Franco Angeli: Filosofia del diritto
Giustizia dialogica. Luci e ombre della Restorative Justice
Federico Reggio
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2010
pagine: 240
In un momento in cui viene da più parti sottolineato lo stato di crisi che investe la giustizia penale nei presupposti e nelle prassi applicative, stanno suscitando sempre maggiore interesse le proposte della Restorative Justice: una corrente di pensiero che, pur con diverse articolazioni, pone l'accento sulla dimensione riparativa della pena. Rivendicando una maggiore attenzione alla lesione che il reato ha concretamente posto in essere, e quindi anche alle persone direttamente coinvolte, la Restorative Justice propone un netto cambiamento di prospettive nel modo di intendere la sanzione e la sua determinazione. Essa rappresenta anzitutto un invito a ripensare la ragion d'essere, le finalità e i limiti della risposta al reato, mettendo in discussione molti dei presupposti di pensiero che hanno caratterizzato la visione moderna e contemporanea della giustizia penale. Il presente studio intende innanzitutto offrire una presentazione della Restorative Justice, ricostruendone gli elementi costitutivi, i principali modelli applicativi e le origini culturali; esso inoltre sottopone a vaglio critico alcuni luoghi comuni intorno ai quali si costruiscono le principali argomentazioni proposte dai sostenitori del paradigma restorative. Quest'ultima analisi mira a verificare la reale unitarietà di tale teoria e a far emergere concetti e strutture argomentative che permettano alla Restorative Justice di collocare la sua carica propositiva entro una cornice filosofica rigorosa.
Apparenze. Accertamento giudiziale e prova scientifica
Stefano Fuselli
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2009
pagine: 152
Causa ed effetto: un nesso tanto banale e scontato nella mentalità comune quanto altamente problematico nel sapere scientifico e filosofico. Come si fa a parlare ancora di nessi eziologici quando ormai, nelle diverse forme del pensiero colto, sembra impossibile approdare a leggi capaci di fondare i fenomeni in modo universale? Il problema è profondamente avvertito anche nell'ambito del discorso giuridico. Sono ormai trascorsi più di cinque anni dal momento in cui la Corte di Cassazione ha stabilito che la certezza assoluta è un'utopia quando si tratti di affermare se una data condotta sia o meno la causa di un dato evento. Ed ecco formularsi, al posto della certezza, la nozione di "credibilità razionale": che allude pur sempre ad un criterio che ha a che fare con l'attività di accertamento, ma non ne configura un risultato indiscutibile. Si delinea un tema: riflettere sulle "apparenze" di cui è intessuto il credibile, per meglio comprendere, da un lato, i limiti ai quali l'accertamento giudiziale è consegnato, ma anche, dall'altro, quanto nei procedimenti delle corti non è né accidentale, né arbitrario.
La ragionevolezza dei privati. Saggio di metagiurisprudenza esplicativa
Silvia Zorzetto
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2008
pagine: 336
Nel diritto italiano il tema della ragionevolezza, da tempo oggetto d'attenzione dei costituzionalisti e degli amministrativisti, affiora oggi sempre più spesso anche in ambito civilistico e penale. In particolare, sono di grande interesse i suoi impieghi attuali nelle discussioni sul contratto e sulle fonti di origine privata. C'è chi sostiene che la ragionevolezza sia una formula vuota usata per coprire conclusioni ad hoc, mentre altri la ritengono un concetto fecondo; si discute inoltre se essa abbia un significato unitario e quale esso sia. Ragionevole sembra essere ciò che è del tutto ovvio e fuori discussione, ma è anche il risultato della comparazione tra le ragioni rilevanti a una questione pratica che è ragionevole discutere. La ragionevolezza, dunque, riguarda anche se stessa. Si potrebbe perciò dire che il carattere ricorsivo della ragionevolezza dissolva l'idea o, per meglio dire, l'ideologia che essa abbia una essenza contraddittoria. Proprio a partire da tale intuizione, questo libro mira a realizzare una chiarificazione concettuale mediante un'indagine sulle premesse filosofiche del ragionevole giuridico. Sebbene infatti la ragionevolezza sia una parola di senso comune, per individuarne il significato e i limiti è necessario guardare alla storia delle idee e all'elenco dei valori che sono sempre impliciti nel giudizio sul ragionevole.
Positività e giurisprudenza. Teoria e prassi nella formazione giudiziale del diritto
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2012
pagine: 288
Il tema della positività giuridica è stato recentemente riproposto negli studi di filosofia del diritto auspicandone una riformulazione concettuale in un momento, qual è quello presente, di grande dinamismo ed ulteriore scuotimento delle categorie tradizionali. Infatti, la sovranazionalità, il globalismo, l'interazione sociale tecnologizzata e virtualmente universale dell'esperienza giuridica hanno determinato una crisi tanto profonda della monolitica identità del garante ultimo della positività del diritto moderno, e cioè lo Stato, da potersi dubitare addirittura della sua capacità di veicolare ancora significati autenticamente condivisi anche tra gli operatori pratici. In questa situazione, accade che la crisi "a monte" dell'edificio del diritto moderno si traduca in un crescendo di aspettative di certezza "a valle", cioè nei confronti del lavoro del giudice che viene così a supplire non, patologicamente, in questo o quell'ambito particolare dove il legislatore si fosse mostrato tardivo o inefficiente, bensì fisiologicamente come unico "vero" positivizzatore del diritto, con conseguente acutizzazione del problema del controllo logico e giuridico dell'opera della giurisprudenza. I saggi contenuti in questo volume indagano nella teoria le matrici culturali e filosofiche della fragilità del progetto moderno della positività giuridica e discutono nella prassi alcune manifestazioni contemporanee della sua crisi.
Ordo iuris. La nascita del pensiero sistematico
Maurizio Manzin
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2012
pagine: 176
La contradizion che nol consente. Forme del sapere e valore del principio di non contraddizione
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2010
pagine: 264
L'allentarsi e in qualche caso il dissolversi dei confini fra i diversi saperi prodotto dalle epistemologie del Novecento, la conseguente nascita di numerose discipline borderline, l'impatto della tecnoscienza sulle forme standardizzate di ordinamento delle scienze: tutto ciò favorisce da tempo le occasioni di dialogo e di collaborazione fra studiosi di provenienza eterogenea. Nel caso di questo libro, filosofi e teorici del diritto, filosofi dell'età moderna e contemporanea, logici matematici, logici formali, giuristi informatici, storici della scienza, filologi e glottologi, hanno dato vita a una raccolta di studi intorno al problema del principio di non contraddizione. Dalla formulazione aristotelica, passando per Hegel, sino alle questioni implicate dal tipo di ragionamento che si vorrebbe applicato dai giudici nella sentenza, questi ed altri temi sono affrontati dai diversi Autori, ognuno dei quali è un esperto riconosciuto nel suo campo. Per tutti, la domanda è: quale spazio ha, oggi, l'utilizzo del principio di non contraddizione? Si tratta solo di una diversa formulazione del principio d'identità, oppure esso detiene un valore logico capace di fondare tutti i tipi di discorso, inclusi quelli non assiomatizzati? Per Dante Alighieri, lo sappiamo, alla "contradizion che nol consente" era sospeso ben più che un giudizio di validità formale: da esso poteva dipendere la salvezza o la dannazione eterna.
Cinema e risemantizzazione del diritto. Dispositivi, spettatori, montaggi
Guglielmo Siniscalchi
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2023
Se nessuno dubita che il diritto abbia alimentato l’immaginario cinematografico ispirando film e serie televisive che hanno segnato profondamente la cultura dei giuristi e della pubblica opinione, in pochi si sono accorti di come anche il discorso giuridico si sia lasciato contaminare dal lessico e dall’estetica del linguaggio filmico. Ricostruendo l’archeologia e la genealogia di termini come ‘dispositivo’, ‘spettatore’ e ‘montaggio’, che provengono dal linguaggio e dalla teoria filmica ma che, da qualche decennio, sono migrati nel vocabolario di alcune teorie del diritto, il volume intende mostrare come il cinema non sia soltanto uno dei più potenti metalinguaggi per raccontare il variegato universo della normatività, ma sia diventato anche un linguaggio prezioso per immaginare nuovi modelli di costruzione dell’ordine sociale. Seguendo il percorso inaugurato dal precedente volume "Barocco giuridico. Osservatori, osservanti, spettatori" (2017), di cui queste pagine sono un’ideale prosecuzione, la ricerca costituisce una breve introduzione ad una possibile teoria cinematografica del diritto: un invito non solo a leggere il diritto attraverso il cinema, ma a ripensare cinematograficamente il discorso giuridico con l’ambizione di scorgere nuovi paesaggi teorici e concettuali, oltre la crisi delle forme del discorso normativo del Novecento.