Libri di Adriana Verardi
Scilla. Il mito che vive
Adriana Verardi, Franz Riccobono
Libro: Libro rilegato
editore: EDAS
anno edizione: 2022
pagine: 296
Scilla, è risaputo, è uno scrigno di bellezza e di storia. È legata a miti lontani nel tempo che a tutt’oggi conservano un fascino incantevole con lo Stretto, perché emanano emozioni continue per effetti di luce e moti ondosi sempre diversi. Anticamente, sin dai tempi di Omero, questo tratto di mare era chiamato Stretto di Scilla e Cariddi, poi trasformato in Stretto di Messina. C’è una corrente di studiosi reggini che vorrebbe riportare l’antico nome. In effetti lo Stretto lambisce ugualmente le due città opposte, Messina e Reggio Calabria, distanti km. 3,2, ma collegate da questo braccio di mare, ed è naturale chiedersi una spiegazione convincente ed esauriente che non sono riuscita ad avere da studiosi ed esperti. Per la quantità e qualità di stampe esistenti, Scilla può essere considerata la regina della cartografia in Calabria e nello Stretto, protagonista regale assoluta e con orgoglio posso vantare una collezione notevole.
Parlate calabrese. Proverbi. Parrate calabbrisi. Ditti populari
Libro: Libro in brossura
editore: Iiriti Editore
anno edizione: 2022
pagine: 108
"I proverbi sono la saggezza dei popoli". La Calabria non è solo la regione ricca di bellezze paesaggistiche, non è solo a "guardia dell'Italia e a vedetta della Sicilia", ma è soprattutto terra di cultura e tradizioni. Non è raro sentire parlare in calabrese nelle grandi capitali europee, in America, in Australia e anche nello Stato brasiliano di San Paolo dai discendenti emigrati calabresi. I proverbi calabresi sono "modi di dire" che esprimono una saggezza millenaria, fanno parte del patrimonio culturale di un popolo, infatti non nascono dall'inventiva di una sola persona, ma sono costruiti collettivamente. La caratteristica più importante è che nascono dall'esperienza e sono tramandati da generazione in generazione attraverso il linguaggio orale. Tutti li abbiamo conosciuti, assimilati e usati perché li abbiamo sentiti dai nostri genitori, nonni e bisnonni.