Libri di Chiara Cappiello
Promesse e minacce dell'inconscio. Freud nella crisi del Novecento
Chiara Cappiello
Libro
editore: Istituto Italiano di Studi Germanici
anno edizione: 2024
Freud non è stato un filosofo, né tantomeno si è mai considerato tale. Il confronto con il padre della psicanalisi è però un capitolo centrale nella storia della filosofia del Novecento. Psicologi e scienziati, poeti, pittori e artisti, ma anche filosofi e storici della cultura non possono non misurarsi con l'epocale scoperta dell'inconscio. Freud è il simbolo di una potente detonazione – quella della natura dello spirito – registrata dagli osservatori del Novecento e delle sue patologie. La reazione alla psicanalisi, letta come promessa o come minaccia, si fa così materiale per indagare la crisi del XX secolo. Il 'laboratorio Freud' studia alcuni casi che formano una costellazione tra Italia e Germania, collocati in snodi storici che segnano come cicatrici il Novecento: gli anni Trenta, quando lo stesso Freud sperimenta sulla propria pelle la crisi che ha colpito l'Europa; gli anni Quaranta e Cinquanta, con il periodo postbellico e la nuova minaccia costituita dalla Guerra fredda,
Goethe. Con una scelta delle liriche nuovamente tradotte
Benedetto Croce
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Bibliopolis
anno edizione: 2024
pagine: 740
Quest’opera è stata significativamente accresciuta nelle sue diverse edizioni, segno di un’attenzione sempre rinnovata nel corso del tempo da parte di Croce per la figura di Goethe. Certamente Croce trovò «lenimento e rasserenamento» dal contatto con Goethe, come scrive nella Prefazione del 1918. Ma il rapporto con Goethe usciva dalla sfera intima della lettura e dello studio per allargarsi alla dimensione pubblica del confronto, anche aspro, con altri studiosi. Emerge qui l’aspetto energico della personalità di Croce, la sua forte vis polemica, il gusto per le battaglie culturali: tutti elementi che smentiscono lo stanco clichè dell'"olimpicità” di Croce.
Briciole. Arte e fine del mondo in Theodor W. Adorno
Chiara Cappiello
Libro: Libro in brossura
editore: La Città del Sole
anno edizione: 2021
pagine: 128
Quella adorniana è una riflessione asistematica, fatta di frammenti e di briciole di pensiero. Le briciole sono macerie, ciò che resta dopo uno sgretolamento, ma anche granelli di una polvere che mette le ali all’utopia. Francofortese costretto all’esilio negli Stati Uniti, nato all’alba del ventunesimo secolo e morto all’indomani del ’68, Adorno è un pensatore del Novecento, della Germania e dell’Europa, e della loro crisi. Che viene messa a fuoco anche con l’ausilio di uno specchio assai profondo: quello dell’arte. Se il cuore del filosofo batte per l’avant-garde, si avverte allo stesso tempo come la nostalgia per un’armonia perduta – o a venire. Ciò emerge sperimentando l’accostamento di Adorno ad altri grandi osservatori del Novecento cui il francofortese non guarda simpateticamente. Con costoro egli ha almeno un punto in comune: potrebbero alloggiare insieme nelle suites del lukácsiano «Hotel Abisso». Lo sguardo di ognuno di essi scruta con piglio aristocratico più o meno velato gli strapiombi della storia.
Oswald Spengler e il« Tramonto dell'Occidente». Cento anni dopo
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2021
pagine: 142
Avere cent'anni, e non darli a vedere. L'opera di cui, attraverso il presente volumetto, si festeggia il centenario, il Tramonto dell'Occidente di Spengler (1918-2018), è dunque un «classico». Proprio il Tramonto dell'Occidente, opera famigerata per antonomasia. Malgrado i tanti detrattori, assai preoccupati dai pericoli annidati nel testo e malgrado Spengler stesso, che di essere considerato un «classico» forse non aveva tanta voglia. Con il Tramonto dell'Occidente a compiere cent'anni non è un libro qualsiasi ma un libro importante, un grande libro - un «romanzo intellettuale», un «libro carismatico», uno Ur-Buch - che ha dietro di sé una recezione ormai anch'essa vasta e complessa, un tassello importante nella storia culturale europea e non soltanto europea. La ricorrenza centenaria potrebbe allora fornire lo stimolo per riprendere in grande stile proprio il filo della fortuna di Spengler, la fortuna e la sfortuna, la sua recezione, la recezione in grande stile, e cioè una storia della recezione che sarà degna di questo nome solo a patto di mostrare la necessaria sensibilità per la dimensione storica. Di ciò si sente fortemente il bisogno, anche perché il confronto con un libro che affronta il problema del tramonto dell'Occidente e del suo declino necessariamente si rivela, allo stesso tempo, come un confronto con la nostra coscienza di europei. Con contributi di Marino Freschi, Giampiero Moretti, Andrea Orsucci, Giuseppe Raciti e Domenico Conte.
«Perdita del centro». Arte e Novecento in Benedetto Croce
Chiara Cappiello
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2019
pagine: XVIII-227
«Don Antonio Cardarelli della letteratura»: questo il soprannome con cui Benedetto Croce era noto a Napoli per le sue «diagnosi e prognosi letterarie». Anche il filosofo, insieme con altri grandi interpreti del Novecento, considera l'arte un sismografo dei moti dello spirito. All'altezza del Novecento il mondo, privo di punti di riferimento e di spinta morale, gli appare vertiginosamente sbilanciato verso la vitalità. Ha perso il centro, come si legge nella Storia d'Italia e in non poche pagine di sferzante e implacabile polemica letteraria. L'arte è lo specchio su cui si riflette la febbre che ha colpito l'Europa. Nell'officina del critico si incontra un Croce diverso da quello irrigidito nelle maglie del sistema. Lungi dal vivere nel migliore dei mondi possibili, il filosofo non si stanca di invigilare e di esercitare la critica fuori di ogni torre d'avorio, nel doloroso confronto con l'asprezza dei tempi e della storia. Tentando di trattenere quanto ormai è perduto. Prefazione di Domenico Conte.