Il Ponte Vecchio: Vicus. Testi e documenti di storia locale
Santa Croce di Ravenna. Archeologia e storia
Paola Novara
Libro: Libro in brossura
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
pagine: 160
Nel 1988 per l'ultima volta il portone della chiesa ravennate di Santa Croce si aprì per ospitare una squadra di archeologi che sotto la guida di Sauro Gelichi e con l'aiuto di un gruppo di operai, affrontò l'indagine di uno degli ultimi testimoni di terreno sopravvissuti dagli anni '70 nel vano coperto del complesso. Nove mesi di lavoro, con alcune soste, che portarono a importantissime scoperte e in primis alla identificazione di un tipo di stoviglie all'epoca difficilmente collocabile nella articolata classificazione della produzione ceramica, che proprio dalla chiesa ravennate prende oggi il nome di "tipo Santa Croce". La complessità dello studio della stratigrafia e dei materiali individuati non rese possibile realizzare nell'immediatezza una monografia. Dal decennio successivo molti specialisti, usufruendo anche di tecnologie che sul finire degli anni '80 erano considerate fantascientifiche, hanno affrontato la chiesa, soprattutto hanno cercato di riconoscerne le varie fasi di vita concentrate nel palinsesto delle murature sopravvissute e hanno tentato di ipotizzare una possibile fruizione turistica dello spazio e della storia che quei muri raccontano. Ma il vicoletto che affianca il cosiddetto Mausoleo di Galla Placidia, che permette una perfetta visualizzazione del bacino che ospita le spoglie della nostra chiesa, resta deserto per la maggior parte dell'anno. Alla luce di ciò, la pubblicazione di questa monografia potrebbe sembrare ormai inutile, fuori tempo. Ho ritenuto invece importante e valido raccogliere e analizzare in un solo volume le informazioni raccolte all'epoca dell'indagine, anche se in parte già note. Data la complessità e la quantità delle notizie, questa monografia può considerarsi la prima parte di un lavoro molto più complesso che troverà la sua completezza, mi auguro a breve, nell'edizione dei dati archeologici riguardanti le fasi moderne. Prefazione di Sauro Gelichi.
Ravenna curiosa. Storia e storie, donne e uomini della Bisanzio di Romagna
Franco Gàbici
Libro: Libro in brossura
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
pagine: 184
A Ravenna e in Romagna succede di tutto e se non ci credete leggete queste nuove storie che Franco Gàbici ha scritto sulla scia del precedente "C'era una volta… a Ravenna". Può accadere, infatti, che un avvocato prenda fuoco mentre pedala sulla sua bicicletta oppure che nel prestigioso Teatro Alighieri si esibiscano una bambina di appena nove anni che agita dal podio la bacchetta e un gondoliere veneziano che declama Dante. E, a proposito di Dante, lo sapevate che se oggi Ravenna è orgogliosa di conservare le ossa del Sommo Poeta lo deve a un ragazzino che frequentava il Ginnasio? E la "piadina"? La nostra è una terra dove per tradizione la politica accende gli animi e dà origine a dibattiti che nessuno immagina, come quello sorto attorno alla "piadina" (che Max David ha definito "la più romagnola delle specialità romagnole") per stabilire se sia "di destra" o "di sinistra". Tutto questo, e molto altro, troverete in Ravenna curiosa, pagine che fanno rivivere storie, curiosità e personaggi di quello che viene definito "il bel tempo che fu".
I dolci al tempo di Caterina Sforza. Segreti e ricette della tradizione medievale e rinascimentale
Cecilia Milantoni
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
pagine: 168
Una donna vissuta tra la fine del Medioevo e l'inizio del Rinascimento è stata Musa ispiratrice di questa ricerca. Si tratta di Caterina Sforza (1463-1509), figura straordinaria per la sua capacità di essere donna, astuta, saggia, desiderosa di apprendere e curiosa di scoprire i segreti della natura. Avvolta da un fascino misterioso, ancora oggi si sente la necessità di indagare alcuni dei suoi interessi, talora sorprendenti, come il cibo. Cosa avremmo potuto trovare nelle meravigliose tavole imbandite degli Sforza, tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento? Esistevano dolci nel Medioevo e nel Rinascimento? Per rispondere proponiamo un viaggio attraverso 50 ricette di dolci, lungo il quale la storia dell'alimentazione si fa viva nei suoi profumi, colori e impasti: un'esperienza unica, dove ognuno può diventare protagonista attraverso le sperimentazioni di sapori antichi.
Il cocomero nel pozzo. Vita e personaggi di San Pancrazio nel Novecento
Libro: Libro in brossura
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
pagine: 264
"Non è stato difficile raccoglierle le fiabe perché sono vecchio, perché ne conoscevo già tante e dopo sono andato da quelli che le sapevano… l'Alba 'd Chiaro, la Dina 'd Topo, la Smeralda… lo sforzo è stato scriverle in romagnolo - questo è un lavoro che ha fatto Eraldo Baldini - perché, te lo dico io, ce ne saranno dieci che le leggono in romagnolo perché la gente non vuole fare fatica ma il romagnolo ha ancora il suo valore, soprattutto nelle fiabe. Noi siamo una classe che ha visto cose che non ha visto più nessuno perché ancora quando la gente andava a Russi a piedi dopo sono andati sulla Luna e tutte quelle cose lì noi le favole, allora, erano la nostra televisione, il nostro passatempo perché dei soldi non ce n'erano e allora Gnò, Gianaro dla Tanta, Paciaraza, e' Muret 'd Caplò erano quelli che tenevano sollevata la gioventù del paese andavamo a prendere un fiasco di vino, mettevamo fuori quattro soldi a testa poi ci si trovava nei trebbi, nelle stalle, un po' ovunque adesso dove sono le donne che vanno a filare nelle stalle… dove sono quelli che all'osteria dopo aver fatto una partita si mettono a raccontare delle fiabe e la gente stava attenta! Ma i folari si sono persi, cosa volete che vi dica? È un mondo che è finito però bisognerebbe salvare il nostro dialetto che è bello ed è l'espressione della Romagna perché se muore il dialetto romagnolo muore la Romagna, tenetelo a mente."
Iris Versari. Una biografia partigiana
Sandra Bellini
Libro
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
pagine: 344
"Iris Versari. Una biografia partigiana ha il pregio di creare una narrazione emozionante, propria della fiction, all'interno di una fedele e minuziosa ricostruzione storica. Con un lavoro straordinario di indagine sul territorio e negli archivi, la scrittrice Sandra libera la partigiana Iris dalla leggenda, restituendole il ruolo che le spetta nella Storia (quella con la S maiuscola): Bellini rilegge i racconti e le testimonianze dei sopravvissuti e ricompone i fatti riuscendo a restituirci la "vita civile" di Versari e il mondo contadino romagnolo in cui affonda le radici, a dimostrare le vere cause che la spinsero a partecipare attivamente alla lotta partigiana, a raccontarne le vicende all'interno della guerra di Liberazione intrecciandole, giocoforza, con quelle della banda Corbari al cui interno il suo operato si inserisce. In sintesi: a ridarle voce". (Francesca Romana di Santo)
Streghe, malefici e magia popolare in Romagna. Tra storia e folklore
Simona Camporesi, Eraldo Baldini
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
pagine: 264
Pochi fenomeni culturali sono stati diffusi in ogni epoca e ad ogni latitudine come quelli della magia e della stregoneria. E nessun fatto storico è forse enigmatico come quello relativo alle complesse motivazioni e dinamiche della «caccia alle streghe» che interessò in modo drammatico l'Europa e non solo. Ma chi erano i sospettati di stregoneria, e come si arrivò alla persecuzione che causò centinaia di migliaia di vittime? Chi erano le streghe e gli stregoni per la cultura dotta e per quella popolare? A livello mitico, spesso venivano identificate come «streghe» le anime dei morti che la religiosità precristiana credeva potessero irrompere nella dimensione terrena in certe occasioni. A livello storico e concreto con tale nome venivano indicate quelle persone che, con l'ausilio di formule, pozioni, rituali magici e aiutate (secondo quanto molti pensavano) dal Diavolo potevano maleficiare uomini e animali, scatenare tempeste, distruggere raccolti; streghe erano chiamate anche quelle figure da incubo, mutuate dalla mitologia antica, che si pensava insidiassero i bambini nelle culle. Come strega o stregone veniva poi bollato dalla cultura egemone chi svolgeva pratiche collocabili tra magia e medicina pauperum assolvendo al compito di fattucchiera, erborista, mammana, "mago", guaritore impegnato a fare e disfare incantesimi o malie e ad affrontare le malattie e le angosce dell'epoca con gesti, rituali e rimedi propri di un arcaico sapere tramandato da secoli. Simona Camporesi ed Eraldo Baldini ci guidano con questo volume in un viaggio affascinante che, analizzando sia il contesto storico sia quello folklorico, ci porta a conoscere tale complessa realtà relativamente alla Romagna.
Leonardo e la sua Romagna
Antonio Collina
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
pagine: 96
La Romagna ha avuto un ruolo fondamentale nella vita e nell'attività di Leonardo da Vinci, e ciò a cominciare dalla sua giovinezza e non solo nel 1502, come sino ad ora si è ritenuto. Una corretta ricostruzione cronologica dei suoi soggiorni in Romagna ci porta a un suo soggiorno a Imola già attorno al 1470 e fin verso la fine del 1473, e di una sua operosa presenza a Faenza dal 1474 al novembre del 1477. Leonardo era stato strategicamente collocato al servizio dei Manfredi dallo stesso Lorenzo de' Medici, signore di Firenze, allo scopo di influenzare le scelte politiche della signoria faentina e nel contempo ottenere informazioni di prima mano su quei domini. In questo ruolo, il grande artista-scienziato si rese protagonista dello sviluppo urbanistico e architettonico, oltre che militare e artistico-culturale, di questi territori, divenendo esecutore effettivo e realizzatore delle sue geniali ideazioni e invenzioni, sino ad ora ritenute prevalentemente teoriche.
Cesenatico nella storia. Dalle origini al XX secolo
Davide Gnola
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
pagine: 256
Cesenatico ha una storia interessante: nata come porto di Cesena nei due secoli - il XIII e il XIV - che vedono il pieno sviluppo dell'età medievale, ha poi costruito nel tempo un'autonomia che è stata conquistata formalmente nella prima metà dell'Ottocento, rappresentata simbolicamente attraverso la narrazione di due "passaggi", quello di Leonardo da Vinci nel 1502 e quello di Giuseppe Garibaldi nel 1849, diventati poi i miti fondatori di una municipalità che si è realizzata nel nuovo stato unitario, e consolidata dal punto di vista economico e sociale nel secolo successivo grazie anche alla crescita formidabile del turismo balneare. Uno sviluppo travolgente che, non diversamente da quanto accaduto in altre località della costa romagnola, ha anche comportato la rimozione delle memorie di un passato nel quale la comunità faticava a riconoscersi; a Cesenatico, però, a questo fenomeno ha fatto da contraltare un'azione originale e pionieristica, per gli anni in cui è avvenuta, di recupero della propria storia e dell'identità marinara, che nei decenni successivi è diventata la chiave di una riconoscibilità e di un apprezzamento che è stato di esempio anche per altre località, in Romagna e all'estero. Questo libro ripercorre la storia e le storie di Cesenatico e della sua comunità, cercando di inserirle nel più vasto contesto geografico e storico, ma anche addentrandosi nei dettagli di vicende e questioni che potranno stimolare la curiosità del cittadino e del viaggiatore, a partire dai remoti insediamenti di età romana e dalle incerte origini medievali, sino al termine del secolo appena trascorso.
Il Caffé centrale a Mercato Saraceno
Edoardo Maurizio Turci
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 192
Nel 1822 il primo "caffettiere" Giovanni Mazzotti, soprannominato "Palmieri" avviava a Mercato Saraceno il "rito" del caffè, entrando a far parte della vita quotidiana e sociale di tanti mercatesi. Quel primo "Caffè" sorto due secoli fa, diventerà in tempi successivi il "Caffè del Teatro", e questo in ragione del fatto che verso la metà dell'Ottocento, nell'attuale municipio in un'ampia sala, aveva sede un teatro a cui si accedeva passando anche da questo locale pubblico. In quest'ottica i caffè - e non quelli definiti "i frettolosi bar del giorno d'oggi" - erano il luogo ove avvenivano incontri e dispute culturali, politiche, sociali, immaginando che ciò dovesse avvenire - forse con velleità - anche a Mercato Saraceno, alla stregua dei famosi caffè delle grandi città italiane. Poi il locale nel tempo cambiò denominazione, da "Caffè Comunale" a "Caffè Centrale" gestito ininterrottamente - a partire dal 1923 - dalla famiglia Bracciaroli. Da allora attorno al bancone si sono alternate tre generazioni: Emilio Bracciaroli il capostipite, il figlio Renzo e la moglie Rosanna (Rosi), poi il nipote Bruno con la moglie Patrizia, ancora in attività. Chi un tempo abitava a Mercato e per una qualche ragione ritorna, spesso racconta di quando il "Caffè" era considerato un'istituzione, pienamente integrato con la realtà locale. Allora ripercorrere le fasi riguardanti l'origine e l'evoluzione di questo Caffè significa tracciare, ad un tempo, storia del territorio e storia sociale perché nel tempo, assieme ad altri elementi caratteristici del luogo, questo locale pubblico è stato vettore di identità collettiva: oltre a rappresentare un pezzo di storia di Mercato, il "Caffè Centrale" ha saputo mantenere salde le radici accompagnando, nei momenti di svago e di serenità, il venire e l'andare dei passi di tante generazioni di mercatesi.
Vita quotidiana nella Ravenna Medievale
Paola Novara
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 160
Come si presentavano le strade di Ravenna agli occhi dei contemporanei di Andrea Agnello? Cosa si mangiava negli anni in cui Dante Alighieri trovò rifugio presso Guido Novello da Polenta? E come si trascorreva la giornata quando l'arcivescovo Gerberto di Aurillac visse il suo breve mandato ravennate? Sono domande che forse molti si sono posti. Ma dove cercare le risposte? Di Ravenna sappiamo molto, ma nessuno, ad oggi, si è mai soffermato a ricostruire la vita quotidiana dei concittadini che vissero nei secoli che precedettero la Battaglia di Ravenna. Questo volume vuole proprio colmare una lacuna che accompagna la storia della nostra città da molto tempo.
Romagna arcana. I folletti, le fate, la vecchia, la borda, i draghi e altri esseri fantastici ed entità misteriose
Eraldo Baldini
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 184
Stupore, reverenza, meraviglia, timore: questi sentimenti hanno fortemente caratterizzato il rapporto dell'uomo con la natura e con la sfera degli eventi che, trascendendo la natura stessa, si collocano nell'ambito del soprannaturale, del magico, del leggendario, dell'immaginario, relativo sia all'eccezionalità, sia ad aspetti e momenti della quotidianità. Un universo che si popolava di numerosi esseri, spesso immaginati per dare un volto o perlomeno un nome a fenomeni naturali, a pericoli, a misteri, a eventi inspiegabili, a reminiscenze mitiche e alla sensazione, o per meglio dire alla consapevolezza, che non è possibile comprendere e spiegare tutto ciò che esiste o che accade "sotto il cielo". Ecco allora le storie di draghi, fate, folletti, orchi, lupi mannari, animali fantastici, entità sfuggenti che potevano popolare i giorni e le notti dei luoghi più remoti (boschi, paludi, dirupi) e persino di quelli più vicini e frequentati, come la casa stessa, non immune dall'insidia delle ombre più subdole e oscure.
Cesare Martuzzi: origine ed evoluzione di una musica popolare romagnola. 1910-1932
Stefano Orioli
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 192
Cesare Martuzzi (Alfonsine, 1885-Forlì, 1960) è il musicista che per primo rivivifica il repertorio della musica tradizionale romagnola, utilizzando testi poetici di Aldo Spallicci appositamente composti in dialetto forlivese: dall'intensa collaborazione tra i due nasceranno le cante, meravigliose composizioni per coro privo di accompagnamento strumentale che "reinventano" un'identità culturale romagnola, basata sul folclore inteso come deposito di incorrotte tradizioni. "Daremo il canto al nostro popolo" è il motto con cui la rivista «Il Plaustro», fin dal primo numero, annunciò la pubblicazione delle prime cante.