Libri di Cristina Battocletti
Epigenetica
Cristina Battocletti
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2023
pagine: 192
Dopo aver sofferto durante l’infanzia l’abbandono del padre e il progressivo declino psico-fisico della madre, Maria, lasciata a sé stessa, divisa pure dagli amati fratelli, arriva ad affermarsi come scrittrice. Il successo, però, non porta né compenso né redenzione. Maria, infatti, proprio come la madre, si allontana dalla famiglia, inseguendo forsennatamente le proprie ossessioni e scivolando sempre più nel disgusto della vita. Solo il ritrovamento del figlio, ormai adulto, le offrirà un’occasione di salvezza, portandola ad affrontare una volta per tutte i demoni del passato. Potente e graffiante scandaglio di un destino familiare, Epigenetica ci trascina nella profondità di una donna che attraversa i meccanismi dell’abbandono fino a una coraggiosa riscoperta di sé. La voce della protagonista, Maria, costruisce un racconto primordiale e modernissimo, severo e tenero fino allo struggimento, accumulando tenebre e tuttavia lasciando possibilità all’irrompere della luce.
Bobi Bazlen. L'ombra di Trieste
Cristina Battocletti
Libro: Copertina morbida
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2021
pagine: 400
Bobi Bazlen (Trieste 1902 - Milano 1965), fondatore assieme a Luciano Foà di Adelphi, fu consulente delle più importanti case editrici italiane e scopritore di Italo Svevo; fece pubblicare la letteratura mitteleuropea fino ad allora sconosciuta, tra cui Kafka e Musil, e i cardini della psicoanalisi freudiana e junghiana. Poliglotta, indovinava il valore dei libri in base al fatto che avessero "il suono giusto". Affascinato da oroscopi e mappe astrologiche, aveva una cultura vastissima che si spingeva fino all'antropologia e all'arte primitiva. Di madre ebrea e padre evangelico, da adulto abbracciò il taoismo e le filosofie orientali. Imprendibile, bizzarro, anche nel vestiario, è rimasto sempre nell'ombra. Questo libro racconta il mistero di Bobi Bazlen, temuto da Giulio Einaudi e amato da Adriano Olivetti, amico di Amelia Rosselli ed Elsa Morante, ma detestato da Pier Paolo Pasolini e Alberto Moravia. Dalle mattine passate nella bottega di Umberto Saba al dialogo con Eugenio Montale: una lettura inedita, attraverso documenti e nuove testimonianze che riportano a Trieste, la città che lasciò a 32 anni senza farvi (forse) più ritorno.
Giorgio Strehler. Il ragazzo di Trieste. Vita, morte e miracoli
Cristina Battocletti
Libro: Copertina morbida
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2021
pagine: 448
A Trieste, il 14 agosto 1921, nasceva Giorgio Strehler, uno dei più grandi registi del Novecento, fondatore del Piccolo Teatro di Milano assieme a Paolo Grassi nell'immediato dopoguerra. Di madre slovena, padre tedesco, nonni franco balcanici, parlava quattro lingue e fu un europeista ante-litteram. Partigiano, laico, illuminista, rinnovò il modo di fare regia, cambiò veste alle opere di Goldoni, mentre Bertolt Brecht lo designò unico erede per la messa in scena dei suoi testi in Italia. Non si cimentò mai nel cinema, come il "rivale" Luchino Visconti, ma, da musicista, rivoluzionò il mondo dell'opera, aprendo una nuova via per l'interpretazione, tra gli altri, di Mozart e Verdi. Affascinante, colto, estroso e contraddittorio, un uomo di intense passioni artistiche e sentimentali. Cristina Battocletti narra la leggenda, le luci e le ombre di un personaggio iconico, dal palcoscenico alle battaglie politiche. Le vittorie e le sconfitte, gli amori, la vita del ragazzo di Trieste attraverso un racconto fotografico inedito e la voce di chi gli è stato più vicino, da Riccardo Muti a Ornella Vanoni, da Massimo Ranieri a Ottavia Piccolo, da Paolo Rossi a Milva
Di passaggio
Giuseppe Varchetta
Libro: Libro in brossura
editore: Corraini
anno edizione: 2021
"Come è involontariamente buffa l'umanità, perfino nella fatica, nell'inedia o nella dimenticanza di sé. Questo paiono suggerire le immagini di Giuseppe Varchetta, che dalla metà degli anni Sessanta gira con una macchina fotografica al collo, come fosse una parte integrante del corpo. La sua Agfa, donata dalla moglie Adriana, prima, e vari modelli di Nikon, poi, sono stati e sono uno scudo di invisibilità, che lo ha protetto in oltre cinquant'anni di appostamenti. Così ha potuto esercitare una personale visione del mondo in un milione di scatti, rigorosamente catalogati, con un occhio salvifico, mai sarcastico, maturato probabilmente dal magma esperienziale di uomo che scruta gli individui per trasformarli in squadre armoniose di lavoratori negli uffici del personale, cercando di sciogliere i problemi, di allentare le tensioni. Le fotografie di Varchetta, nonostante chissà quante miserie e grovigli abbiano visto i suoi occhi chiari, conservano il senso della sorpresa costante. Perché "ruba", come dice lui stesso, pose a donne e uomini, senza che questi avvertano l'intrusività del mirino, rimanendo morbidi nel loro essere o non essere". (Dall'introduzione di Cristina Battocletti)
Dayton, 1995. La fine della guerra in Bosnia Erzegovina, l’inizio del nuovo caos
Libro: Libro in brossura
editore: Infinito Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 160
Gli Accordi di Dayton nel novembre del 1995 misero fine al conflitto in Bosnia Erzegovina dopo quattro anni di orrori, il più noto dei quali è il genocidio di Srebrenica. In questo libro collettivo – un lavoro imparziale nel quale parlano ventisei voci di altissimo spessore –, testimoni dell’epoca, diplomatici, giornalisti, scrittori, giuristi, religiosi, cooperanti ed esperti di Bosnia Erzegovina e di Balcani raccontano spaccati inediti dal loro osservatorio speciale durante le settimane che precedettero e seguirono il raggiungimento degli Accordi, partecipando al contempo al dibattito sull’efficacia, i limiti, gli errori di chi li negoziò, viste la situazione di stallo sociale ed economico e la gestione improvvida del potere da parte delle élite politiche attuali. Prefazione di Cristina Battocletti.
Le mie cartoline dal fronte 1915-1918
Ignazio Rocca
Libro
editore: Ernesto Di Lorenzo Editore
anno edizione: 2018
pagine: 94
«(..) Che freddo nel corpo e nell’anima deve aver sentito di primo acchito il sergente Ignazio Rocca, aiutante di Sanità al suo arrivo a Moggio Udinese, che allora contava poco più di quattromila anime (oggi poco più di mille), un decimo della sua Alcamo. Eppure il giovane Ignazio, dopo aver superato i primi respingimenti ambientali, deve aver captato la magia dei luoghi. Cercava di trasmetterli alla famiglia con le tante cartoline che mostravano montagne incantate, quali sono ancora, infestate, secondo le leggende, da spiriti e streghe, assai lontani dalle gesta epiche dei cavalieri narrate dai pupi. Che spettacolo deve essere stata la prima visione della neve che scendeva abbondante a coprire i prati e le piccole dolomiti friulane. Uno stupore che avrà messo in secondo piano il freddo, per ripararsi dal quale chiedeva ai familiari indumenti caldi, assieme anche a camicie di seta colorata, forse magari per colpire uno sguardo chiaro sopra gli zigomi alti e una chioma bionda. (…) Nei momenti di disperazione, quando nelle tende del campo ospedaliero non ci sarà stato abbastanza anestetico per operare i troppi feriti, quando sarà spírato sotto le sue inesperte dita di studente l’ennesimo volto che non raggiungeva i vent’anni, Ignazio avrà lenito la propria impotenza e disperazione sul greto del fiume Fella, placando la sofferenza con il gorgoglio delle acque limpidissime, su cui dal 1917 a lungo avrebbero stazionato i resti del ponte di ferro, fatto saltare dagli artificieri dopo la disfatta di Caporetto. (…) Lo avrà consolato la dolcezza sottopelle dei locali, gente remissiva, “sottana”, abituata cioè a stare sotto, a essere dominata nei secoli dai popoli stranieri, capace di darsi totalmente e ingenuamente, superata la prima ostilità. (…) Ignazio avrà sicuramente pensato che non erano in fondo cosi abissali, come gli saranno apparse all’inizio, quelle latitudini e longitudini che separavano Alcamo da Moggio. Che, in fondo, alla sua insularità geografica e culturale corrispondeva l’insularità fiera di quella gente, che si sfiniva di lavoro ma non rinunciava alla dignità e al coraggio: terre di mescolanze, di confini e di orgoglio, agli estremi opposti dello stivale che finivano per assomigliarsi» (dalla prefazione di Cristina Battocletti).
Bobi Bazlen. L'ombra di Trieste
Cristina Battocletti
Libro: Copertina morbida
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2017
pagine: 392
Bobi Bazlen (Trieste 1902 - Milano 1965) è stato uno dei protagonisti più influenti della cultura italiana nel Novecento. Fondatore assieme a Luciano Foà di Adelphi, consulente di Einaudi e delle più importanti case editrici italiane, grazie a lui venne scoperto Italo Svevo e pubblicata la letteratura mitteleuropea fino ad allora sconosciuta, tra cui Franz Kafka e Robert Musil. Capace di leggere indifferentemente in tedesco, italiano, inglese e francese, indovinava il valore dei libri in base al fatto che avessero "il suono giusto". Affascinato da oroscopi e mappe astrologiche, aveva una cultura vastissima che si spingeva fino all'antropologia e all'arte primitiva. Di madre ebrea e padre cristiano evangelico, da adulto abbracciò il taoismo e le filosofie orientali. Imprendibile, misterioso, bizzarro anche nel vestiario, è rimasto sempre nell'ombra. Chi era dunque, Roberto, Bobi, Bazlen? Perché ha lasciato fantasmi irrisolti? Perché era amato da tanti, come la poetessa Amelia Rosselli, e avversato da altri, come il regista Pier Paolo Pasolini e lo scrittore Alberto Moravia? Una vita piena di passioni, amicizie profonde e frequentazioni di intellettuali come Elsa Morante, sullo sfondo della grande storia del secolo breve. Dalle mattinate passate nella bottega di Umberto Saba, al dialogo ininterrotto con Eugenio Montale, all'avventura della psicoanalisi, con Edoardo Weiss e Ernst Bernhard, di cui fu uno dei primi pazienti. Questo libro racconta un Bazlen inedito, attraverso lettere e testimonianze che riportano a Trieste, la città che lasciò a 32 anni senza farvi (forse) più ritorno.
La mantella del diavolo
Cristina Battocletti
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2015
pagine: 168
Irma, studentessa universitaria fuori sede, torna a Cividale, paese nativo vicino al confine con la Slovenia, per il funerale del migliore amico, Alfredo. Pronta a ripartire il giorno seguente, è trattenuta da una serie di morti che coinvolgono il padre, una cara amica e il poeta straccione e pazzo con cui instaura un legame filiale. Il poeta pare sapere sempre la verità. Sullo sfondo di un ponte, chiamato del Diavolo, Irma sembra prigioniera di un incantesimo della città che le impedisce di andarsene.