Libri di David Graeber
Debito. I primi 5000 anni
David Graeber
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2024
pagine: 664
“Debito” è il racconto di 5000 anni di rapporti di forza, disuguaglianze e mutamenti politici letti attraverso la lente dei cicli del debito e della sua abolizione. Arricchita dalla prefazione di Thomas Piketty, questa nuova edizione ci porta ancora una volta a un confronto brutale con ciò che in ogni luogo e tempo consideriamo libertà. In Mesopotamia, tra il III e il I millennio a.C., i sovrani dovevano periodicamente rimediare con giubilei alla riduzione in schiavitù per debiti di ampie fasce della popolazione, pena la deflagrazione di tutta la società: è da qui che prende avvio l’indagine di Graeber per mostrare come l’istituzione del debito sia anteriore alla moneta e come da sempre, e ovunque, sia oggetto di aspri conflitti sociali. In contesti di guerra e nell'impalcatura delle religioni, infatti, esso è stato per secoli uno strumento di oppressione, una cifra con cui valutare non solo i rapporti economici ma anche la moralità e le relazioni umane, la subalternità e i ruoli reciproci. Quella di Graeber è un’analisi critica ad ampio spettro che attraversa la Grecia di Solone e l’impero della dinastia Han in Cina, il Medioevo europeo e le guerre dei regni africani di Ashanti e Dahomey, utilizzando gli strumenti forniti da storiografia e antropologia, filosofia e teologia nel tentativo di restituire uno schema capace di leggere e interpretare le crisi economiche e finanziarie del contemporaneo. Il suo è un grido di allarme rispetto alle modalità con cui ancora oggi istituzioni e classi dominanti utilizzano il debito per soffocare singoli cittadini e interi stati: perché se vogliamo immaginare un mondo più giusto, più sostenibile e libero, il primo passo da fare è una tabula rasa; e smettere, una volta per tutte, di «rimettere i nostri debiti ai nostri debitori». Prefazione di Thomas Piketty.
Burocrazia. Perché le regole ci perseguitano e perché ci rendono felici
David Graeber
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2016
pagine: 217
Siamo sommersi dalle scartoffie. Bollette, multe, moduli per l'iscrizione in palestra: è l'età della burocratizzazione totale. Ma come ci siamo arrivati? Di solito si pensa che la deregolamentazione sia un cambiamento positivo: meno lungaggini e meno regole che soffocano l'innovazione, il commercio e l'iniziativa individuale. E invece le riforme volte alla liberalizzazione del mercato e alla riduzione della burocrazia incrementano esponenzialmente le norme da interpretare, i moduli da riempire e le code da sopportare. La cultura burocratico-aziendale ha progressivamente invaso gli uffici pubblici, le università, ogni ambito della vita quotidiana. Il potere pubblico si è alleato con l'interesse privato e si è fatto strumento di un sistema sempre più arbitrario, che usa la lingua della razionalità e dell'efficienza per nascondere obiettivi irrazionali: estrarre ricchezza per il profitto dei privati. Ma c'è un problema ulteriore: perché le regole ci attraggono? I rapporti burocratici - freddi, meccanici e impersonali - sono anche facili e prevedibili, e ci offrono l'opportunità di sperimentare situazioni in cui tutta la complessità della vita vengono spazzate via. Il motivo nascosto del fascino della burocrazia è la paura della libertà. Come immaginare, dunque, una società davvero libera? In questo libro, Graeber spiega le ragioni della nostra ambiguità nei confronti della burocrazia e delle regole a cui non riusciamo a sottrarci nonostante la loro evidente stupidità.
Le origini della rovina attuale
David Graeber
Libro: Copertina morbida
editore: E/O
anno edizione: 2022
pagine: 289
I quattro saggi da cui è composto questo volume corrispondono alle ricerche che David Graeber intraprese negli anni Ottanta del secolo scorso all'università? di Chicago. Raccolti in volume con altri nel 2007, sono uno studio antropologico delle origini del capitalismo. Visto il carattere totalizzante di quest'ultimo, esaminarle dà modo di riflettere sulle infinite possibilità? alternative, sempre presenti, di intendere e di vivere le relazioni sociali, i desideri, il mondo. Buone maniere, individualismo, gerarchia, proprietà?, una critica (alla critica) del consumo, il ribaltamento dei modi di produzione, la creatività? sociale e il feticismo, sono solo alcuni dei temi affrontati in questa raccolta. Graeber, anarchico e tra i più brillanti antropologi della sua generazione, ha partecipato al movimento altermondialista ed è stato tra i principali agitatori di Occupy Wall Street.
Debito. I primi 5000 anni
David Graeber
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2012
pagine: 544
In uno stile colloquiale e diretto, attraverso l'indagine storica, antropologica, filosofica, teologica, Graeber ribalta la versione tradizionale sulle origini dei mercati. Mostra come l'istituzione del debito sia anteriore alla moneta e come da sempre sia oggetto di aspri conflitti sociali: in Mesopotamia i sovrani dovevano periodicamente rimediare con giubilei alla riduzione in schiavitù per debiti di ampie fasce della popolazione, pena la deflagrazione di tutta la società. Da allora, la nozione di debito si è estesa alla religione come cifra delle relazioni morali ("rimetti a noi i nostri debiti") e domina i rapporti umani, definendo libertà e asservimento. Mercati e moneta non sorgono automaticamente dal baratto, come sostengono gli economisti fin dai tempi di Adam Smith, ma vengono creati dagli stati, che tassano i sudditi per finanziare le guerre e pagare i soldati. Gli ultimi 5000 anni di storia hanno visto l'alternarsi di fasi di moneta aurea e moneta creditizia, fino al definitivo abbandono dell'oro come base del sistema monetario internazionale nel 1971. Graeber esplora infine la crisi attuale, nata dall'abuso di creazione di strumenti finanziari da parte delle grandi banche deregolamentate, e sostiene la superiorità morale di cittadini e stati indebitati rispetto a creditori corrotti e senza scrupoli che vogliono ridurre libertà e democrazia alla misura dello spread sui titoli pubblici.
Oltre il potere e la burocrazia. L'immaginazione contro la violenza, l'ignoranza e la stupidità
David Graeber
Libro: Copertina morbida
editore: Elèuthera
anno edizione: 2013
pagine: 127
Finora la ricerca antropologica si è chiesta non perché la burocrazia produca assurdità, ma perché la gente lo ritenga normale. Qui Graeber va oltre e mette in discussione le istituzioni burocratiche - dagli ospizi per gli anziani agli apparati di polizia - rilevando come in ultima istanza la loro legittimità si basi sempre sulla minaccia della forza. L'iper-burocrazia, con la sua pretesa di disciplinare le relazioni umane attraverso schemi categoriali semplici, uccide la capacità di inventare nuove forme di socialità, creando "zone morte dell'immaginazione" dove si installa la stupidità burocratica. Infatti è proprio questa incapacità di capire le esigenze e i punti di vista delle persone concrete che porta all'inefficienza, e dunque all'incapacità di governare i fenomeni complessi. Fenomeni nei quali certamente rientrano i nuovi movimenti radicali, di cui Graeber abbozza un'etnografia costruita da vicino e dall'interno, concentrandosi sui due maggiori aspetti simbolici: l'attività distruttiva dei Black Bloc e l'attività creativa incarnata dai grandi pupazzi. E ci spiega anche perché allo sguardo miope delle istituzioni coercitive questi due aspetti siano indistinguibili. Prefazione di Adriano Favole.
Progetto democrazia. Un'idea, una crisi, un movimento
David Graeber
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2014
pagine: 288
Si può definire democratico un sistema politico che tutela i più ricchi e abbandona il 99% della popolazione? Gli strumenti di questa democrazia, la democrazia liberale, non sono in grado di affrontare e risolvere la crisi in atto. È necessario un cambiamento sociale per realizzare una democrazia reale e riportare al centro del dibattito la disuguaglianza economica. David Graeber osserva come non siano più l'industria e il commercio a determinare la ricchezza, bensì la pura speculazione con la creazione di complicati strumenti finanziari. Lontana dall'economia reale, la finanziarizzazione del capitalismo è una vera e propria collusione tra governo e istituzioni finanziarie mirata a indebitare una percentuale sempre più alta di cittadini e ad arricchirne una sempre più esigua. I governi non riflettono più il volere del popolo né il consenso popolare. È quindi impossibile parlare ancora di democrazia. Le lobby influenzano qualunque decisione, i rappresentanti dei cittadini finiscono per rappresentare più i finanziatori che gli elettori: questa è la convinzione di David Graeber e del movimento Occupy Wall Street che, nel settembre 2011, catturò l'attenzione del mondo a Zuccotti Park, a metà strada fra Wall Street e il World Trade Center. Per circa due mesi, senza usare violenza ma con determinazione, senza partiti e senza leader, le proteste degli attivisti raccolsero il consenso della maggioranza degli americani, infuriati contro banchieri e alta finanza...
Bullshit jobs
David Graeber
Libro: Copertina rigida
editore: Garzanti
anno edizione: 2018
pagine: 400
Siate onesti: se il vostro lavoro non esistesse, quanti ne sentirebbero la mancanza? Qual è il contributo significativo che offre al mondo? Nella primavera del 2013, David Graeber ha posto questi semplici interrogativi in un articolo provocatorio pubblicato online, e il successo è stato immediato: milioni di visualizzazioni, traduzioni in quasi venti lingue, condivisioni virali in tutto il mondo, campagne spontanee di guerrillia marketing da parte di attivisti politici. Perché i risultati sono stati sorprendenti: oltre il 40% degli intervistati riteneva di svolgere un lavoro inutile, un lavoro privo di senso, un «bullshit job». A partire da quelle riflessioni e perfezionandole con nuovi dati, ricerche, approfondimenti, Graeber esplora in questo libro una delle più sentite preoccupazioni dell'economia contemporanea, puntando il dito contro una deformazione tipica del capitalismo finanziario che permette a milioni di persone - consulenti per le risorse umane, coordinatori delle comunicazioni, avvocati societari - di svolgere un lavoro inutile senza impedire loro di esserne tragicamente consapevoli. David Graeber studia così i meccanismi attraverso i quali questo fenomeno - che il capitalismo efficientista doveva eliminare - si sta diffondendo oltremisura. Analisi spietata e manifesto per un nuovo umanesimo, "Bullshit Jobs" mostra come il lavoro, anziché finalizzato alla produzione, sia diventato fine a sé stesso, e propone soluzioni capaci di ridistribuire la ricchezza e di superare le disuguaglianze create dal nostro modello economico: non ultima, un reddito di cittadinanza che separi il lavoro dalla retribuzione.
Critica della democrazia occidentale
David Graeber
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 128
Benché la civiltà occidentale ne rivendichi l'invenzione, Graeber ci mostra come forme democratiche basate sull'autoorganizzazione siano emerse, nel tempo e nello spazio, in una pluralità di società «altre», diverse tra loro ma tutte estranee alla concezione statuale propria dell'Occidente. E sta qui la contraddizione insita nell'ideale democratico occidentale, che si regge sul sogno impossibile di coniugare le pratiche democratiche con i meccanismi coercitivi dello Stato. Una contraddizione che impedisce la creazione di democrazie nel senso pieno del termine, consentendo piuttosto la nascita di «repubbliche» dotate di pochi elementi democratici. Il che spiega come mai in Occidente ci siano sempre state sperimentazioni sociali volte a riaccendere le istanze più autentiche della pratica democratica. E se in passato i modelli di democrazia scaturiti dalle rivoluzioni americana e francese si sono ispirati, più che all'Atene classica, alle navi pirata, ai nativi americani o alle comunità di frontiera popolate da liberti, prostitute e rinnegati, oggi sono i movimenti di critica radicale dell'esistente, fondati su pratiche orizzontali e modalità di condivisione, a mettere in discussione le basi della nostra democrazia incompiuta. E il futuro della democrazia sta proprio lì. Prefazione di Stefano Boni.
I Kwara'ae di Honiara. Migrazione e buona vita alle Isole Salomone
Rodolfo Maggio
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2019
pagine: 305
Da più di cinquant’anni i Kwara’ae lasciano Malaita, la loro isola di origine, per costruirsi una nuova vita a Honiara, capitale delle Isole Salomone. Quando raccontano della loro condizione, parlano di Malaita come di un luogo primitivo, isolato e senza speranza di sviluppo, e vedono invece Honiara come la moderna città di arrivo, dove tutto può succedere. Tuttavia, Malaita è anche un simbolo di unità, cooperazione e di forte identità. Honiara, al contrario, è il luogo dove regnano diversità, competizione, dove gli individui vivono separati, dove la vita è dura. Ciononostante, i Kwara’ae continuano a lasciare Malaita e a stabilirsi a Honiara. Perché? C’è chi sostiene che i migranti come loro non facciano che peggiorare la città. Questo libro racconta invece come i Kwara’ae di Honiara si impegnino ogni giorno per rendere Honiara un posto migliore dove vivere, superando le difficoltà della vita urbana e adattando creativamente i valori della loro cultura. Prefazione di David Graeber.
Il potere dei re. Tra cosmologia e politica
David Graeber, Marshall Sahlins
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2019
pagine: XII-629
Due tra i più importanti antropologi affrontano un tema centrale: da dove viene il potere? Perché anche nelle società più semplici alcuni uomini prendono il sopravvento e agiscono come se il potere spettasse loro per qualche ragione sovrannaturale? La filosofia politica ha cercato nelle infrastrutture (il modo di produzione, tipicamente) le ragioni della stratificazione del sociale, proiettando sul piano religioso la messa in scena “simbolica” di quel potere “reale”. Gli dei sarebbero cioè la trasfigurazione del potere dei re. In questo libro rivoluzionario Graeber e Sahlins rovesciano la catena causale e fanno dei re gli imitatori di un potere sovraumano che stabilisce una gerarchia cosmologica universale: i re cercano di riprodurre con i loro mezzi il potere ultra-mondano posseduto dagli dei. Prefazione all'edizione italiana di Piero Vereni.
Critica della democrazia occidentale. Nuovi movimenti, crisi dello stato, democrazia diretta
David Graeber
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2019
pagine: 128
Benché la civiltà occidentale ne rivendichi l'invenzione, Graeber ci mostra come forme democratiche basate sull'autoorganizzazione siano emerse, nel tempo e nello spazio, in una pluralità di società «altre», diverse tra loro ma tutte estranee alla concezione statuale propria dell'Occidente. E sta qui la contraddizione insita nell'ideale democratico occidentale, che si regge sul sogno impossibile di coniugare le pratiche democratiche con i meccanismi coercitivi dello Stato. Una contraddizione che impedisce la creazione di democrazie nel senso pieno del termine, consentendo piuttosto la nascita di «repubbliche» dotate di pochi elementi democratici. Il che spiega come mai in Occidente ci siano sempre state sperimentazioni sociali volte a riaccendere le istanze più autentiche della pratica democratica. E se in passato i modelli di democrazia scaturiti dalle rivoluzioni americana e francese si sono ispirati, più che all'Atene classica, alle navi pirata, ai nativi americani o alle comunità di frontiera popolate da liberti, prostitute e rinnegati, oggi sono i movimenti di critica radicale dell'esistente, fondati su pratiche orizzontali e modalità di condivisione, a mettere in discussione le basi della nostra democrazia incompiuta. E il futuro della democrazia sta proprio lì. Prefazione di Stefano Boni.
Frammenti di antropologia anarchica
David Graeber
Libro: Copertina morbida
editore: Elèuthera
anno edizione: 2020
pagine: 136
Che cosa dovrebbe rendere compatibili, anzi affini, una filosofia politica come l'anarchismo e una disciplina scientifica come l'antropologia (culturale, beninteso)? Per Graeber, anarchico e antropologo, sussistono feconde potenzialità di arricchimento reciproco perché entrambe si muovono da molto tempo sulla stessa traiettoria, non solo perché riconoscono la varietà dei modi di pensare propri degli esseri umani, ma anche perché pongono al centro della loro riflessione la questione cruciale del potere. In un mosaico di appunti e spunti deliberatamente incompiuti, l'autore sviluppa la sua tesi partendo dalle enclaves libertarie ed egualitarie presenti in diversi momenti della socialità umana - di cui già parlano antropologi come Marcel Mauss o Pierre Clastres - per arrivare alle forme di contropotere esistenti nel mondo occidentale, e non solo. Viene così abbozzata una ridefinizione dello Stato e delle organizzazioni politiche che apre a considerazioni fortemente innovative sui concetti di dominio, gerarchia, autorità.