Giunti Editore: Classici Giunti

Il libro propone quanto rimane di un vasto repertorio di aforismi, riflessioni, dialoghi e aneddoti, andato perduto nei giorni convulsi della Rivoluzione francese e pubblicati postumi. Non si tratta però di una semplice raccolta di pensieri, perché la scrittura di Chamfort ha il respiro di un grande romanzo, con tanto di storia, personaggi ed eroe. La vicenda si svolge alla fine del XVIII secolo, nel pieno della crisi dell'Ancien Régime, i personaggi sono per lo più esponenti della classe nobiliare, colti attraverso pochi, precisi dettagli, ciascuno dei quali implica un ritratto e rinvia a una varietà di situazioni che si porgono felicemente alla mente di chi legge.

Dalla Grecia arcaica, dalla Lesbo aristocratica del VII secolo, ci giunge la voce più limpida e intensa di tutta la poesia greca. Dopo secoli di deformazioni leggendarie e di pregiudizi moralistici, la lirica di Saffo risuona con intatta modernità e riesce a comunicare con vibrante immediatezza emozioni genuine e profonde: l'ammirazione della bellezza, il conturbante insorgere dei sentimenti, l'accendersi del desiderio fisico, la forza devastante dell'eros. Sulla dimensione e la destinazione collettiva del canto, emerge con forza la personalità inquieta e sensibile di Saffo, capace di struggimento e di passione, di incanto e di malinconia. Di tutta la produzione di Saffo sono giunti sino a noi solo un'ode intera e 200 frammenti.

Da più di tre secoli ci si interroga sul modo più giusto di leggere e rappresentare Il misantropo. Un'opera che può essere capita appieno soltanto in un'adeguata prospettiva storica oppure, come qualcuno ha suggerito di recente, un capolavoro involontario del Novecento? Un dilemma appassionante, ma che forse risulterebbe inesistente se si tenesse nel debito conto la costitutiva e geniale ambiguità del testo: un'ambiguità alla cui luce Alceste, il protagonista, può avere nello stesso tempo ragione e torto, può apparire dunque contemporaneamente "comico" e "drammatico".