Libri di C. Diez
La tombola della Gallina rossa
Anne Fronsacq, Madeleine Brunelet
Libro
editore: Librido Gallucci
anno edizione: 2022
pagine: 12
Il cofanetto contiene: 6 cartelle e 36 tessere; 1 volumetto con le regole del gioco della Tombola della Gallina rossa, la storia della Gallina rossa, piccoli giochi per divertirsi con le parole e con le cifre. Età di lettura: da 5 anni.
Vent'anni dopo
Alexandre Dumas
Libro: Libro rilegato
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: XXV-717
Sono passati vent'anni da quella "notte tempestosa e buia" che ha chiuso in maniera così tragica e fatale la vicenda de "I tre moschettieri". Da allora, i quattro moschettieri hanno perso la consuetudine di vita comune che li aveva così tanto legati. Sono diventati uomini fatti, in un contesto storico che intanto è profondamente mutato. Richelieu è morto, al suo posto c'è il nuovo dominatore della scena politica francese, il cardinale Giulio Mazzarino. Anche Luigi XIII è morto, lasciando sul trono un successore bambino, che governa sotto la reggenza della madre, Anna d'Austria; attorno a loro, le turbolenze politiche più esasperate, i moti della Fronda. I quattro amici hanno preso strade diverse: Athos, il conte de la Fère, vive nella sua tenuta di Bragelonne con Raoul, il ragazzo di cui è tutore; Porthos si è arricchito e ha acquisito un titolo nobiliare, ma vive con mille frustrazioni la sua nuova condizione; Aramis, divenuto l'abate d'Herblay, pare essersi rinserrato nella sua vocazione religiosa. Solo d'Artagnan continua a prestare servizio nei moschettieri, con la stessa immarcescibile fedeltà e con lo stesso grado di tenente con cui lo avevamo lasciato. Quale combinazione di eventi, quale irresistibile attrazione, quale volontà, quale destino li riunirà di nuovo? I quattro si ritroveranno tutti nell'Inghilterra sconvolta dalla Rivoluzione... Introduzione di Claude Schopp.
Il banchiere non gradisce le bistecche
Pierre Girard
Libro: Libro in brossura
editore: Casagrande
anno edizione: 2012
pagine: 120
L'uomo che viaggiava con la peste
Vincent Devannes
Libro: Copertina rigida
editore: Neo Edizioni
anno edizione: 2012
pagine: 192
1950. Un uomo senza nome fugge da un'Europa lacerata dalla guerra per un misterioso crimine commesso. Al di là dell'oceano c'è l'Argentina. Il ritratto intimo di un'epoca che ha riciclato la parte più buia della nostra storia.
L'arciere del Reno. Seguito da Le avventure del conte di Fiandra
Alexandre Dumas
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2013
pagine: 223
Sul finire dell'anno 1340, in una fredda ma ancora bella notte d'autunno, un cavaliere percorreva il sentiero che costeggia la riva sinistra del Reno. La luna cominciava a irradiare la sua luce d'argento; e noi approfitteremo di quel furtivo raggio di luce per dare una rapida occhiata al notturno viaggiatore"... L'inquietante sospetto di una falsa paternità e di un matrimonio tradito. La rabbia. La sete di vendetta. È questa la temperie di sentimenti che il conte Ludwig di Godesberg rivela all'amico Karl di Hombourg - il cavaliere in cui si è imbattuto il lettore alle prime righe. A fare le spese delle inquietudini e dei sospetti di Ludwig è il figlio Ottone, che viene rinchiuso in monastero, al pari di sua madre, confinata in un convento. Saranno le acque del Reno a salvare Ottone, che gettandosi da una finestra si darà alla fuga e si unirà a una banda di arcieri. L'abilità con l'arco sarà l'arma del suo riscatto che, di torneo in torneo, in una serie di riti d'iniziazione, lo porterà alla scoperta del coraggio, dell'amore, dell'onore, della lealtà e dell'amicizia. Questo racconto dumasiano degli esordi, scritto nel 1838, inaugura uno dei temi preferiti dal suo autore: quello della vendetta, che toccherà il culmine nel "Conte di Montecristo". Anche Ottone, infatti, alla fine getterà la maschera e svelerà la sua nobile identità, celata a lungo sotto un'austera armatura e dietro un leggendario scudo fregiato da un cigno altero.
I tre moschettieri
Alexandre Dumas
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Donzelli
anno edizione: 2015
pagine: LIII-1007
Qual è il segreto? Dove sta la magia? Nella forza del plot? Nella qualità possente dello scenario storico? Nell'alternarsi continuo di ingenuità e malizia? Nella suspense? Forse, più di tutto, nella gioia del raccontare. Questo capolavoro dell'intrigo cattura ad ogni pagina il lettore, lo spiazza, lo depista, lo inganna e lo rende complice, per poi coinvolgerlo in uno strabiliante "effetto meraviglia". A partire dal titolo: non solo I tre moschettieri sono quattro, ma - come ha osservato Umberto Eco - il romanzo è palesemente "la storia del quarto", di d'Artagnan. "Immaginatevi un Don Chisciotte a diciott'anni": è questo il primo impatto del lettore con questo virtuoso della spada, campione di fedeltà incondizionata alla causa del re e di dedizione assoluta alla regina. Sono passati vent'anni da quella "notte tempestosa e buia" che ha chiuso in maniera così tragica e fatale la vicenda dei Tre moschettieri. Da allora, i quattro amici hanno perso completamente la consuetudine di vita comune che li aveva così tanto legati. Sono diventati uomini fatti, in un contesto storico che è profondamente mutato. Quale combinazione di eventi, quale irresistibile attrazione, quale volontà, quale destino li riunirà di nuovo?
La danza del bifolco
Fiston Mwanza Mujila
Libro: Copertina morbida
editore: Nottetempo
anno edizione: 2021
pagine: 320
Una rumba indiavolata a cui è impossibile resistere, una sarabanda centroafricana tra profluvi di birre e trance da possessione: è la Danza del Bifolco, che si balla conciati di tutto punto al Mambo della festa, un locale di Lubumbashi, in Zaire. Siamo tra gli anni '80 e '90, il paese dopo l'Indipendenza passa per le mani di un dittatore cleptocrate, tra sommosse, tensioni etniche, fazioni nemiche, cambi di nome e di regime e una forsennata corsa ai diamanti del fiume Congo, il grande "serbatoio di sogni" anche per i derelitti e i senza-denti. Al centro del romanzo, un gruppo di bambini di strada che crescono in mezzo al bazar urbano con vari rovesci di fortuna, arrabattandosi a vivere di traffici loschi tra profetesse bicentenarie, scavatori di fango, faccendieri a vario titolo, arricchiti alcolizzati, polizia segreta e bande rivali. Col progetto finale, da adulti, di una macchina sforna-dollari, che chissà come andrà a finire... Mwanza Mujila, la cui scrittura è stata paragonata alla musica di Coltrane per il ritmo, a García Márquez per l'incandescenza e a Boris Vian per la visionarietà, racconta questa danza infaticabile della frontiera africana, in cui le sciagure della storia e le commedie della vita si scontrano di continuo come i corpi dei ballerini nel purgatorio del Mambo della festa.
I quattro tremori del giardino. Testo francese a fronte
Jean Portante
Libro: Copertina morbida
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2017
pagine: 147
"I testi che compongono "I quattro tremori del giardino" nascono dal cataclisma che il 6 aprile 2009 colpì l'Abruzzo e il suo splendido capoluogo, L'Aquila. Poeta e traduttore, romanziere e critico letterario, l'autore ha suddiviso il suo libro in quattro sezioni. Ma già con la prima, forse la più fortemente strutturata dell'intero volume, il lettore viene invitato a entrare in una specie di "elica testuale" fatta di anafore e slittamenti figurativi, quasi seguendo i dettami di un sogno surrealista. Nella seconda sezione, ritroviamo una variazione para-anaforica, questa volta modulata sul tema del vedere e dello sguardo. Portante, dopo aver ribadito la sua predilezione per l'iterazione, ritorna sull'idea della mescolanza fra spazi diversi, della fusione onirica fra dentro e fuori. Con la terza sezione, assistiamo però all'introduzione di un netto scarto stilistico [...] succedono infatti dei tanka (ispirati alle composizioni giapponesi di cinque versi). Certo, l'assunto resta il medesimo, come si vede dalla scelta di focalizzarsi su oggetti domestici in grado di dischiudersi su sconcertanti scenari. Si tratta cioè di un inventario (destinato a proseguire nei prossimi libri), per catalogare le "cose" che lo scrittore trovò in casa della madre dopo la sua morte. Nella quarta sezione, l'autore offre uno sguardo solare sul paesaggio, su un Sud, prima ancora che geografico o psichico, ontologico e approda a una sorta di attutita saggezza, affidando il congedo a un verso di segreta, di inquieta perfezione: «[...] solo una/ metà dell'ombra ti appartiene»." (dalla prefazione di Valerio Magrelli)
La chiara fontana
David Bosc
Libro: Copertina morbida
editore: L'orma
anno edizione: 2017
pagine: 128
"La chiara fontana" narra l'arte di un'epoca, la forza dei sensi e l'esultanza del corpo. Luglio 1873: il grande pittore realista Gustave Courbet - autore della famigerata "Origine del mondo" al centro di mille scandali - inizia il suo esilio in Svizzera. È stato tra i protagonisti dell'irripetibile stagione della Comune di Parigi e ha contribuito all'abbattimento della colonna Vendôme, simbolo del più tronfio imperialismo. Condannato a risarcire i danni e a scontare sei mesi di galera in una Francia insanguinata dalla reazione, Courbet ha scelto la fuga, ossia la libertà. E proprio come «la conseguenza di una libertà» David Bosc racconta gli ultimi quattro anni di vita di questo colosso della pittura, una libertà che è «dovere di governare se stessi» e coincide con le gioie, pure e contagiose, dell'arte e della Natura.
Diario di uno scrittore in pigiama
Dany Laferrière
Libro: Copertina morbida
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2017
pagine: 266
La scrittura è un mestiere e il pigiama l'abito da lavoro. Lo strumento per eccellenza, invece, è la macchina da scrivere. Oltre naturalmente alle ventisei lettere dell'alfabeto e a una manciata di regole grammaticali. Con questi pochi mezzi, a disposizione di chiunque, sono stati scritti i più grandi capolavori della letteratura. Il problema è saperli utilizzare con maestria. Certo servono talento, esperienza e un insaziabile appetito per la lettura. "Leggere, leggere, leggere" è infatti il primo e fondamentale consiglio che Laferrière dà agli aspiranti scrittori. A cui se ne aggiungono molti altri, in un manuale articolato in 182 lezioni, dove a suggerimenti più tecnici si mescolano i ricordi personali dell'autore e tante riflessioni su una passione antica, un'arte che è anche e soprattutto una "festa intima" a cui tutti sono invitati.
Figli del diavolo
Liliana Lazar
Libro: Copertina morbida
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2018
pagine: 233
Elena Cosma è sgraziata, mascolina, tutt'altro che bella. Vive da sola a Bucarest e lavora come ostetrica in ospedale. Da tempo ha rinunciato all'idea di sposarsi ma non a diventare madre. La sua occasione si presenta sotto le sembianze di una bellissima donna dai capelli rosso fuoco. Zelda P. ha appena perso il marito, ha già due bambini piccoli e non se la sente di allevarne un terzo, ma nella Romania degli anni Ottanta le donne con meno di quarantacinque anni non hanno il diritto di abortire se non hanno dato alla luce almeno quattro figli. L'accordo è presto stretto: Elena fingerà di essere incinta e Zelda le cederà il suo bambino in cambio di denaro. Per i primi anni tutto fila liscio, finché le visite sempre più frequenti di Zelda costringono l'ostetrica a fuggire a Prigor. Proteggere Damian è diventata un'ossessione, ma anche in quel paesino sperduto della Moldavia nascono i sospetti: Damian è bello, delicato e ha i capelli di un rosso acceso. Madre e figlio non si somigliano affatto. Elena scende a compromessi, inizia a lavorare nell'orfanotrofio da poco inaugurato, dove i bambini abbandonati, i «figli del diavolo», vengono vessati senza pietà. La sua coscienza sussulta, ma l'importante è tenere Damian al sicuro, perché lui non è un figlio del diavolo, no, lui è un «figlio di Dio». Figli del diavolo è un libro sugli abusi, sull'orrore perpetrato a danno dei più deboli nell'indifferenza generale, ma anche una riflessione spietata sulla natura umana, sul momento in cui la morale cede di fronte agli interessi personali. E non esiste redenzione.
La casa sul Bosforo
Pinar Selek
Libro: Copertina morbida
editore: Fandango Libri
anno edizione: 2018
pagine: 314
Una Istanbul da fiaba quella narrata da Pinar Selek attraverso i ricordi della sua infanzia e giovinezza nella "Casa sul Bosforo". Nell'arco di vent'anni, seguiamo l'intreccio amoroso di due coppie, quella della studentessa rivoluzionaria Elif e del musicista Hasan, e quella di Sema in cerca di se stessa e di Salih l'apprendista falegname. Ma il personaggio principale è il quartiere di Yedikule, carico di storia, di tradizioni, che conserva la sua autenticità nonostante lo scorrere del tempo. Tutti i personaggi che gravitano intorno ai quattro eroi principali sono vivi, tangibili, di tutti conosciamo l'origine, la vita quotidiana, il mestiere, le minuzie. E tuttavia è una fiaba non priva di ombre, il libro comincia con la denuncia del colpo di Stato del 1980 e descrive personaggi assetati di libertà e giustizia sociale, tentati dal terrorismo o spinti all'esilio. È una fiaba rosa dove le donne, romantiche e appassionate, prendono tutte in mano il loro destino mandando in frantumi i nostri pregiudizi. E in ultimo è una fiaba utopista e di confine, popolata da minoranze curde, armene e greche ben visibili: la resistenza curda è attiva, la cultura armena presente, i pogrom contro i greci nel 1955 e durante la crisi di Cipro vengono evocati. Può esistere un luogo dove persone di origini diverse s'incontrano e si aiutano reciprocamente?