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Libri di Francesco Roat

Desiderare invano. Il mito di Faust in Goethe e altrove

Desiderare invano. Il mito di Faust in Goethe e altrove

Francesco Roat

Libro: Copertina morbida

editore: Moretti & Vitali

anno edizione: 2015

pagine: 144

La leggenda del patto tra Faust e il demonio può essere letta come un mito: ovvero come una narrazione primordiale, grazie alla quale interrogarci sulla natura dell'essere umano e finanche sulla sua essenza. È quanto fa Francesco Roat in "Desiderare invano", seguendo passo per passo la vicenda narrata da Goethe, ma senza dimenticare - in frequenti, vertiginosi excursus - le tante altre opere letterarie, teatrali o musicali ispirate alla figura dello studioso che sottoscrive il più celebre dei patti stipulati tra l'essere umano e il diavolo. E lucidissima, a questo proposito, la riflessione che l'autore mette in campo intorno alle forme del desiderio e ai suoi aspetti irrisolti e paradossali. Il desiderio di conoscere ogni cosa e di carpire tutti i misteri del mondo è un'ambizione che eccede l'umano e si traduce, come osserva Roat, "non già in un anelito sovrumano quanto disumano"! L'umanità sta da un'altra parte. Si rivela solo affrancandosi dalle illusioni. Ritenere di poter sfuggire all'esperienza della morte e del dolore è perversione, è tradimento, è corteggiare un precipizio. Solo la coscienza della profonda unità del cosmo - alla quale siamo chiamati nascendo - può placare l'angoscia della caducità e può consentirci di abbracciare una visione della vita che sposti l'accento sul morire come legge dell'esistenza; può indurci a prendere consapevolezza dell'impossibilità di ogni assoluto, di ogni eterno piacere. Può consentirci di abbracciare i chiaroscuri di una persistente umbratilità.
14,00

Amor ch'a nullo amato

Amor ch'a nullo amato

Francesco Roat

Libro: Copertina morbida

editore: Manni

anno edizione: 2005

pagine: 176

L'autore di questo romanzo narra di sofferti triangoli amorosi e legami anomali, destinati a implodere in devastanti scelte esistenziali. In una cittadina dell'Alto Adige, al crocevia fra le culture italiana e tedesca, una vecchia signora, un giovane psicolabile e una donna raccontano in prima persona le loro vite attraverso voci che si alternano e intersecano in ogni capitolo. Tre destini in rotta di collisione, tre storie d'amore e disamore, tre modi dissimili di intendere sentimenti e passioni.
15,00

Tre storie belle

Tre storie belle

Francesco Roat

Libro: Libro in brossura

editore: Traven Books

anno edizione: 2007

pagine: 169

Tre romanzi in un libro solo; tre storie sulla capacità o incapacità d'amare e relazionarsi con gli altri: i bambini ad esempio che, fra tutti, rappresentano gli esseri più fragili ed esposti. C'è una donna che, abbandonata dal partner, cerca rifugio in un convento senza crederci troppo, finendo per scoprire su un'Isola una dimensione dell'amore che lei non immaginava concepibile. C'è un uomo che fa mercato di bambini da cui ricavare organi: un Orco algido e insensibile che non conosce cosa significa voler bene. Però un giorno incontra il piccolo Sebi e qualcosa dentro di lui inizia a sciogliersi. C'è infine un uomo che per tutta la vita ha servito e amato una donna senza mai confessarle il proprio sentimento. E quando la Signora è in pericolo di vita, dentro lui si sente annichilire. Ma una perdita può favorire mutazioni esistenziali inattese.
14,00

Le elegie di Rilke tra angeli e finitudine

Le elegie di Rilke tra angeli e finitudine

Francesco Roat

Libro: Libro in brossura

editore: Alphabeta

anno edizione: 2011

pagine: 169

12,00

Hitler mon amour

Hitler mon amour

Francesco Roat

Libro: Copertina morbida

editore: Avagliano

anno edizione: 2014

pagine: 146

La relazione tra il dittatore tedesco e la sua giovane amante, narrata attraverso un diario che l'autore immagina scritto febbrilmente da Eva nelle ultime ventiquattr'ore, all'interno del bunker sotto la Cancelleria del Führer, durante la conquista di Berlino da parte dell'Armata Rossa. Il potente Führer della Germania e una semplice ragazza piccolo-borghese che, a quanto risulta dalle testimonianze storiche, nazista convinta non fu mai, e neppure ostile agli ebrei: cosa unì fino alla morte due individui così profondamente diversi? La donna torna indietro con la memoria, inizia a raccontare in prima persona l'incontro a Monaco, nel 1929, con lo sconosciuto che in pochi anni sarebbe diventato il padrone della Germania e di mezza Europa. Lei è un'adolescente, lui già un uomo fatto. Iniziano a frequentarsi, malgrado la disapprovazione dei genitori della Braun. Col tempo diventa "segretaria" particolare del Führer ma mantiene sempre un ruolo appartato. Sino alla vigilia della sconfitta tedesca e al giorno in cui deciderà di condividere la sorte di Adolf. I due si sposano. Il giorno dopo il matrimonio, il 30 aprile 1945, Adolf Hitler ed Eva Braun si suicidano nel bunker della Cancelleria. Una fatale storia d'amore che non finisce di scioccare il mondo.
14,00

Drei schöne Geschichten

Drei schöne Geschichten

Francesco Roat

Libro: Libro in brossura

editore: Alphabeta

anno edizione: 2015

pagine: 200

16,80

Sulla vita felice. Un percorso senza tempo

Sulla vita felice. Un percorso senza tempo

Agostino (sant')

Libro: Libro in brossura

editore: Graphe.it

anno edizione: 2024

pagine: 66

La riflessione sulla felicità è forse la componente più antica all’interno della filosofia di qualunque civiltà. Quando il giovane Agostino, a riposo durante un periodo di convalescenza, affronta questo tema ha dunque alle spalle una tradizione classica ingombrante. La leggerezza del De beata vita non tradisce questo fardello: si dipana piacevolmente in forma di dialogo entro una situazione conviviale. Lì si trova il concetto chiave dell’opera: il cibo che stiamo mangiando, si chiede Agostino, nutre il nostro corpo; tuttavia anche l’anima, insieme a esso, attraversa la vita – naviga fra onde impetuose che le fanno tanto desiderare la sicurezza delle coste – e a sua volta necessita di nutrimento. La grande modernità di questo scritto risiede nel riconoscere quello che oggi chiameremmo Ego come motore di un perenne languore, che ci tiene lontani dalla pace interiore. L’antidoto per sedare questa continua sensazione di mancanza non è semplicemente condurre una vita frugale, coltivare la conoscenza e praticare la moderazione: si tratta di perseguire quel modus che ci allinea con il ritmo del divino, il quale non teme la povertà, non teme la fame, non teme, in definitiva, la morte. Un testo che fornisce al lettore contemporaneo (assistito dal ricco apparato di note e dall’introduzione di Francesco Roat) spunti universali, restituendogli i mezzi per una libertà interiore che va oltre il credo del singolo.
8,50

Il cantore folle. Hölderlin e le Poesie della torre

Il cantore folle. Hölderlin e le Poesie della torre

Francesco Roat

Libro: Copertina morbida

editore: Moretti & Vitali

anno edizione: 2016

pagine: 170

Friedrich Holderlin (1770-1843), di cui qui si indaga l'opera, è unanimemente considerato grandissimo poeta. Permangono tuttavia giudizi contrastanti sui testi scritti nel suo tardo periodo creativo, segnato dalla schizofrenia. Ciò che comunque sorprende è la loro levità/felicità espressiva. Colpisce la sconcertante pacatezza delle strofe, quasi l'uomo lacerato dalla psicosi avesse davvero raggiunto la Vollkommenheit, la compiutezza cui fa cenno l'ultima splendida poesia del cantore folle.
14,00

Religiosità in Nietzsche. Il Vangelo di Zarathustra

Religiosità in Nietzsche. Il Vangelo di Zarathustra

Francesco Roat

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2017

pagine: 154

È assurdo pensare che in Nietzsche sia presente un afflato religioso? Roat crede di no, ritenendo anzi che dai testi del Nostro emerga una spiritualità analoga a quella dei mistici d'ogni tempo e luogo. Soprattutto lo Zarathustra sembra mettere in luce una tale prospettiva. Si pensi solo allo spirito profetico incarnato dal protagonista del capolavoro nicciano: nunzio d'un nuovo vangelo da contrapporre ai quattro canonici. Il suo è infatti il kerigma d'un nuovo modo di porsi nei confronti del mondo e di Dio, che il Nostro definisce morto, cioè scomparso dall'orizzonte moderno. L'ipotesi che in Nietzsche si dia una forma, sia pur eccentrica, di religiosità viene confortata altresì dalla sua fede in un nuovo modo di filosofare che si smarchi dalla teorizzazione concettuale e propenda per una parola poetica: aperta a quell'eccedenza che avvertiamo in ogni cosa verso cui si rivolga il nostro sguardo, se contemplativo. Al fine d'un rinnovamento del dire filosofico che non cerchi più certezze lasciando il Grund per VAbgrund: la stabilità per l'abisso.
16,00

Beatitudine. Angelus Silesius e «Il pellegrino cherubico»

Beatitudine. Angelus Silesius e «Il pellegrino cherubico»

Francesco Roat

Libro: Copertina morbida

editore: Ancora

anno edizione: 2019

pagine: 160

Una guida per i lettori disposti a ripercorrere il pellegrinaggio spirituale compiuto dal grande mistico tedesco Angelus Silesius (16241677), che fu medico, poeta e non da ultimo sacerdote, dopo essersi convertito dal luteranesimo al cattolicesimo. Suo capolavoro, "Il pellegrino cherubico", è l'opera di poesia religiosa più vivace del Seicento. Un testo composto di componimenti lirici, epigrammi e aforismi, dai quali emerge una sintesi di tutta quanta la mistica cristiana tedesca: da Meister Eckhart a Jacob Böhme. Negli scritti silesiani vengono sottolineate l'essenzialità di praticare l'amore, l'urgenza del distacco da ogni brama egoica e l'opportunità d'una accettazione piena/serena degli eventi. Completa il saggio un'antologia di 200 aforismi silesiani, in un'inedita e puntuale traduzione.
18,00

Miti, miraggi e realtà del ritorno

Miti, miraggi e realtà del ritorno

Francesco Roat

Libro: Libro in brossura

editore: Moretti & Vitali

anno edizione: 2020

pagine: 204

Fare ritorno - nella propria città, dal lavoro, da un viaggio - sembra cosa realizzabile in modo abbastanza facile. Ma se tutto muta di continuo, sia pure impercettibilmente, c'è davvero la possibilità di tornar da qualche parte o da qualcuno? Hanno ragione Eraclito e Brecht, quando l'uno sostiene: "Nel medesimo fiume non è possibile entrare due volte"; e l'altro, esule a lungo, afferma: "Non lasciatevi sedurre! Non esiste ritorno"? Comunque sia, dobbiamo sempre misurarci col cambiamento e va pur ammesso che di sera, tornando a casa, talvolta non siamo le stesse persone che al mattino l'hanno lasciata. Ogni ritorno, allora, è forse solo parziale, precario, in certi casi illusorio. Francesco Roat di tutto questo scrive mediante 13 variazioni sul tema del ritorno - mancato o meno - trattando, fra gli altri, di quello biblico del Figliol prodigo, di Ulisse da Troia, di Euridice dall'oltretomba e dei nostalgici che soffrono il non poter tornare a casa; infine analizzando temi tanto coinvolgenti quanto problematici, come quello della reincarnazione e della resurrezione, nonché quello sulle difficoltà di chi è tornato da Auschwitz.
16,00

Nulla volere, sapere, avere. I sermoni di Meister Eckhart

Nulla volere, sapere, avere. I sermoni di Meister Eckhart

Francesco Roat

Libro: Libro in brossura

editore: Le Lettere

anno edizione: 2022

pagine: 224

I sermoni tedeschi sono testimonianza d’un intento: rinnovare il modo d’esser cristiani. In primo luogo aborrendo ogni pratica mercantilistica che veda il rapporto tra uomo e Dio basato sulla trattativa del do ut des: mi comporto in un certo modo per ottenere un qualche ausilio/conforto dalla divinità. Semplificando alquanto, la tematica basilare affrontata in questi sermoni sta nel proporre una condotta all’insegna dell’abnegazione e del “distacco” (abegescheidenheit) da ogni attaccamento mondano quali prerequisiti indispensabili a un approccio esperienziale di tipo mistico; ciò onde ottenere la generazione del Logos nell’anima. Ma se si intende far sì che il Figlio abbia a nascere nell’anima è necessario predisporla in modo che essa sia priva d’ogni forma di brama o egotismo, mediante un abbandono che è insieme magnanimità e non-dipendenza dall’inessenziale. Nell’ottica eckhartiana il distacco si coniuga all’accettazione serena della realtà/esistenza, anche (o soprattutto) quando essa comporti privazioni, pene, lutti. Un’accettazione non certo masochistica, che non ha nulla della passività o dell’apatia ma che si configura come una sorta di noluntas, di abdicazione alla propria volontà/egoità in modo da non pretendere più nulla; per quanto, paradossalmente, nulla cercando molto si ottiene. Solo così, per il mistico Eckhart, gli uomini possono divenire – qui e ora, non in un futuribile/ineffabile eden – davvero “beati” (saelic). Perciò l’uomo pneumatico: «nulla vuole, nulla sa, nulla ha» (Sermone 52). Va precisato, ovviamente, che questa serie di nulla si riferisce soprattutto alla hybris dell’egocentrismo e alla sua perenne smania desiderante e alla pretesa di comprendere intellettualmente ciò che valica i limiti dell’umano sapere (Dio); infine alla fame insaziabile di possesso/primato: in primo luogo quello, apparentemente encomiabile, costituito dal proposito di acquisire la piena realizzazione spirituale. Riguardo a tale massimo traguardo, il mistico tedesco è sin troppo chiaro: «se l’anima deve conoscere Dio, deve dimenticare sé stessa e deve perdere sé stessa» (Sermone 68). Solo questa presa di distanza consente all’anima di giungere al proprio “fondo” (grunt), che sembra non discostarsi molto dall’heideggeriano Abgrund: quell’abisso vuoto e senza fondamento che può angosciare solo chi cerca solide certezze cui ancorarsi. Infine: per il predicatore Eckhart è valida appena la teologia apofatica, in quanto su Dio si può dire appena cosa non è. E giusto con questa consapevolezza il mistico si deve sempre misurare: conscio dell’impossibilità di parlare dell’ineffabile, ma al contempo sospinto dalla compassione/charitas a fornire una bussola orientativa al pellegrino incamminatosi per l’arduo sentiero dell’autentica spiritualità. Presentazione di Marco Vannini.
18,00

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