Libri di Francesco Biagi
L'eccesso di realtà. La mercificazione del sensibile
Annie Le Brun
Libro: Libro in brossura
editore: BFS Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 186
"L’autrice sostiene la sua personale rivolta contro la mercificazione della sensibilità, l’ultima arma rimastaci per non soccombere all’isolamento dell’identico e del cinismo dominante. La globalizzazione economica è anche uniformità del pensiero e della vita, dove il linguaggio tecnologico sta sostituendosi alla poesia e al sogno nel tentativo di rendere mute sensazioni, emozioni e percezioni uniche in ognuno di noi. L’eguaglianza diventa indistinzione e omologazione, il sospetto subentra all’intuizione, la razionalità diviene incoerenza, l’individualità si trasforma in identità. «Come credere sulla parola a una società che non ne ha alcuna» è una delle domande poste, affrontando questioni sempre scomode come quella della responsabilità di artisti e intellettuali ormai «sovvenzionati» e complici di questo processo che cospira contro la libertà. Il testo sfida la contemporaneità attraverso una critica radicale che intreccia filosofia, arte, poesia, antropologia e politica. Senza malinconia né intento agiografico, Breton, Jarry, Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, De Sade, Marcuse si susseguono nelle pagine di un libro scritto superbamente, con linguaggio colto, sensuale e tagliente."
Henri Lefebvre. Una teoria critica dello spazio
Francesco Biagi
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2019
L'opera si concentra sui suoi studi urbani e la «Teoria critica dello spazio». Il metodo d'indagine scelto da Biagi è un rigoroso ritorno alle opere e al contesto in cui Lefebvre le ha prodotte. Si ripercorre così l'intera parabola storico-critica della sua produzione intellettuale, restituendo l'articolata costellazione teorica in cui il metodo storico si interseca con il rigore filosofico e sociologico. Viene poi rielaborata la vasta produzione sull'urbano del filosofo di Hagetmau, giungendo a mettere a fuoco il suo tentativo di strutturare una «Teoria politica generale dello spazio». Il libro fa inoltre chiarezza sul significato — usato e abusato — della formula, coniata da Lefebvre, di «diritto alla città», che viene analizzata nel contesto del dibattito filosofico-politico francese e internazionale. Lo sguardo innovatore di Henri Lefebvre di fronte alla fine del «secolo breve» ci è dunque reso in tutta la sua ricchezza e complessità.
Il diritto alla città. Volume Vol. 2
Henri Lefebvre
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2018
pagine: 141
In "Spazio e politica", costruito come secondo volume di "Il diritto alla città", Lefebvre analizza criticamente un modo di operare corrente e disastroso, che usa far corrispondere punto per punto i bisogni, le funzioni, i luoghi, gli oggetti sociali in uno spazio ritenuto neutro, indifferente e oggettivo. In questo tipo di prassi va riconosciuto il principio della frammentazione dello spazio sociale, che è divisione del lavoro quanto divisione sociale, in una parola: alienazione. A questo modo di operare, si contrappone l'idea di "diritto alla città" riferito a una globalità e liberato dall'ideologia dominante, coercitiva e repressiva. "Diritto alla città" significa dunque diritto dell'uomo all'aggregazione, alla presenza totale in ogni punto, in ogni circuito di comunicazione, di informazione e di scambio. Ma questo non dipende tanto da una particolare ideologia urbanistica, né da un particolare approccio alla progettazione, quanto piuttosto dalla consapevolezza di una specifica qualità o proprietà dello spazio urbano: la centralità. Non esiste nessuna realtà urbana senza un centro, "senza un luogo di concentrazione di tutto ciò che può nascere e prodursi nello spazio, senza un luogo di incontro attuale o possibile di tutti gli 'oggetti', di tutti i 'soggetti'". L'esclusione dalla dimensione urbana dei gruppi, delle classi, degli individui, significa di fatto esclusione dal processo di civilizzazione e addirittura dalla società. Il diritto alla città è la lotta contro questa esclusione dalla realtà urbana, dalla centralità, oltre che il segno di una crisi che investe ogni organizzazione coercitiva e discriminante: i centri decisionali, di informazione, potere, opulenza, che insieme ricacciano l'uomo nelle periferie della politica, dell'informazione e della ricchezza. Centralità come unità di spazio e di tempo, contro ogni frammentazione, che è alienazione, divisione del lavoro e dello spazio. Un diritto alla città che richiede non una generica conoscenza dello spazio, ma la conoscenza della sua produzione. Prefazione di Francesco Biagi.
Corti costituzionali e transizioni democratiche. Tre generazioni a confronto
Francesco Biagi
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2016
pagine: 308
Quale rapporto sussiste fra transizione alla democrazia e costituzionalismo? Che ruolo hanno svolto in passato le Corti costituzionali nei processi di democratizzazione? Quali "lezioni" possono trarre da tali esperienze i Paesi come quelli coinvolti nella c.d. "Primavera araba" - che stanno attualmente affrontando una transizione da un regime non democratico? Sono questi alcuni dei principali quesiti che ispirano il volume. Oggetto della ricerca sono infatti le tre generazioni di Corti costituzionali europee istituite in seguito ai tre grandi processi di transizione democratica verificatisi in Europa nel corso del Novecento. Dall'analisi emerge come, proprio attraverso l'azione svolta nel corso di tali processi, le Corti costituzionali siano riuscite a trovare legittimazione nell'ordinamento costituzionale di riferimento e all'interno delle dinamiche delle rispettive forme di governo. Nonostante alcune ombre nella loro azione, le Corti si sono affermate come attori protagonisti delle transizioni, riuscendo a mitigare quel forte grado di incertezza che caratterizza il destino di ciascuno di questi processi, e scongiurando così il rischio di trovarsi in presenza di Costituzioni senza costituzionalismo.