Libri di Franco Oliva
Stige. (Nihil aliud est in rebus)
Franco Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Guida
anno edizione: 2025
pagine: 68
Ogni poeta deve ineludibilmente costruire un linguaggio ed elaborare una propria poetica. Per generale ammissione, il linguaggio poetico si rivela, nondimeno, connotato da una peculiare densità espressiva risultante da una certa dose di ambiguità data dall’affollamento delle significazioni. O da una densità o “ricchezza non ridotta di significati”, consentita e favorita dall’uso di iperboli, fantasmagorie, allusioni simboliche, luoghi retorici, polisensi. Laddove l’ineludibile tensione tra l’aspirazione all’anarchia ed il fastidioso spettro dell’afasia dovrebbe risolversi e comporsi, come autorevolmente suggeriva un antico maestro come Galvano della Volpe, in virtù di un’ineffabile attitudine alla traduzione del caos in un particolare ordine. Esito interpretato da Gillo Dorfles nei termini di un equilibrio tra i margini di ambiguità e la comprensibilità del testo per “chi lo riscrive rileggendolo”. Consapevole di ciò e memore della lezione dell’antico maestro per il quale anche il linguaggio poetico apparterrebbe al “campo della ragione”, l’autore tenta un’operazione non priva di rischi, lasciando intravedere dietro la costruzione di un discorso filosofico, suggestioni nascoste, citazioni, allusioni che rinviano ad altri piani della realtà. Ovvero introducendo elementi di caos nell’ordine di un linguaggio di per sé denotativo. Con il risultato di un’ambiguità costruita sull’interconnessione di più piani o usi di un medesimo linguaggio.
Crono
Franco Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Zambon Editore
anno edizione: 2025
pagine: 190
L'autore propone una riflessione sull'azione corruttrice del tempo sulla memoria e sulla comprensione degli eventi. Assumendo il tempo come misura e forma del divenire delle cose, il suo impegno letterario è volto al recupero residuale di ciò che resta, che è sopravvissuto alla voracita onnivora di Crono. Di ciò che non è stato finora utilizzato o ritenuto meritevole di menzione e di memoria o che potrebbe plausibilmente non esserlo, perché in eccesso o privo di valore. Un qualcosa di cui non ci siamo fino ad oggi occupati, distratti da altre urgenze ed incombenze, da prevalenti interessi. E che è li senza pretese o attese. Che, in una prospettiva probabilistica, avrebbe potuto non essere mai recuperato e proposto all'attenzione di un anonimo lettore. Un qualcosa di ripescato, di strappato al tempo, dunque, una tardiva ricostruzione di memorie orfane, di cui lo stesso autore non avrebbe saputo in un'altra fase epocale che farsene. Di quelle memorie che somigliano alle anime dei vecchi descritte dal poeta Kafavis come stremate, malinconiche, dubbiose, inconseguenti e tragicomiche, "nelle foro frolle, decrepite pelli".
Nella terra di nessuno. Diario di un orfano del comunismo
Franco Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Zambon Editore
anno edizione: 2024
pagine: 411
Nella terra di nessuno - In forma diaristica l’autore propone la storia di una militanza politica, ripercorrendo, a partire dall’immediato dopoguerra, le vicende di un giovane comunista che, muovendo da un’adesione sentimentale al comunismo titino e da una formazione libresca, avrebbe attraversato nei successivi decenni i marosi della storia: ovvero la ridefinizione del paesaggio della geopolitica, la fine delle ideologie del Secolo breve e la mutazione antropologica del partito storico della Sinistra. Attraverso la lente delle sue personali vicende, l’autore prova ad analizzare la metamorfosi del partito guida della classe operaia in direzione di inedite “Vie” riformiste, cogliendo nella vocazione governista e nella propensione interclassista della sua dirigenza una debolezza progettuale destinata ad elidere l’anima rivoluzionaria ed eversiva del movimento operaio. Un processo i cui primi segnali l’autore coglie nella riduzione berlingueriana della specificità dell’“essere comunista” ad una questione morale, nel tentativo di ancorare l’incipiente declino identitario ad un valore forte. Laddove, per l’autore, l’evocazione di una categoria estranea alla critica materialista avrebbe derubricato di lì in avanti ogni esercizio identitario ad una residuale pratica testimoniale. Nelle conclusioni, l’autore si interroga nondimeno sulle prospettive della Sinistra, sul “che fare?” di leniniana memoria, sulla possibilità di trarre in salvo dal naufragio di un sogno generazionale alcune indicazioni utili a rinverdire, in forme e modi da inventare, l’aspirazione del comunismo alla trasformazione eversiva dell’ordine esistente. Prefazione di Giorgio Bianchi
Sulla riva dello Stige. Dialoghi sui luoghi comuni della filosofia
Franco Oliva
Libro: Copertina morbida
editore: Guida
anno edizione: 2022
pagine: 166
Quando pensiamo o ragioniamo in solitudine è come se ci rivolgessimo ad un interlocutore con il quale stabiliamo un rapporto dialogico; quel rapporto che il filosofo Platone poneva a fondamento della verità, nella convinzione che questa non vada ricercata nelle cose, ma nei discorsi che facciamo su di esse. L'autore utilizza tale pratica - ricorrendo ad una finzione letteraria in virtù della quale la dialettica argomentativa è affidata a personaggi immaginari - per ripercorrere criticamente i luoghi comuni della filosofia, allo scopo di saggiarne la resistenza alle novità paradigmatiche della scienza dei nostri giorni.
Sulla salvezza dell'arte e sulla sua opinabile necessità
Franco Oliva
Libro: Copertina morbida
editore: Guida
anno edizione: 2021
pagine: 274
Quello della caduta o della salvezza dell'arte, a partire dal lontano giudizio hegeliano, è un tema ricorrente. Nei momenti di crisi o di trasformazione delle società ci si interroga, infatti, inevitabilmente sulla vitalità del fare arte e sulla sua necessità. In un'epoca di straordinarie trasformazioni antropologiche che investono insieme al pensiero scientifico ed al ruolo della filosofia, i sistemi di produzione, i modi della comunicazione, le strutture sociali e la percezione generale del mondo, la proposta di linguaggi critici ed inediti non dovrebbe, dunque, sorprenderci. Ma tali linguaggi hanno ancora un senso? Se ne avverte, in altri termini, la necessità stante la loro irrilevanza nella consapevolezza delle moltitudini estromesse dalla loro fruizione e comprensione? E i cosiddetti addetti ai lavori sono in grado di offrire di tali linguaggi un'adeguata lettura critica? E, infine, l'arte può ancora rivelarsi necessaria quale peculiare ordine di significazione, conservando l'ambizione di integrare il più complesso ed articolato sistema della conoscenza umana?
Il problema difficile della coscienza. Su David Chalmers e sulla liquidità paradigmatica del pensiero
Franco Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Guida
anno edizione: 2020
pagine: 270
Poiché con il termine “coscienza” intendiamo “coscienza di qualcosa”, un’analisi del sottostante fenomeno non può non rinviare a quel “qualcosa”. Ed entrambe le cose – la coscienza in quanto “cosa” ed il “qualcosa di cui abbiamo coscienza – formeranno inevitabilmente oggetto di riflessione epistemologica. A tale incombenza sembra, tuttavia, opporsi l’ambiguità dei vocabolari teorico-disciplinari utilizzati nella disamina di fenomeni che attengono, nella prevalenza delle ipotesi esplicative, alla costituzione dell’“io” quale attore esclusivo del fenomeno indagato. Per cui, un discorso sulla coscienza parrebbe destinato a risolversi nell’enunciazione di una sorta di “teoria fondamentale” – quella che gli astrofisici chiamano “teoria M” – supponendo che per la descrizione di fenomeni oltremodo complessi ci si possa servire di più teorie parimenti valide in ragione delle mutevoli prospettive di osservazione.
Guerra e terrorismo
Franco Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Zambon Editore
anno edizione: 2020
pagine: 224
La simbiosi di guerra e terrorismo costituisce dal settembre 2001 la cifra costante delle relazioni internazionali, delle opzioni politiche e della manipolazione propagandistica dei governi occidentali. A prescindere dalle variabili forme in cui la violenza si manifesta - da quella "sovrumana della guerra tecnologica a quella "subumana" o primordiale del terrorismo - i due fenomeni si rivelano complementari e per alcuni versi sovrapponibili. Privata delle prerogative codificate dalla dottrina classica, la guerra ha finito, infatti, per declinare la violenza in tutte le sue forme - tecnologica, psicologica, finanziaria ed economica - traducendosi nella "gestione degli eccessi" cui non sono estranei l'uso della paura ed il ricorso alle pratiche del terrorismo. Assunta a rango di soluzione politica, la guerra parrebbe, dunque, agire - come il terrorismo - senza limiti spaziali o temporali, in assenza di chiari obiettivi politici.
De finitudine. (Sulla nozione di finito e su altre questioni oziose)
Franco Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Zambon Editore
anno edizione: 2017
pagine: 192
Nella storia del pensiero filosofico il tema del "nulla" e della "finitezza" è stato dibattuto fino alle conseguenze estreme della riduzione hegeliana della negatività ad esito della natura ostensiva del linguaggio. Cogliendo la matrice di tale processo nella scissione aristotelica dell'"oùoia", Giorgio Agamben ritrovava, tuttavia, in tale frattura la ragione non solo di ogni metafisica - costituente di per sé il tema originale della filosofia - ma di ogni scienza che, muovendosi più o meno consapevolmente nell'ambito tracciato dalla metafisica, presupporrebbe, comunque, la differenza tra l'indicare ed il significare. Impostazione, questa, che ha determinato nell'arco degli ultimi duemila anni una sorta di divaricazione della filosofia dagli assunti metodologici del pensiero scientifico ed una sottovalutazione delle risposte da questo fornite all'enigmaticità tematica del "nulla". Avendo, tuttavia, la fisica attuale posto al centro della sua ricerca l'informazione, la scienza è tornata per qualche verso a dialogare con la filosofia secondo una consuetudine originaria. La natura del rapporto dell'osservatore con il mondo, inteso come sistema niente affatto oggettivo di relazioni univoche - ripropone, peraltro, in altra forma, quella relazione - coincidente, per Paul Chauchard, con lo psichismo riflesso - che, una volta nata come effetto di un gioco di probabilità, non potrebbe essere colta in seno al cosmo come una semplice struttura passeggera. Prospettiva, questa, nella quale le nozioni di "finitezza" e di "nulla" altro non denoterebbero, in una comune prospettiva gnoseologica, che la definitiva estinzione di tale super-struttura, la scomparsa del suo sguardo dal mondo.
Fede, ragione e potere. Un universalismo per il terzo millennio
Franco Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Zambon Editore
anno edizione: 2012
pagine: 150
La scienza è sempre più in grado di descrivere autonomamente la struttura fisica dell'universo e di spiegare la nascita e l'evoluzione della vita, senza ricorrere al sacro come ipotesi di lavoro o all'idea di dio come principio esplicatore del creato. Le prospettive aperte, negli ambiti della manipolazione del DNA, della progettazione di intelligenze artificiali e delle neuroscienze, impongono, peraltro, una profonda mutazione dei paradigmi cognitivi di cui il pensiero filosofico non può non tener conto nella spiegazione delle condizioni che rendono possibile la formulabilità stessa del pensiero scientifico. La Chiesa non intende, tuttavia, rinunciare a piegare, come in passato, ogni proiezione della ragione ai contenuti della rivelazione, pretendendo di fondare sulla dimostrazione della validità della via razionale a dio la proponibilità anche ai non credenti della sua verità e la possibilità di un discorso pubblico e della sua missione universale.
La fine ingloriosa di un mito. Appunti sulla democrazia
Franco Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Zambon Editore
anno edizione: 2009
pagine: 326
Che cos'è la democrazia? Per suoi teorici, un sistema - o metodo - di governo fondato sull'uguaglianza dei cittadini e sull'universalità dei diritti della persona, il parto più riuscito del trionfo della ragione assurto ad emblema della superiorità culturale dell'Occidente e finanche ad approdo finale della storia umana. Un sistema supposto, in quanto tale, necessariamente condivisibile e senza alternative. L'autore si interroga, tuttavia, sulla vera essenza della democrazia, muovendo dalla constatazione che, nelle sue molteplici esperienze, tale sistema o metodo, smentendo le profetiche aspettative dei suoi teorizzatori, per i quali rappresenterebbe il più efficace strumento di progresso, sviluppo e modernità, non ha instaurato il regno della ragione, né ha reso il mondo più giusto, più ricco, più egualitario o più pacifico, né, abbracciando l'idoleggia mercantilista e l'individualismo liberale. Per scoprire che, semmai, sembra valere per essa quanto affermato da Erik Peterson riguardo alle religioni monoteiste, nelle quali, ad avviso dell'esimio teologo si anniderebbero le radici della dittatura, della violenza e della guerra. Al pari di esse, infatti, la democrazia si scopre un sistema di guerra che si ammanta di pace, riuscendo così ad abbassare le difese etiche e psicologiche dei governanti ed a farsi accettare come bene supremo. Un sistema la cui vera funzione, come ammettono, del resto, alcuni suoi autorevoli teorici, è quella di garantire la pace sociale e la conservazione dell'ordine esistente, proponendosi come utile strumento delle classi dominanti.
Somalia. Crocevia di traffici internazionali
Germana Leoni von Dohnanyi, Franco Oliva
Libro
editore: Editori Riuniti
anno edizione: 2002
pagine: 288
Le esercitazioni della politica estera italiana nell'ex colonia. Le complicità con il regime di Siyad Barre. L'aiuto allo sviluppo come occasione di finanziamento del sistema dei partiti. Le discutibili regole d'ingaggio della cooperazione militare. Il ruolo delle istituzioni dietro ai traffici di armi e di rifiuti tossico-nocivi e radioattivi. Gli esiti fallimentari della missione Unosom e della politica di emergenza. La storia di un paese che negli ultimi venti anni è diventata il crocevia internazionale dei traffici di armi destinate alle aree calde dei conflitti mondiali.