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Libri di G. De Antonellis (cur.)

Gonsalvia. Le guerre in Italia del Gran Capitano

Gonsalvia. Le guerre in Italia del Gran Capitano

Giambattista Cantalicio

Libro

editore: D'Amico Editore

anno edizione: 2021

"Nel poema del Cantalicio, Gonzalo de Cordoba è occasione perché il poeta celebri la gioia di Napoli di sentirsi ispanica. Lo provano le prime parole del primo canto, dove Gian Battista Valentini espone il tema del poema: stabilire come gli spagnoli cacciarono dal suolo latino i barbari francesi: Militis hispani canimus bis Marte receptam Parthenopem Magnique Ducis res ordine gestas, et quo saeva modo Regnis expulsa Latinis Gallorum rabies. Gonzalo non è un conquistatore, ma il liberatore delle terre della penisola italiana; è l'Italiae assertor, che toglie Napoli della belva francese." Francisco Elìas de Tejada
14,00

La Noce maga di Benevento estirpata da S. Barbato

La Noce maga di Benevento estirpata da S. Barbato

Nicolò Piperno

Libro

editore: D'Amico Editore

anno edizione: 2021

«Sott'a l'acqua, sott' 'o viento, sott'a la noce 'e Beneviento» è una delle varianti dello scongiuro che le streghe avrebbero intonato nel mettersi a cavalcioni della scopa che le avrebbe condotte al sabba, nome che - secondo una ardita etimologia - deriverebbe dal fiume Sabato, nei pressi di Benevento, dove veniva celebrarto intorno a un noce. La storia, a differenza della leggenda, parla della sopravvivenza nella Benevento ducale del VII secolo, di un culto longobardo della vipera (per la precisione dell'anfisbena, serpente a due teste riprodotto anche a mo' di simbolo in alcune vedute della città). Tale culto fu definitivamente sradicato da san Barbato, che si incaricò di abbattere l'albero sotto cui si radunavano i Longobardi ancora pagani, riuscendo a convertirli alla vera fede. La vicenda ispirò al protomedico beneventano Nicola Piperno senior un trattato scientifico (Della superstidiosa Noce di Benevento) e a suo figlio Nocolò il presente dramma "La Noce maga di Benevento", pubblicato postumo nel 1682, che venne rappresentato a Benevento (1665) che a Roma (1666).
14,00

Tre rivolte napoletane. L'inquisizione di Napoli ossia Masaniello da Sorrento e Cesare Mormile. Il giuramento di Masaniello d'Amalfi. Macchia e Medina Coeli

Tre rivolte napoletane. L'inquisizione di Napoli ossia Masaniello da Sorrento e Cesare Mormile. Il giuramento di Masaniello d'Amalfi. Macchia e Medina Coeli

Giacomo Marulli

Libro

editore: D'Amico Editore

anno edizione: 2020

Tutti conoscono Masaniello d'Amalfi, ma chi conosce Masaniello da Sorrento? Eppure egli fu il protagonista di una importante rivolta napoletana, in difesa del diritto procedurale e contro l'introduzione dell'Inquisizione spagnola, avvenuta esattamente cento anni prima di quella contro la gabella sulla frutta. Giacomo Marulli (1822-1883), drammaturgo assai noto ai suoi tempi e stretto collaboratore di Antonio Petito, capace di passare agevolmente dalla lingua napoletana a quella toscana, dedicò la sua ultima opera di scrittore al recupero della memoria storica, redigendo una storia romanzata di tre episodi che videro il popolo napoletano ribellarsi alle imposizioni statali: Masaniello da Sorrento nel 1347 contro l'Inquisizione, il suo omonimo amalfitano nel 1647 contro le gabelle e infine la rivolta (detta «del Principe di Macchia») contro il passaggio del Regno dalla Corona asburgica a quella borbonica nel 1700.
15,00

La notte de Piedigrotta azzoè Lo filantropo de la Pignasecca

La notte de Piedigrotta azzoè Lo filantropo de la Pignasecca

Giacomo Marulli

Libro

editore: D'Amico Editore

anno edizione: 2018

«La strata de la Pignasecca è una de le cchiù granne e popolate de Napole; accommenzanno da Toleto e propiamente da lo pontone de lo llario de la Carità, a saglì ncoppa nfìno a chill'arco che lo puopolo chiamma ll'arco de Montesanto, ma che nuje chiammarrimmo Porta Medina tu guardanno co attenzione, potarraje jodecà, che è una de le cchiù ricche e de le cchiù guappo chiazze de sta ricca, guappa e sciasciona cità de Napole». Così inizia lui notte de Piedegrotta azzoè lo filantropo de la Pignasecca (1873), uno dei rarissimi - e romanzi in napoletano. Se la lingua napoletana, infatti, abbonda di drammi, poesie, poemi e racconti come il Pentamerone e la Posilicheata, è invece carente di romanzi veri e propri. Questa lacuna viene ora finalmente colmata.
15,00

Cento anacreontiche

Cento anacreontiche

Ferdinando Ingarrica

Libro: Copertina morbida

editore: Di Mauro Franco

anno edizione: 2010

pagine: 96

5,00

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