Le Lettere: Vitanova
Filosofia in Italia (1800-1950). Uno sguardo dall'esterno
Brian Copenhaver, Rebecca Copenhaver
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2023
pagine: 200
Il volume di Brian e Rebecca Copenhaver costituisce un’importante testimonianza della ricezione di una porzione fondamentale della filosofia italiana – quella compresa tra Ottocento e prima metà del Novecento – al di fuori dei confini nazionali. Si tratta di un’opera riconosciuta come una delle prime e più importanti tappe del “passaggio a nord-ovest” di temi e motivi della filosofia italiana. Ai due autori, infatti, va il merito di avere presentato e reso fruibile a un pubblico internazionale l’opera di filosofi spesso poco conosciuti al di fuori dei confini della Penisola. Ma il loro lavoro ha contribuito anche ad arricchire trasversalmente un dibattito che ad oggi continua a interessare e dividere gli studiosi italiani e non solo: quello relativo alla possibilità o meno di definire una specificità della tradizione filosofica italiana. Offrendo al lettore il loro angolo visuale di autori stranieri e che all’estero lavorano e si sono formati, Brian e Rebecca Copenhaver, attraverso una ricostruzione che è insieme storica e filosofica, mettono a fuoco ciò che – a parer loro – ha contribuito a rendere «la storia della filosofia moderna in Italia diversa da qualunque cosa si sarebbe potuta osservare a proposito dei professionisti di questa disciplina in Inghilterra o negli Stati Uniti», lasciando così emergere quei tratti caratteristici che sono inscindibili dalle vicende storiche particolari in cui essa si è sviluppata. Prefazione di Fabrizio Meroi.
Poesia e filosofia all'ombra della shoah
Vittorio Calef
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2022
pagine: 120
In una prosa intitolata Per collezionisti poveri, Walter Benjamin ha scritto che esistono libri che non occupano più di due centimetri nello scaffale di una libreria e, ciò nonostante, hanno saputo rappresentare il loro tempo meglio di monumentali “opere complete”. È questo genere di “collezionismo povero” che a suo giudizio andrebbe promosso: la riscoperta di «libri invecchiati» «che attendono inermi il collezionista che dia loro asilo». In questo tipo di collezionismo, assunto come principio metodologico e teorico, si inserisce la produzione in versi e in prosa di Vittorio Calef (1919-1964). I “due centimetri” di Calef hanno avuto un titolo: L’acqua e le foglie, una raccolta poetica uscita nel 1947, pubblicata in duecentocinquanta esemplari numerati, con disegni di Leonor Fini e Renato Guttuso. Si tratta di un’autentica meditazione poetica sulla ebraicità, «suggello della scabrosa, talvolta sgradevole imperfezione del nostro tempo». La maggior parte delle poesie qui ristampate sono tratte da questa raccolta, dove compaiono anche due prose “metafisiche”, una delle quali, Il diluvio, è un intenso dialogo interiore con Giovanni Gentile sul senso della storia. Col filosofo dell’attualismo Calef si era laureato nell’anno accademico 1940/41 su Aspetti della polemica esistenzialistica contro l’hegelismo (Kierkegaard, Heidegger, Jaspers). La tesi, riprodotta in appendice al presente volume, entra nel vivo del dibattito sull’esistenzialismo allora nascente in Italia. Calef è stato inoltre assistente di Gentile all’Istituto di Filosofia di Roma, collaboratore all’Enciclopedia Italiana, alle edizioni delle opere di Leonardo da Vinci e di Giuseppe Pitrè, redattore del «Giornale critico della filosofia italiana»: tutto ciò nell’ombra, a causa della sua origine ebraica. Dopo la guerra si dedica alla politica e al giornalismo e fonda il giornale «Il Punto», organo in contatto con le più prestigiose testate internazionali e fautore della riunificazione dei socialismi e del dialogo tra la Sinistra e il cattolicesimo.
La Grande Madre. Meditazioni mediterranee
Ernst Jünger
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2021
pagine: 214
Tornato in Sardegna nel giugno del 1955, Ernst Jünger espresse gratitudine nei confronti della sua «seconda grande madre, il Mediterraneo», trasfigurando così il viaggio nell'estatica regressione verso una dimensione mitica, numinosa ed archetipica. «Io e Terra - Madre e Figlio»: con queste parole si può riassumere lo spirito tellurico che anima le annotazioni diaristiche sui suoi itinerari nel Mediterraneo, offerte per la prima volta al lettore italiano e gremite di epifanie che mostrano che «ovunque la terra è sacra, ovunque è un sepolcro, ovunque è un luogo di resurrezione». Di qui anche l'inquietudine crescente suscitata dall'hybris distruttiva dell'uomo moderno nei confronti degli ecosistemi. «È come se un'esplosione avesse investito il pianeta intero», scrisse Jünger nel 1978 in occasione del suo ultimo soggiorno in Sardegna: «più passa il tempo, più una luce abbagliante raggiunge ogni suo angolo». Lo scrittore registrò, pertanto, l'avanzata inarrestabile della tecnica quale strumento di una nuova forma di schiavitù (memorabile la descrizione dei primi, ipnotici, televisori) che strappa la vita dal suo fondo ctònio. Ecco, allora, la sua presaga riflessione sul fato dell'homo faber: «il nostro ruolo potrebbe essere simile a quello dello scorpione che si toglie di mezzo col suo stesso aculeo». Resta, quale fonte di consolazione nelle meditazioni saggistiche conclusive, la fiducia nell'eterna fecondità della natura: «il frassino del mondo, l'Yggdrasill, sotto la cui ombra si riunisce ogni giorno il consiglio degli dèi, non perirà assieme ad essi: sopravviverà al loro crepuscolo».
La teoria di Einstein e le mutevoli prospettive del mondo
Antonio Aliotta
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2021
pagine: 121
Nel 1922 Antonio Aliotta si è cimentato in una delle sfide più ardue del pensiero novecentesco: spiegare in modo accessibile uno dei risultati scientifici più complessi della storia di tutti i tempi e interpretare filosoficamente siffatta rivoluzione prospettica con lucidità e puntualità. La teoria einsteiniana è concepita nella sua originalità, ma anche ricompresa e relativizzata insieme e accanto alle teorie di più antica tradizione, secondo un’impostazione che rifiuta di assoggettare la realtà a un unico punto di vista e a una sola ipotesi interpretativa. Aliotta ha il merito di cogliere il rischio di una lettura assolutistica della teoria della relatività e di ricondurla entro una visione critica che non tace la sua portata rivoluzionaria, ma neppure la innalza a traguardo ultimo e indiscutibile del progresso scientifico. Tutti questi motivi spiegano l’intenzione di riproporre la stampa della “Teoria di Einstein e le mutevoli prospettive del mondo”, strumento utile per chiunque intenda avvicinarsi a tematiche di ancora stretta attualità.
Autunno in Sardegna
Ernst Jünger
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 100
Il volume raccoglie tre testi, "San Pietro", "Serpentara" e "Autunno in Sardegna", uniti da un filo rosso agli scritti dedicati alla Prima guerra mondiale che hanno reso famoso Ernst Jünger. Egli approda in Sardegna animato da quella stessa volontà di rinnovarsi interiormente tramite la fuga da una civiltà moderna "lontana dalla terra" che lo aveva condotto sui campi di battaglia. Certo, Jünger è un testimone del suo tempo troppo lucido per non accorgersi che la Sardegna è un microcosmo arcaico prossimo al tramonto, in cui si vanno già moltiplicando i segni della modernità e dunque dell'"annessione alla tecnica planetaria". Tuttavia, l'Isola offre ancora la possibilità di aprirsi un varco verso la pienezza di vita della natura: Sardinia sive natura, si potrebbe quindi dire, dato che l'Isola è vissuta come un tripudio di forme e colori in cui si manifestano la potenza e la fecondità di una natura risacralizzata nel segno dell'immagine archetipica della Grande Madre. Uomini e fiere perdono, così, sotto gli occhi di Jünger, contorni netti per prendere parte ai "ludi bellici ed amorosi di partner animali nel sogno della vita".
La religione della libertà e altre conferenze americane su Europa e umanismo
Lauro De Bosis
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 140
Il volume raccoglie alcuni scritti saggistici di Lauro de Bosis (1901-1931), già tradotti e pubblicati nel 1948 da Gaetano Salvemini, con note di Mario Vinciguerra, per la collana “Biblioteca Leone Ginzburg (Documenti e studi per la storia contemporanea)” dell’editore De Silva di Torino. È arricchito inoltre da un’appendice con le lettere finora inedite indirizzate da de Bosis a Benedetto Croce tra il 1924 e il 1930. Il titolo del libro riproduce quello scelto da Lauro per una delle sue conferenze americane, chiaramente ispirato alla “Storia d’Europa nel secolo decimonono” di Croce, che de Bosis fece in tempo a leggere negli Atti della Accademia di Scienze Morali e Politiche dove apparvero nella primavera del ’31 alcune anticipazioni, e in modo particolare il primo capitolo dell’opera:” La religione della libertà”. Si intende in questo modo richiamare l’attenzione su una straordinaria figura di antifascista prossima a scivolare nell’oblio, sulla sua leggendaria fama di violatore del cielo fascista di Roma, sulle idealità e sulla filosofia in cui metteva radici la sua azione, sulla sua matura statura di oppositore ad ogni forma di totalitarismo – di destra e di sinistra –, sulla sua lodevole funzione di ambasciatore della “civiltà italiana” negli Stati Uniti, sulla sua lungimirante intelligenza cosmopolitica e internazionalistica, anticipatrice per molti versi del futuro europeismo. Prose lucide e vibranti, realistiche e epiche al tempo stesso, a testimonianza del valore ideale della “civiltà italiana” ancora oggi tutelata dalla Lauro de Bosis Postdoctoral Fellowship istituita presso la Harvard University.
Giovanni Gentile. L'apologia del pensiero
Guglielmo Gallino
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2018
pagine: 202
L'opera s'è posta il compito di ricostruire la filosofia di Gentile dall'interno secondo un metodo genetico. Tale progetto ha seguito il tema dominante dell'atto del pensiero che s'impone da fondamento dell'intera realtà. Codesta linea interpretativa è stata illustrata secondo un profilo teoretico, corredato però da un'adeguata documentazione storica. Con questi presupposti, è stato fatto largo spazio ai due volumi del Sistema di logica rispettivamente dedicati alla struttura dialettica del pensato e del pensante. Tale andamento accentuatamente teorico contraddistingue il presente saggio da altri, che peraltro, seguendo un criterio storico, hanno avuto il merito di sottrarre il pensiero di Gentile da un'immeritata dimenticanza e di averne valorizzato la risonanza europea. La ricostruzione, qui tentata dell'attualismo, s'è posta la domanda intorno alla sua prosecuzione: è stata reperita nell'apologia del pensiero, non inteso come una semplice procedura, ma come l'atto di una sovrana investitura di senso della realtà.
Giuseppe Rensi. Filosofo della storia
Dario Gurashi
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2017
pagine: 211
Alla luce del primo conflitto mondiale, assunto come esperienza metafisica, Giuseppe Rensi matura una filosofia scettica e approda alla storia. La guerra diviene in tal senso simbolo di una consapevolezza tragica, rivelando al pensiero che la ragione è incapace di afferrare l'essenza degli eventi umani. Accertata la scissione tra ragione e storia, Rensi intraprende un'esplorazione metodologica, andando a rintracciare quei contributi filosofici che motivano la razionalità dei processi storici. Il confronto critico con Benedetto Croce e Giovanni Gentile diviene dunque un passaggio inevitabile per ritornare a Hegel, rispetto al quale Rensi intende formulare una propria teoria della storia. Pensatori come Schopenhauer, Renan, Taine, Zeller, Dilthey, Simmel abitano allora la meditazione sul significato della storia e forniscono al filosofo veronese una grammatica dei concetti adatta a favorire una comprensione dei fatti alternativa allo storicismo hegeliano. Collocandosi in una continuità di pensiero, Rensi apre così la sua vicenda intellettuale a una dimensione europea, alimentando però nel paradosso la radicalità dell'approccio: confutare la metodologia idealistica servendosi della dialettica hegeliana. L'esito del percorso teorico è dei più imprevedibili, poiché fonda la decifrabilità della storia su una scelta decisiva: scetticismo o pessimismo.
Dell'uno e dei molti. Henologia e henofania da Platone a Schelling
Federico Croci
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2017
pagine: 488
«Forse, infatti, camminiamo nel vuoto, protesi verso il nulla assoluto» (Damascio, De Principiis). Ripercorrendo l'evoluzione storica dei diversi paradigmi con cui la filosofia ha pensato il nesso uno-molti, il volume traccia itinerari topologici, nel tentativo di snodare l'aporetica che investe l'Inizio: il Principio trascende il mondo o è a esso immanente? Come pensare la loro relazione? Dal confronto tra Platone e Aristotele sino a Schelling, operando un fecondo dialogo con la tradizione patristica e rinascimentale, il testo mostra come la filosofia, nel suo apex, si sublimi da teologia apofatica in teologia aporetica, investendo i temi portanti del Cristianesimo.
Come una cometa. Saggio su Carlo Michelstaedter
Valentina Mascia
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2017
pagine: 189
Pensatore del tutto inattuale rispetto alla temperie culturale nella quale visse, Carlo Mìchelstaedter ritrova oggi una feconda e sorprendente attualità. La sua lotta contro quella che egli definiva la "rettorica" - ossia quel "modo" teso a costruire catene storiche o concettuali eterodirette, dentro le quali vincolare la vita - costituisce per la riflessione contemporanea una fonte non esaurita a cui riattingere. Proprio per quella inesausta attenzione alla "vita", che dall'inizio alla fine marca la vicenda speculativa, breve ma folgorante, del filosofo goriziano. Al centro del presente saggio è "la potenza avventurata" che Michelstaedter dispiega in tutta la sua radicalità, precisamente per riconsegnare all'azione umana lo slancio iperbolico, il "volo", che le consenta di riconnettersi allo "stato originario" dell'esistenza. Ne emerge la figura di un pensatore dallo sguardo acuto e affilato, che seppe affrontare le grandi interrogazioni sulla vita e la morte con una forza tale da apparire come uno dei protagonisti della scena filosofica del Novecento.
Umanesimo. Storia, critica e attualità
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2016
pagine: 303
Il volume intende rispondere a tre domande: cosa è stato, cosa è, cosa potrebbe essere l'umanesimo come movimento ispirato all'idea di humanitas. Si tratta evidentemente di un lavoro preliminare che viene incontro alla crescente esigenza di fare il bilancio di un movimento che ha contribuito alla formazione della civiltà contemporanea attraverso il plesso semantico uomo-umanità. Originariamente circoscritto agli studi letterari della prima età moderna, l'umanesimo ha poi acquisito una valenza più ampia per indicare la centralità epistemologica, etica e politica della condizione umana, che oggi trova enfatica espressione nei diritti universali dell'uomo. Anche per le sue conseguenze pratiche, la forza polarizzante del termine trova conferma nelle accese discussioni che ha suscitato sino a oggi con varie forme di anti o post-umanesimo. Riunendo competenze diverse, i contributi del volume provano a orientarci in questa intricata vicenda storica e concettuale.
Saggi sul futuro. La storia come possibilità
Renata Viti Cavaliere
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2016
pagine: 120
La storia è possibilità, cambiamento, nascita. Ciò vuol dire che essa non contiene momento alcuno che sia risultato meramente meccanico del precedente. La storia si sostanzia del futuro (rievocando il passato), di quel "non ancora" fatto di speranze e di paure del tutto prive di oggetto rappresentabile e dunque basate per lo più su una fervida immaginazione. Le cose sperate e temute sono infatti presenti, benché assenti, solo alla mente che giudica integrando emozioni di fondo con la ragione che esamina anche sé stessa nell'impegno del futuro. Nel Novecento si è riflettuto come non mai sulla storia e sulla storicità dell'esistenza, sulla temporalità del quotidiano e sui modi per sfuggire alla dispersione nella massa. E tuttavia, fatte salve alcune significative eccezioni, si è per lo più fallito l'obiettivo. Ha prevalso spesso il mito di una origine perfetta o di splendidi approdi finali. Si è respirato un diffuso, dannoso, antimoderno misoneismo, per paura del nuovo e del cambiamento. Chi proclama la fine del tempo, quasi questo non abbia mai avuto inizio, alimenta fantasmi di superate teologie della storia. Ciò che sfugge è il significato della storia che è sempre cominciamento e dell'esistenza che è valore, in quanto spinta inaugurale e spontanea energia creativa.