Libri di Ernst Jünger
Il problema di Aladino
Ernst Jünger
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 1985
pagine: 136
Il cuore avventuroso. Figurazioni e capricci
Ernst Jünger
Libro
editore: Guanda
anno edizione: 1995
pagine: 182
La Grande Madre. Meditazioni mediterranee
Ernst Jünger
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2021
pagine: 214
Tornato in Sardegna nel giugno del 1955, Ernst Jünger espresse gratitudine nei confronti della sua «seconda grande madre, il Mediterraneo», trasfigurando così il viaggio nell'estatica regressione verso una dimensione mitica, numinosa ed archetipica. «Io e Terra - Madre e Figlio»: con queste parole si può riassumere lo spirito tellurico che anima le annotazioni diaristiche sui suoi itinerari nel Mediterraneo, offerte per la prima volta al lettore italiano e gremite di epifanie che mostrano che «ovunque la terra è sacra, ovunque è un sepolcro, ovunque è un luogo di resurrezione». Di qui anche l'inquietudine crescente suscitata dall'hybris distruttiva dell'uomo moderno nei confronti degli ecosistemi. «È come se un'esplosione avesse investito il pianeta intero», scrisse Jünger nel 1978 in occasione del suo ultimo soggiorno in Sardegna: «più passa il tempo, più una luce abbagliante raggiunge ogni suo angolo». Lo scrittore registrò, pertanto, l'avanzata inarrestabile della tecnica quale strumento di una nuova forma di schiavitù (memorabile la descrizione dei primi, ipnotici, televisori) che strappa la vita dal suo fondo ctònio. Ecco, allora, la sua presaga riflessione sul fato dell'homo faber: «il nostro ruolo potrebbe essere simile a quello dello scorpione che si toglie di mezzo col suo stesso aculeo». Resta, quale fonte di consolazione nelle meditazioni saggistiche conclusive, la fiducia nell'eterna fecondità della natura: «il frassino del mondo, l'Yggdrasill, sotto la cui ombra si riunisce ogni giorno il consiglio degli dèi, non perirà assieme ad essi: sopravviverà al loro crepuscolo».
Ludi africani
Ernst Jünger
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2019
pagine: 208
È il 1913. Ernst Jünger, diciottenne, fugge da scuola, acquista una rivoltella, attraversa in treno il confine con la Francia presentandosi a un ufficio di reclutamento della legione straniera a Verdun. Poco tempo dopo eccolo in viaggio, con rissosi compagni, per Marsiglia; di qui l'imbarco per la costa africana. Il giovanissimo Jünger passerà sei settimane nella legione, chiudendo la sua fuga quando un intervento del padre dalla Germania provocherà il suo congedo. Un anno dopo si arruolerà di nuovo, ma nell'esercito tedesco, e andrà a combattere sul fronte occidentale la sua guerra, tra le «tempeste d'acciaio» che daranno il titolo a un libro memorabile. Fuggito da un'agiata esistenza di studente per poter vivere «arbitrariamente», Jünger farà la conoscenza, fra le mura di un fortino della legione, di quella speciale follia — seppur qui stemperata dal clima dell'avventura, dal colore dell'esotismo — che emana da un mondo chiuso di uomini in armi: un mondo insieme regolato e senza vera legge. Soprattutto, sperimenterà i limiti dell'avventura individuale, l'impossibilità di darsi un destino tutto personale; in realtà, egli è indotto a concludere, «nessuno può vivere arbitrariamente». Ma l'Africa è anche, per lui, il primo luogo in cui può scoprirsi osservatore — straordinariamente dotato — di una realtà al di là della vicenda attuale e contingente: il paesaggio, con il suo fascino immediato e la profondità del tempo che racchiude. E così, in questi "Ludi africani", si rivela già in tutta la sua mirabile forza percettiva il «contemplatore solitario».
L'operaio
Ernst Jünger
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2020
pagine: 320
"L'operaio" apparve in Germania nel 1932, un anno prima dell'avvento di Hitler, suscitando entusiasmo, furore e scandalo, ma è così poco legato al momento storico in cui fu scritto, e tanto meno alle scelte politiche della Germania in quegli anni, da risultare per metà interamente smentito dal corso degli eventi, e per l'altra metà paurosamente profetico. In una società in cui l'individuo borghese e romantico è stato stritolato dalla tecnica, il suo successore più degno, secondo Jünger, sarà l'operaio, figura svincolata da ogni connotato di classe, che dominerà la tecnica trasformandola in forza costruttiva. Egli imporrà il dominio della forma; anzi, l'operaio è la forma superiore. L'analisi di un rapporto reale impone a Jünger assoluta verità, e perciò crudeltà. Per questo, "L'operaio" è uno dei libri più crudeli del nostro secolo.
Autunno in Sardegna
Ernst Jünger
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 100
Il volume raccoglie tre testi, "San Pietro", "Serpentara" e "Autunno in Sardegna", uniti da un filo rosso agli scritti dedicati alla Prima guerra mondiale che hanno reso famoso Ernst Jünger. Egli approda in Sardegna animato da quella stessa volontà di rinnovarsi interiormente tramite la fuga da una civiltà moderna "lontana dalla terra" che lo aveva condotto sui campi di battaglia. Certo, Jünger è un testimone del suo tempo troppo lucido per non accorgersi che la Sardegna è un microcosmo arcaico prossimo al tramonto, in cui si vanno già moltiplicando i segni della modernità e dunque dell'"annessione alla tecnica planetaria". Tuttavia, l'Isola offre ancora la possibilità di aprirsi un varco verso la pienezza di vita della natura: Sardinia sive natura, si potrebbe quindi dire, dato che l'Isola è vissuta come un tripudio di forme e colori in cui si manifestano la potenza e la fecondità di una natura risacralizzata nel segno dell'immagine archetipica della Grande Madre. Uomini e fiere perdono, così, sotto gli occhi di Jünger, contorni netti per prendere parte ai "ludi bellici ed amorosi di partner animali nel sogno della vita".
Le api di vetro
Ernst Jünger
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2020
pagine: 256
Una vita futura in cui autorità e tecnologia siano alleate nell'affermare un dominio assoluto sull'uomo: uno dei grandi temi letterari del Novecento; e l'attualità di libri come 1984 e Il mondo nuovo è forse nella possibilità, nel segreto timore che l'avverarsi della predizione sia solo rinviato. Tra i capolavori di questa letteratura «avveniristica» è da collocarsi anche questo romanzo di Ernst Jünger, il cui titolo rimanda immediatamente, con fredda eleganza, a un mondo di impeccabili automi. Il protagonista è cresciuto prima dei grandi conflitti mondiali, in un ambiente dominato dall'ordine e dal diritto, educato in una rigida scuola militare, finché tra guerre e rivoluzioni si ritrova a vivere il crollo del suo mondo e ad assistere al nascere di un nuovo ordine, con le sue minacciose personificazioni. Simbolo della nuova epoca è il grande Zapparoni, fabbricante di perfezionatissimi robot, che comanda indifferentemente sulla materia meccanica, elaborata sino a diventare quasi umana, e sugli uomini, integrati anch'essi in un meccanismo che, dopo qualche dubbio o concessione iniziale, appare semplicemente spietato. Qui, nell'incontro con Zapparoni, immagine inquietante e irresistibile di monarca prossimo venturo, è l'apice del viaggio di scoperta - non scevro di pericoli ma ricco di una straniata ironia - dell'io narrante. E in questa figura potremo forse ritrovare anche tratti familiari, scoprire una realtà più vicina, più sottilmente insidiosa.
Mantrana. Un gioco
Ernst Jünger, Klaus U. Leistikow
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 76
"Mantrana" è una collezione di aforismi che costituisce una "magica enciclopedia" del sapere. Ciascun Mantra – in sé autonomo – è ordinato tematicamente insieme ad altri a formare diverse raccolte. "Mantrana", però, è anche una sorta di domino in cui ogni giocatore può disporre i Mantra a proprio piacimento. Può dare agli uni la precedenza nei tempi rispetto agli altri, trovare nuove relazioni tra i Mantra e allinearli diversamente. È come cercare conchiglie sulla spiaggia, disporle secondo motivi e scompigliarle di nuovo: il gioco vive proprio di questo.
Il pathos sublime della rovina. Due saggi
Georg Simmel, Ernst Junger
Libro: Copertina morbida
editore: Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini
anno edizione: 2020
pagine: 92
Quadrifogli
Ernst Jünger
Libro: Libro in brossura
editore: De Piante Editore
anno edizione: 2021
pagine: 40
Certi uomini possiedono la dote di trovare i quadrifogli senza averli cercati: si squaderna da questo paradosso lo scritto fulminante di Ernst Jünger, pubblicato nel 1960 sulla rivista «Antaios» e per la prima volta tradotto in italiano, dedicato alla fortuna. Giocato sul filo della memoria personale - la madre intenta a raccogliere i preziosi portafortuna - il breve testo è un esempio della capacità di Jünger di trarre da piccoli segni ed eventi le segrete regole che reggono l’universo. Il libro per chi crede che la fortuna non sia frutto del Caso, ma di una predisposizione, quasi magica ma replicabile, che ci rende fortunati. Il libro contiene un segnalibro con un quadrifoglio vero.
Il contemplatore solitario
Ernst Jünger
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2021
pagine: 352
I temi che costituiscono questa raccolta di saggi sono in parte familiari allo jungeriano fedele, ma qui si caricano di forza irresistibile, e l'incalzare delle idee, raggiunto il vertice di densità e d'intensità, si conclude sempre con un aforisma luminoso e trasparente che ogni volta sembra riassumere il significato supremo. Il tema più nuovo per il lettore italiano è quello che si articola in una formidabile architettura logica e insieme temeraria in "Linguaggio e autonomia": il reciproco rapporto di mimesi e di specchio tra il linguaggio e la struttura del corpo umano. Quel saggio coabita con folgoranti pagine di diario, nate da soggiorni in terre solari, neolatine. La parte primaria è assegnata all'Italia, e in particolare alla sua terra storicamente più tenuta ai margini, la Sardegna. Con la "trilogia sarda" si armonizza perfettamente il grandioso affresco di "Una mattina ad Antibes": l'immagine della Provenza marittima sfolgora di colori diversi, ma ne balena un simile luccichio di abitatori degli abissi marini o del fogliame o delle altezze montane e celesti. Un diario più breve è "Balcone sull'Atlantico", nato da un soggiorno a Lisbona. Pagine che sono un ponte tra la forma del diario e la critica d'arte che raggiunge altezze sovrane nel saggio che chiude la raccolta dedicato all'opera di Alfred Kubin: un'arcata gotica dai colori nordici, eccentrica rispetto a gran parte del libro, e proprio per questo fortemente saldata.
La forbice
Ernst Jünger
Libro: Copertina morbida
editore: Guanda
anno edizione: 2022
pagine: 204
Per un numero considerevole di pagine a partire dall'inizio, "Die Schere" appare come un allinearsi di aforismi. Che cosa tiene insieme allora questi frammenti di pensiero? Compare, in modo enigmatico, la figura della forbice, immagine decisiva, emblematica in questo libro «adamantino». La forbice rescinde, separa. La vita dalla morte, il pensiero dall'essere. Ma, osservata come simbolo, modello, non taglia più: riposa, «sogna». Una forbice che non taglia è un oggetto privo di senso? Nel peggiore dei casi, è privo di utilità. Jünger distingue tra la forbice che si vede, in potenza, e quella che agisce, in funzione. Colto dalla visione della propria morte, l'individuo prova timore; raggiunto dal proprio destino non teme più, né prova dolore. Distingue inoltre tra «un modello in cui la forbice taglia» e «un modello in cui la forbice non taglia». Non taglia, ma sta lì aperta, pronta a richiudersi, nelle zone ai confini del tempo, nella memoria come nei presentimenti e nei fenomeni visionari. Non taglia nel mondo delle figure tipiche, comunque più potenti di quelle storiche: l'effetto che fauna figura eroica è più forte di quello di un personaggio nazionale. Un racconto o un sogno, irrealizzati, sono più nitidi della realtà. In questo mondo separato delle idee la forbice non taglia. Ma la prospettiva è presto ribaltata. La forbice si serra inaspettatamente nel mondo reale: la medicina e la fisica hanno realizzato le mitologie, il pensiero non riesce più a star dietro alle realizzazioni della tecnica. La scienza ha sfatato tutti i miti. E tuttavia, continuiamo a stare in un universo che vive: lo spirito, la venerazione «vive nel mondo, sta già nella materia, nell'essere pulsante».