Insieme fu fortemente impegnato nello studio delle più importanti riforme della sinistra costituzionale: codice penale, suffragio allargato...
Come nasce una nazione. La politica dei governi toscani dal 27 aprile 1859 all'annessione
Danilo Barsanti
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2014
pagine: 146
Il libro intende ricostruire le scelte politiche ed amministrative operate in Toscana dal 27 aprile 1859 al 21 marzo 1860 prima dal governo provvisorio di Peruzzi, che rimase in carica appena 15 giorni, e poi dal governo di Ricasoli. Sono undici mesi di "rivoluzione pacifica", che viene qui analizzata per la prima volta attraverso i provvedimenti adottati giorno per giorno in vari settori d'intervento (politica estera, legittimazione istituzionale, amministrazione, scuola e cultura, esercito, economia e finanza, lavori pubblici, rapporti fra stato e chiesa). Questo ambizioso piano politico, che era finalizzato alla formazione di uno stato italiano unitario sotto lo scettro costituzionale di Vittorio Emanuele II con conseguente realizzazione di un mercato nazionale, in cui collocare la Toscana nella salvaguardia di alcune sue tradizionali autonomie, doveva però fare i conti con i rapporti internazionali e con gli interessi delle grandi potenze. Risultò pertanto un periodo di difficile transizione, contrassegnato da speranze e delusioni, di cui furono protagonisti Ricasoli e altri moderati toscani che mostrarono grandi capacità nella gestione degli affari pubblici come esponenti di una classe dirigente matura e in grado di assumere responsabilità governative di alto profilo in un paese ancora dilaniato dalle fazioni per le scelte improvvide degli ultimi anni del granducato di Leopoldo II.
Quale Risorgimento? Interpretazioni a confronto tra fascismo, resiste nza e nascita della repubblica
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2013
pagine: 194
Nel ventennale scontro tra fascismo e antifascismo il Risorgimento è stato evocato da entrambe le parti, all'insegna di una divaricazione profonda nel modo di intendere le origini storiche e l'identità politico-culturale dell'Italia unita. La caduta del regime non ha esaurito la contesa, e il concetto di Risorgimento, come ha suggerito Silvio Lanaro, è stato sottoposto alle più "indebite torsioni", durante e anche dopo la Resistenza. Nelle differenti versioni su natura, caratteri e limiti della vicenda risorgimentale si sono rispecchiate le esigenze delle diverse parti politiche, in un complesso gioco di contrapposizione ideologica e autolegittimazione storica. La difficoltà di riconoscersi in un denominatore comune essenziale, se non in maniera estrinseca e rituale, non ha favorito il consolidamento della Repubblica in termini di valori condivisi. Ne è derivato un ulteriore motivo di difficoltà nel completare il faticoso cammino volto a "comporre" l'Italia in una solida compagine statuale.
Giuseppe Toscanelli. Er deputato de' pontaderesi
Danilo Barsanti
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2013
pagine: 166
Fervente patriota, esule a Torino nel 1849-50, simpatizzante garibaldino e uomo politico filounitario fu ininterrottamente deputato al parlamento italiano dal 1860 al 1891 per il collegio di Pontedera e di Pisa, militando prima nella destra storica, per poi passare nel 1876 senza alcun problema fra le file della sinistra di Depretis. Fu personaggio eccentrico, famoso per la sua proverbiale generosità (in meno di 30 anni dilapidò un patrimonio familiare di circa 4 milioni di lire) ed insieme un proprietario fondiario illuminato, che riuscì a trasformare la sua fattoria della Cava presso Pontedera in un grande centro produttivo di vino selezionato. Qui morì abbandonato da tutti il 27 febbraio 1891. Questo saggio completa la ricerca che l'autore sta effettuando da vari anni sui Toscanelli, cui ha dedicato un primo studio nel 2005 sulla famiglia e il suo ingente patrimonio, un secondo nel 2007 sulle memorie parlamentari di Nello, un terzo nel 2011 per la ristampa anastatica de "L'economia rurale" di Giuseppe e un quarto nel 2012 sulla produzione vinicola della fattoria della Cava. Il volume, infatti, con l'utilizzo di documenti archivistici e di discorsi parlamentari, ricostruisce il ruolo politico avuto da Giuseppe Toscanelli come patriota negli anni caldi del risorgimento italiano e poi come deputato al parlamento nazionale.
Il Leviatano invisibile. L'opinione pubblica nella storia del pensiero politico
Mauro Lenci
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2012
pagine: 184
Sin da quando si affermarono le prime democrazie rappresentative, all'epoca delle rivoluzioni americana e francese, ci si chiese come fare a conoscere la volontà del popolo negli intervalli che separavano un turno elettorale dall'altro. I cittadini, presenti in carne ed ossa al momento delle elezioni, sembravano scomparire subito dopo nelle viscere di un Leviatano invisibile che avrebbe ricevuto il nome di opinione pubblica. All'opinione pubblica tutti avrebbero prestato il proprio orecchio, dell'opinione pubblica tutti si sarebbero fatti interpreti. Da dove proveniva questa nuova creatura, qual era e qual è il significato di quelle due parole, quale il cammino che hanno compiuto sino ad oggi? Questi gli interrogativi a cui questo libro cerca di dare una risposta ripercorrendo, per grandi linee, il cammino del concetto di opinione pubblica dagli albori della storia del pensiero politico sino ai nostri giorni, caratterizzati dal dibattito sulla democrazia deliberativa e dalla discussione intorno alle possibilità inusitate aperte alla partecipazione politica dall'avvento dei nuovi mass media quali la radio, la televisione, il personal computer e le tecnologie comunicative dell'era di internet.
Leopoldo Tanfani Centofanti. Patriota, archivista, erudito
Danilo Barsanti
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2011
pagine: 128
Finanza pubblica, debito e moneta nel Granducato di Toscana (1814-1859)
Marco Cini
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2011
pagine: 276
Nella prima metà dell'Ottocento, i processi economici del Granducato di Toscana risultarono sensibilmente influenzati dalle modalità attraverso cui le istituzioni formali ed informali concorsero a plasmare i dispositivi monetari e le dinamiche finanziarie regionali. Il sistema monetario, rappresentando l'anello di congiunzione fra la finanza pubblica e l'economia reale, costituì indubbiamente il canale principale attraverso cui si propagarono le tensioni che periodicamente si manifestavano nelle due sfere sopra accennate. Un soccorso alle imperfezioni del mercato monetario fu apportato dall'edificazione di un articolato sistema bancario, che incise efficacemente sulle condizioni generali della liquidità, dando ordine al sistema dei pagamenti, riducendo il costo del denaro e favorendo le transazioni commerciali. A conferire stabilità al sistema economico concorse anche la politica fiscale del governo, la cui moderazione permise agli operatori economici di disporre di livelli di liquidità più elevati. L'equilibrio realizzatosi negli anni della Restaurazione - conseguito tuttavia al prezzo di incrementare notevolmente l'indebitamento statale - fu irreversibilmente alterato dall'irrompere della crisi del 1848-1849, in seguito alla quale lo Stato e i molteplici attori economici iniziarono ad esercitare congiuntamente sul mercato monetario regionale una crescente pressione, che il medesimo, per come era strutturato, non era assolutamente in grado di sostenere.
Le studentesse dell'Università di Pisa (1875-1940)
Annamaria Galoppini
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2011
pagine: 428
Studiando i problemi della condizione femminile, come vado facendo da molto tempo, era naturale incontrare quello dell'accesso delle donne all'istruzione, in particolare all'istruzione superiore, nel quale le esponenti del movimento di emancipazione (prima fra tutte, Anna Maria Mozzoni) avevano visto il mezzo (insieme con il lavoro extradomestico) per liberare le donne dalla loro plurisecolare inferiorità civile e politica. L'occasione mi è venuta dalla "Festa della Toscana", dedicata dalla Regione nel 2002 alla storia delle donne, nella sua dimensione regionale e nelle sue articolazioni locali. In una città come Pisa, la storia dell'istruzione femminile superiore si salda con quella della sua antica e celebre Università. Lunghe indagini archivistiche e documentarie mi hanno portato ad elaborare elenchi di iscritte e di laureate e diplomate, con statistiche, grafici e tabelle sulla situazione delle studentesse pisane fino al 1940 e, su questa base, a costruirne la storia. Si è venuto così a delineare anche un profilo di storia dell'Università pisana, in quegli stessi anni: una storia, allo stato, tutta da scrivere.