Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Einaudi: I millenni

Antologia palatina. Testo greco a fronte. Volume Vol. 1

Antologia palatina. Testo greco a fronte. Volume Vol. 1

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2022

pagine: LVIII-526

L'Antologia Palatina è il deposito finale della grande lirica greca. Adunata a più riprese tra i secoli dell'impero romano e il medioevo, comprende nei suoi sedici libri centinaia di autori e migliaia di epigrammi, sparsi in un arco di tempo che va dalla Grecia arcaica ai cristiani e all'impero bizantino, ed ha nell'età ellenistica il suo momento di maggior forza. Avviata lentamente nei primi libri, dedicati a iscrizioni e prefazioni, l’Antologia spiega tutta la sua bellezza nel quinto, con i trecento carmi erotici di indicibile fascino dovuti a maestri quali Callimaco e Asclepiade, Meleagro e Filodemo, fino a Paolo Silenziario. Ancora il settimo libro contiene delicati epigrammi sepolcrali, e poi vengono quelli descrittivi di luoghi, di edifici, di oggetti, della natura e della vita; e poi quelli simposiaci, e quelli satirici, e gli indovinelli, e gli oracoli… sfilano le etere e i giovinetti, i guerrieri e i potenti, i santi e i diseredati, le ore tristi del lutto e quelle folli del banchetto, spaccati dell’esistenza e riflessioni gioconde o amare… Il favore dei lettori, incantati da questo che fu definito «il libro d’oro», non lo ha mai abbandonato. La perfezione poetica delle pagine della Palatina ha abbagliato il Cinquecento europeo, la sua ricchezza sentimentale ha attratto l’Ottocento e i toni sensuali hanno affascinato i Decadenti. Quella che qui si pubblica, a fronte del testo originale, è tuttavia la prima versione italiana completa. Dovuta all’esperienza e al gusto di Filippo Maria Pontani, questa impresa colossale completa il panorama dell’intera lirica greca antica, uno dei momenti più alti della poesia d’ogni tempo.
85,00

Antologia palatina. Testo greco a fronte. Volume Vol. 2

Antologia palatina. Testo greco a fronte. Volume Vol. 2

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2022

pagine: 546

«Ospite, presso la tomba passando, / non dire che morta son io, / mitilenese cantatrice. / Opera d’uomini è questa: travolti / da rapido oblio i lavori degli uomini / periscono. / Ma se riguardo alle Muse tu valuti me, / che d’ognuna un fiore posi / nei miei nove libri, / tu capirai che dal buio dell’Ade fuggii, / che di Saffo poetessa / il nome a nessun sole manca». (Tullio Laurea). «L’uomo non valutarlo dal marmo: / modesta la tomba in vista, l’ossa / d’un grand’uomo cela. / Questi è Alcmane, saprai, che di Sparta / vibrava le corde, che nove Muse / stimano sublime. / V’è fra i due continenti la disputa: / lido? spartano? Piú d’una madre / c’è per i poeti». (Antipatro di Tessalonica). «Poco mangiai, poco bevvi, malato / fui spesso; alla fine, tardi, morii. / Che il diavolo vi porti!» [Simonide].
85,00

L'amore nei pazzi e altri scritti (1851-1909)

L'amore nei pazzi e altri scritti (1851-1909)

Cesare Lombroso

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2022

pagine: 792

Lombroso è stato uno degli italiani più celebri al mondo nella sua epoca, una figura di grande spicco nel panorama del positivismo europeo di fine e inizio secolo. Ma dopo la sua morte il suo pensiero è stato perlopiù ridotto alle teorie sull'atavismo, liquidato in toto o irriso (e in quanto ebreo, il fascismo ha cancellato ogni sua traccia dalla toponomastica e ogni scultura commemorativa dai luoghi pubblici). Con questo volume si vuole proporre un'immagine più sfaccettata di Lombroso a partire da testi meno noti. Alberto Cavaglion ci propone il Lombroso divulgatore, giornalista, poligrafo che si occupa di medicina sociale, ma anche di architettura, di politica, di questioni giuridiche, di storia, linguistica e letteratura. Un ritratto intellettuale molto diverso e, dal punto di vista della scrittura, molto più piacevole rispetto a quello conosciuto attraverso i suoi controversi saggi accademici. Il volume, che ripercorre un ampio arco temporale (dal 1851 al 1909, poco prima della morte) inizia con le pagine più intime: quelle dal diario giovanile, le lettere alla fidanzata che poi diventerà moglie, le pagine autobiografiche. Poi si ripercorre la vasta gamma dei suoi interessi intellettuali, dalla passione per la filologia e la letteratura alla musica, dalla politica (socialista moderato) agli interventi sull'antisemitismo. Non mancano pagine sulla medicina sociale e quelle tratte dal giornale che Lombroso aveva organizzato nel manicomio di Pesaro, facendo collaborare i pazienti. E naturalmente i suoi studi sulla follia in rapporto alla criminalità e alla genialità, ma sintetizzati in pubblicazioni divulgative mai riprese prima d'ora. Il volume comprende anche un saggio di Silvano Montaldo sulla storia della collezione di reperti anatomici, antropologici e criminologici avviata in vita da Lombroso e diventata poi il museo torinese a lui dedicato.
85,00

Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo

Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo

Luigi Lanzi

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Einaudi

anno edizione: 2022

pagine: 2088

Edita nel 1792 e poi progressivamente ampliata fino al 1809, la Storia pittorica della Italia di Luigi Lanzi supera per la prima volta il modello storiografico-biografico di Vasari e Bellori a favore di quello delle scuole pittoriche, che tanta fortuna avrà nelle epoche successive fino ai giorni nostri. Inoltre si avvale di capillari ricognizioni sul campo che hanno permesso una concreta analisi dei quadri come mai era stata attuata in precedenza. La Storia pittorica è una fonte essenziale per la storia dell'arte italiana dal Duecento alla fine del Settecento, ma anche un testo ricchissimo di suggestioni culturali, che gli studi più recenti hanno contribuito a mettere in luce, toccando i rapporti di Lanzi con gli artisti contemporanei e il gusto neoclassico, con le altre storiografie coeve (per esempio il Tiraboschi per la storia letteraria) e con le vicende letterarie e politiche dei suoi giorni. Questo Millennio presenta due saggi introduttivi che ricostruiscono la figura intellettuale di Lanzi, la storia delle edizioni dell'opera e della sua ricezione nelle varie epoche, nonché un ampio commento, opportuni apparati critici e imponenti indici. Inoltre, trentadue tavole fuori testo danno conto del gusto estetico di Lanzi, offrendo una carrellata dei suoi artisti e quadri prediletti.
150,00

Artù, Lancillotto e il Graal. Volume Vol. 3

Artù, Lancillotto e il Graal. Volume Vol. 3

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2022

pagine: 904

Lettrici e lettori che siano arrivati fin qui, nel loro percorso attraverso le pagine del ciclo di Lancillotto e del Graal, avranno già oltrepassato la metà dell'immenso edificio narrativo. Dopo gli antefatti della Storia del Santo Graal e le storie di Merlino e del giovane Artú (vol. I), le prime due sezioni del grande romanzo centrale, il Lancillotto del Lago (vol. II), hanno seguito il migliore dei cavalieri dall'infanzia presso la Dama del Lago e dall'arrivo alla corte di Artù attraverso le sue mille avventure, l'amore ricambiato per la regina Ginevra, l'amicizia con Galehaut, l'odio di Morgana, l'ammissione alla Tavola Rotonda, le guerre, i tornei, le foreste e gli incantamenti. A metà del romanzo, nella pagina che chiude il volume precedente di questa edizione, quel mondo sembra essere arrivato a un punto di non ritorno, con la tragica morte di Galehaut. Il re delle Isole Lontane, che pur essendo in grado di sconfiggere Artù gli si era sottomesso solo per amore di Lancillotto, e che aveva avuto poi un ruolo decisivo nel favorire la reciproca dichiarazione d'amore e il primo bacio tra lui e Ginevra, l'amico che aveva assicurato a Lancillotto in ogni momento un punto d'appoggio sicuro nel suo complesso rapporto con la corte arturiana, muore di dolore, credendo che il suo amico sia morto. Questo snodo dell'intreccio era necessario per introdurre la vicenda della carretta, la prova infamante a cui Lancillotto si sottopone per salvare Ginevra, rapita dal crudele Meleagant: l'episodio, con cui inizia la seconda metà del romanzo in prosa, era stato infatti oggetto del celebre romanzo in versi di Chrétien de Troyes, Le chevalier de la charrette (1180 ca.), il primo a noi noto che abbia Lancillotto come protagonista, e in quel romanzo la figura di Galehaut non è menzionata. L'autore del Lancillotto del Lago introduce qui l'episodio (CVII-CXIII), quando Galehaut è morto ma Lancillotto ancora non lo sa: lo apprenderà solo in seguito, quando troverà la sua tomba (CXX). Con questo accorgimento il romanzo in prosa può inserire l'episodio della carretta seguendo il celebre precedente quasi alla lettera, sfruttando la fama di Chrétien ma allo stesso tempo incastonando quel singolo exploit, ben noto al suo pubblico, nella complessa storia del protagonista. Dopo aver appreso della morte di Galehaut in realtà Lancillotto non sarà più lo stesso: per due volte, sebbene inconsapevolmente, tradisce Ginevra, è costretto a fare i conti con i propri limiti, che gli impediranno, a lui il cavaliere migliore del mondo, di essere il predestinato all'impresa del Graal, e in più d'un'occasione si abbandona alla follia (incarnando un modello ben presente all'Ariosto per la pazzia di Orlando). E con la trasformazione del suo protagonista, il romanzo prende un andamento diverso. Dalla Premessa di Lino Leonardi.
90,00

Le metamorfosi. Testo latino a fronte

Le metamorfosi. Testo latino a fronte

P. Nasone Ovidio

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Einaudi

anno edizione: 2022

pagine: 1472

"Nell’incipit delle Metamorfosi Ovidio dichiara con lucida concisione l’argomento del poema: «L’animo mi spinge a cantare le forme mutate in nuovi corpi...» Subito dopo, nel corso dello stesso v. 2, si saggia lo spettro semantico di mutare. Invocando l’ispirazione divina sui suoi progetti (coeptis) il poeta insinua, con un rapido slittamento metalinguistico («avete mutato anche quelli»), che di origine divina sia anche il mutamento della propria attività e della propria carriera poetica. Sarà bene ricordarsi di questo lampo polisemico, quando nel libro XV si approssima il termine del carmen perpetuum, che dai primordi del caos giunge fino all’impero di Augusto, e proprio la categoria del mutamento è collocata al centro del discorso di Pitagora, che ne fa il puntello di due forti posizioni ideologiche, tra loro collegate: la metempsicosi, o rinascita dell’anima dopo la morte novis domibus (XV, 159), cioè in un nuovo corpo, proprio come recitava l’incipit, e il vegetarianismo, misura prudenziale contro il rischio che il nuovo corpo sia quello di un animale. Ma nel potente respiro di un linguaggio indebitato con Lucrezio, ancorché divergente per molti contenuti, il principio che omnia mutantur (XV, 165) si allarga alla struttura globale dell’universo: nel tempo, inarrestabile come un fiume, cuncta novantur (XV, 185), a cominciare dall’alternanza tra notte e giorno e tra sole e luna e dalla successione delle stagioni, per poi proseguire con le epoche della vita umana, nel suo processo di sviluppo e successivo declino. (...) Non sembra ragionevole dubitare che il discorso di Pitagora costituisca nel suo insieme l’attribuzione di un senso unitario all’insieme delle metamorfosi della persona in animale, vegetale o minerale, che sono oggetto del discorso poetico, inquadrandole nel genere prossimo del mutamento; quello che manca è invece il riferimento alla differenza specifica, consistente nel fatto che, mentre il sistema descritto da Pitagora è governato da un ritmo fisiologico (o a questo assimilabile), che consente di trarre conseguenze certe da premesse dotate di valore complessivo, la trasformazione che i personaggi di Ovidio subiscono rappresenta una rottura, un evento inatteso e saliente rispetto a vicende di vita ordinaria, che viene spesso veicolato dal ricorrere della parola mirum, «che suscita meraviglia». Ciò potrebbe far pensare al profilo del poema come un insieme di situazioni polarizzate fra un linguaggio neutro, connettivo, interlocutorio o al massimo preparatorio, e un’esplosione di senso, o forse di nonsenso, un profilo piatto intercalato da punte che si ripresentano a intervalli non regolari. Quello che abbiamo di fronte nell’affascinante lettura è qualcosa di molto diverso, che fa onore alla definizione di carmen perpetuum: un’unità insieme fusa e fluida che fa appena avvertire le giunture episodiche, che scavalca con macro-enjambement la stessa partizione in libri, che esplora il gusto inesauribile del narrare in tutte le sue pieghe, comprese quelle ritagliate nelle scatole cinesi del racconto nel racconto. Credo che questo risultato discenda soprattutto dalla riduzione, o traduzione, della metamorfosi da alterità assoluta a un rapporto di mutua comprensibilità e comunicazione col quotidiano." (dall’Introduzione di Guido Paduano).
120,00

Bibbia

Bibbia

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Einaudi

anno edizione: 2021

pagine: 3920

Progetto e direzione: Enzo Bianchi. La nuova edizione Einaudi della Bibbia si caratterizza innanzitutto per la nuova traduzione, non confessionale, frutto del lavoro di un'équipe di filologi ed esegeti fra i più autorevoli al mondo, profondi conoscitori dell'ebraico, dell'aramaico e del greco. Una traduzione che vuole rendere accessibile il testo biblico al lettore odierno, ma senza omogeneizzare le sue asperità linguistiche, culturali e teologiche. «La Bibbia è sempre disponibile a una lettura infinita, e non solo per le interpretazioni che sono sempre molte, come testimonia tutta la copiosissima letteratura dei commenti biblici, ma infinita perché diventa diversa a partire da chi la legge. Ci sono letture diverse nella fede ebraica, letture diverse nella fede cristiana, letture diverse di chi non è credente né in Dio, né in Gesù Cristo e legge la Bibbia come «il grande codice» secondo la ben nota espressione di Northrop Frye. Grande codice della cultura occidentale soprattutto, ma non solo! Per il non ebreo e il non cristiano, la Bibbia non contiene «la parola di Dio», ma resta una testimonianza scritta del pensiero umano che si esprime imputando al soggetto «Dio» parole e azioni che hanno un significato alto per l’umanità. Ma non si dimentichi che nella lettura della Bibbia anche il credente non potrà fare a meno di tutti gli strumenti umani necessari per leggerla, interpretarla e comprenderla. Nella lettura infinita c’è un cammino comune del credente e del non credente che deve assolutamente essere messo in rilievo e praticato senza sospetti. D’altronde, le chiese oggi riconoscono che la Bibbia, pur contenendo la parola di Dio, è innanzitutto parola umana, che gli autori sono autori umani, e che la Bibbia è un testo che va interpretato rifuggendo ogni lettura fondamentalista. Oggi possiamo dire che la Bibbia è la biblioteca che non divide, non separa, non apre a fondamentalismi, chiede l’affermazione della diversità, delle pluralità e dunque del dialogo perché essa è strutturalmente dialogica!» (dalla Prefazione di Enzo Bianchi)
240,00

Fra antropologia e storia dell'arte. Saggi, conferenze, frammenti

Fra antropologia e storia dell'arte. Saggi, conferenze, frammenti

Aby Warburg

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2021

pagine: LXXIV-726

"A leggere la vastissima bibliografia critica – e spesso agiografica – su Aby Warburg, si ha l'impressione che la sua opera, edita e inedita, cosí spesso citata, ricordata e utilizzata. sia tuttora avvolta da una luce crepuscolare, da quella che Nietzsche avrebbe chiamato «una notte di alberi scuri». L'intento di questa silloge, che raccoglie saggi, frammenti, conferenze, è delineare un orizzonte piú nitido della sua ricerca, spesso cosí frammentaria, muovendo dagli interrogativi fondamentali che l'autore si è posto, e dalle funzioni che egli ha di volta in volta assegnato ai suoi scritti. È un tentativo – pur sempre parziale – di cogliere il senso e lo sviluppo del suo pensiero attraverso l'esercizio tipico e "violento" dell'interprete e del traduttore, che si fonda su un lavoro storico e filologico, e che si prefigge di contribuire a corrodere immagini scontate o ricorrenti mitologie. Detto altrimenti: si tratta di far emergere quella capacità di vedere in grande che un autore come Warburg richiede e pretende, visto che la sua riflessione è come una ragnatela che egli ha tessuto e tenacemente sviluppato e infittito nel corso della sua intera vita. Una ragnatela che si prefiggeva di indagare le modalità espressive che stanno a fondamento dell'orientamento umano e che sono oggettivate nei linguaggi, nei simboli, nei segni e nelle immagini. Perciò Warburg si era proposto di ampliare e amplificare la vita psicologica dell'uomo attraverso quel metodo che ha definito come psicostorico. Ma forse è destino dei grandi pensieri non comprendere fino in fondo se stessi. E Warburg è andato appunto spesso ben oltre le intenzioni che si era prefisso. Ciò spiega – almeno in parte – perché la sua opera sia stata modificata da tutti i presenti che si sono accavallati, e che non hanno esitato a interpretare e a disancorare il suo lascito dal contesto in cui era maturato. Certo è che senza decodificare il suo particolarissimo linguaggio è arduo cogliere come la sua produzione scritta e la sua attività volta a fondare la celebre Biblioteca siano connesse, siano nel loro insieme simili a un macrotesto che deve essere ricostruito e collegato internamente. Per penetrare il senso dei testi warburghiani occorre dunque adeguarsi alla mobilità delle formulazioni, distinguere ciò che è essenziale dal contingente, individuare in divenire la sua opera". (dall'Introduzione di Maurizio Ghelardi)
85,00

Anima mundi. Scritti filosofici

Anima mundi. Scritti filosofici

Marsilio Ficino

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2021

pagine: 600

I poeti e i pittori a lui contemporanei lo ritraevano come un novello Orfeo che aveva saputo scendere nei recessi dell'antichità per riportare alla luce la vera sapienza. Marsilio Ficino è l'intellettuale più influente della famosa cerchia medicea intorno a Cosimo (che Marsilio considerava un secondo padre) e poi a Lorenzo il Magnifico. Punto di riferimento imprescindibile, prima da emulare poi da contrastare, per Pico. Spesso associato al neoplatonismo, che grazie a lui in effetti diventò la «moda» filosofica degli anni Settanta-Ottanta del Quattrocento in tutta Italia, Ficino ha un percorso molto piú variegato e complesso. Questa antologia dei suoi scritti (opere e lettere) prova per la prima volta a dar conto dell'evoluzione del suo pensiero. A partire dall'epicureismo degli anni giovanili, quando il filosofo fiorentino faceva della voluptas il vero motore del mondo, alle più originali sintesi di platonismo e aristotelismo, fino al pensiero magico-ermetico dell'età matura. Compresa l'iniziale infatuazione savonaroliana e la furiosa invettiva finale contro il frate domenicano finito sul rogo. Un percorso punteggiato da un apparato iconografico che presenta alcuni capolavori della pittura tardo-quattrocentesca, tutti strettamente legati alla biografia o ad alcuni passaggi delle opere di Ficino.
85,00

Artù, Lancillotto e il Graal. Volume Vol. 2

Artù, Lancillotto e il Graal. Volume Vol. 2

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2021

pagine: 896

Nella pagina con cui si è concluso il primo volume di questa serie, dopo l'addio di Merlino imprigionato dall'amata Niniane, è annunciata al lettore la nascita di Lancillotto. Così le grandiose vicende narrate nei tre romanzi che introducono il ciclo (Storia del Santo Graal, Storia di Merlino, Seguito della storia di Merlino) trovano il loro punto di arrivo in un nuovo inizio. Lancillotto sarà il protagonista del romanzo più lungo della serie, di estensione mai prima sperimentata nelle letterature in volgare. Attraverso la sua vita, la sua infanzia e formazione, le prime imprese e la scoperta del suo nome e del suo casato, l'arrivo alla corte di Artù e l'innamoramento per Ginevra, l'entrata nella cavalleria e le infinite prodezze di armi e di generosità nel nome della regina, l'amicizia con Galehaut, il rapporto con Gauvain e con gli altri cavalieri della Tavola Rotonda, le avventure lontano dalla corte, in incognito, le imprese impossibili, i momenti di follia quando pensa di non essere amato da Ginevra, il ruolo decisivo nelle guerre di Artù, il concepimento del figlio Galaad dalla figlia del custode del Graal che lo ha ingannato con un filtro, l'impossibilità di attingere il Graal per il peccato con la regina: attraverso la sua vita si intrecciano tutte le vicende del mondo arturiano, di cui la trilogia iniziale era stata come la preparazione. Il lettore è dunque chiamato a disporsi su una lunghezza d'onda diversa da quella del primo volume. Lo aspettano duemila pagine, in cui la traccia principale delle avventure di Lancillotto si interseca con altre innumerevoli linee di racconto, tra castelli e foreste, damigelle e draghi. Accettando di perdere talvolta il filo dell'intreccio, si entra a poco a poco in un'atmosfera fantastica in cui la potenza dell'amore per Ginevra agisce come motore segreto di ogni azione dell'eroe, e determina in modo sotterraneo ogni evento del mondo arturiano. (...) L'andamento della prosa è regolato da una serie di moduli ricorrenti, per i duelli alla lancia o alla spada, per gli incontri fortuiti e le descrizioni dei castelli e delle foreste, per le manifestazioni della gioia o del dolore: sono i moduli formulari che proprio nel Lancillotto del Lago hanno visto una loro prima elaborazione, poi grammaticalizzata nella prosa narrativa che da questo romanzo prende le mosse. Ma al di là dei modelli retorico-sintattici che strutturano il tessuto connettivo della narrazione, l'ignoto autore del Lancillotto si segnala per la straordinaria intensità con cui è in grado di presentare sia le azioni sia le emozioni. La delicatezza del colloquio tra Ginevra e Lancillotto nel loro primo incontro, la fulminea serie di prodezze di Lancillotto dopo la sua follia, la meschinità di Artú nel rapporto con la Falsa Ginevra, l'entusiasmo dei progetti di Galehaut per un futuro impossibile, l'imbarazzo di Lancillotto di fronte alla seduzione della damigella di Morgana, sono solo alcuni esempi delle diverse tonalità di registro che si alternano da un episodio all'altro.
90,00

Lettere dal carcere

Lettere dal carcere

Antonio Gramsci

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2020

pagine: 1257

Lettere dal carcere è un libro unico. Forse interminabile. E un libro postumo, la cui prima edizione ho sotto mano, un libro di famiglia, come lo è per non poche famiglie italiane. La sua storia, come spiega Francesco Giasi nell'introduzione, inizia il giorno dopo la morte del suo autore, avvenuta a Roma il 27 aprile 1937. La prima edizione contava 218 lettere. Qui sono 511, di cui 12 inedite. E la storia personalissima di un pensiero conteso fra logiche di apparato, libertà di visione, dolore e tenacia di impegno. Le lettere corrono parallele alla stesura dei Quaderni del carcere, che rappresentano a loro volta una delle vette del pensiero saggistico italiano del Novecento, tradotti e studiati in tutto il mondo. Ne costituiscono il parallelo esistenziale e, forse, la premessa e la condizione. In tutte le sue edizioni, per merito dei o nonostante i suoi curatori, Lettere dal carcere è sempre apparso al suo lettore non come un libro-archivio, ma come un'opera compiuta e autonoma, perché autoritratto di un pensiero vivente nel suo divenire, nel suo dispiegarsi, ma anche nella sua novità radicale. L'ultima lettera della prima edizione (qui 442) era diretta al figlio Delio: «... mi sento un po' stanco e non posso scriverti molto. Tu scrivimi sempre e di tutto ciò che ti interessa nella scuola. Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti piú uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono tra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi non può non piacerti piú di ogni altra cosa. Ma è cosí?». Con un album fotografico.
90,00

Artù, Lancillotto e il Graal. Volume Vol. 1

Artù, Lancillotto e il Graal. Volume Vol. 1

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2020

pagine: XXXVI-1116

"Il ciclo di romanzi in antico francese che gli specialisti conoscono con il titolo 'Lancelot-Graal', o ciclo della Vulgata, non è mai stato tradotto integralmente in italiano in epoca moderna, nonostante sia una delle opere più grandiose del Medioevo europeo, e abbia esercitato uno straordinario influsso sull'immaginario narrativo della cultura occidentale. Di autore ignoto, forse più autori al lavoro insieme, composta nei primi decenni del XIII secolo in una località imprecisata della Francia del Nord, non incardinata né sui miti del mondo greco-romano né sul confronto tra il mondo cristiano e il mondo islamico, la Vulgata non sembra possedere i connotati che definiscono un classico secondo i parametri correnti, e di fatto non è stata ancora pienamente riconosciuta come tale. Non è tra le opere entrate nei canoni della modernità letteraria, non è tradotta in molte lingue, anche in Francia è entrata nella collana della Pléiade solo pochi anni fa. Eppure è in questa successione di romanzi che per la prima volta trova una struttura compiuta, e riesce quindi a porsi come nuova fonte mitologica, un mondo narrativo la cui potenza è rimasta memorabile fino a oggi. Non solo il bacio dell'amore tra Lancillotto e Ginevra, o il regno di Artù e le magie di Merlino, ma il potere di Escalibur, la spada nella roccia, l'equilibrio utopico della Tavola Rotonda, l'idea dell'avventura come condizione del cavaliere errante, le foreste e i draghi, le damigelle e i giganti, la gratuità e la follia dell'amore e dell'amicizia, e infine l'intreccio di questo mondo con le tragedie della guerra e soprattutto con il mito del Graal, che a partire dal nostro ciclo diventa il riferimento originario – in quanto strumento eucaristico dell'Ultima Cena – della storia cristiana, e insieme il segno escatologico del suo compimento. L'efficacia di questo nuovo sistema articolato di racconti fantastici si è manifestata, oltre che nel successo del ciclo in quanto tale, anche e anzi soprattutto nella fortuna di alcune sue componenti e nella capacità di offrire materia inesauribile alla letteratura per i secoli a venire. A partire dall'invenzione del 'Lancelot-Graal' vedono la luce gli altri grandi cicli di poco successivi, il 'Tristan en prose' e il 'Guiron le Courtois', e da questo bacino tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento Boiardo e l'Ariosto reinventeranno il poema cavalleresco, incrociandolo con la materia epica nel nome di Orlando. (…) Questa incredibile fecondità tematica del mondo arturiano così come fu per la prima volta organizzato nel Lancelot-Graal si deve anche a un fattore del suo successo che è sicuramente meno noto, ma che ha svolto un ruolo non secondario nello sviluppo della narrativa europea moderna. È infatti nei romanzi del nostro ciclo che si sperimentano per la prima volta, con un'estensione fino ad allora impensabile, i meccanismi narrativi della prosa di finzione in una lingua volgare. La gestione dei personaggi e dei loro rapporti, le sfumature dei dialoghi e dei monologhi interiori, l'intreccio di più piani concomitanti dell'azione, l'organizzazione del tempo narrato e delle sue diverse velocità, l'interazione fra il romanzo-biografia e il romanzo-mondo, sono elementi costitutivi della narrazione moderna che nel ciclo arturiano trovano il loro già organico fondamento. Nel dibattito sulle origini del romanzo, il genere per eccellenza con cui il sistema culturale occidentale ha tentato di interpretare letterariamente la realtà dell'uomo e della storia, la Vulgata occupa un posto di tutto rilievo". (dall'Introduzione di Lino Leonardi)
90,00

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.