Libri di Fausto Pellecchia
Ludwig Wittgenstein e la grande guerra
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 192
La prigionia di Ludwig Wittgenstein (1889-1951) a Cassino – catturato il 3 novembre 1918 e giunto nel campo di internamento di Caira nel gennaio 1919 – è stato lo spunto per ripensare le condizioni dei prigionieri di guerra durante il primo conflitto mondiale, ma soprattutto per rileggere quelle pagine che il filosofo austriaco portava con sé, ancora in forma di bozze e di appunti, nel suo zainetto personale e che sarebbero divenute il testo di un libro famoso in tutto il mondo: il Tractatus logico-philosophicus (pubblicato nel 1921). Nel presente volume storici, germanisti e filosofi non solo ricostruiscono la vita di Wittgenstein durante il periodo della prigionia, ma colgono l'occasione per rivisitare un pensiero complesso, che indaga sul senso, sui limiti e sulle potenzialità del linguaggio e dell'esperienza in genere.
Finzioni di scuola. Trattatello antipedagogico
Fausto Pellecchia
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Thyrus
anno edizione: 2019
pagine: 208
"Come si evince dal sottotitolo di questo libello, il suo bersaglio polemico è costituito dal discorso pedagogico nella curvatura dogmatica e manichea che lo caratterizza ai nostri giorni. Giocando sulla divaricazione tra “tradizione” e “innovazione”, “autorità” e “non direttività”, “insegnamento” e “apprendimento” come se si trattasse di opposizioni ovvie e naturali, viene tolto ogni spazio intermedio in cui rintracciare il possibile varco verso il nucleo essenziale dell’istituzione scolastica. In questo senso, il libro si presenta come una difesa della scuola e dei saperi che essa avrebbe il compito di dispensare, occultati dietro le sue “finzioni” postmoderne".
Amori velati & svelati
Fausto Pellecchia
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 260
I saggi che qui si presentano, pur nella loro apparente disomogeneità, sono tuttavia attraversati e raccolti dalla rete delle tre variabili principali della passione amorosa nei suoi molteplici accoppiamenti. I greci distinguevano, infatti, tre volti o figure dell’Amore: Eros, Agape e Philia. Eros definisce l’amore sensuale: figlio di Povertà e Acquisto, secondo la concezione platonica, è l’amore come desiderio egotico del mutuo scambio, come inesauribile brama di possesso per compensare ciò di cui si patisce la mancanza. Philia è l’Amore di affetto, che si stabilisce in un rapporto di complice amicizia, di affiatamento e di comunità di intenti, fondato sulla naturale inclinazione sentimentale verso chi o verso la cosa che ci si mostra congeniale. Agape è amore spirituale, incondizionato, anche non ricambiato, spesso con riferimenti religiosi in quanto eleva l’uomo e lo fa accedere alla sfera del divino. Anche nel greco antico, tuttavia, non è possibile tenere separati i vari sensi dell’Amore e così troviamo agape talvolta con lo stesso significato di eros, e il verbo agapao con lo stesso significato di phileo. Di qui, l’idea che le varianti lessicali siano piuttosto le ri-velazioni – cioè, i veli dietro i quali traspare l’unità originaria – di una medesima radice semantica che la filosofia ha il compito di svelare.

