Libri di Giorgio De Simone
Che cosa resta del cielo. Se Dio è spodestato dalla scienza
Giorgio De Simone
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2019
pagine: 157
Uno scrittore italiano, che oltre a coltivare le lettere è appassionato di sport ma anche di scienze umane, tenta di spiegare a un amico, che lo interpella dall'altra parte dell'Oceano, perché i rapporti fra religione e scienza sono diventati così difficili, per non dire sospettosi o lontani. E si chiede che cosa sia per noi oggi la volta celeste. Per avere abbozzato una scienza dei cieli dove la religione se ne stava per conto proprio, Galileo Galilei fu condannato dal Sant'Uffizio. Cartesio lasciò ammuffire in un cassetto il trattato sulla luce dove esponeva la sua filosofia naturale. L'opera aderiva in gran parte alle tesi di Copernico, la Chiesa le condannava ed era bene non ricordargliele. Quanto a Giordano Bruno, non fu certo arso vivo nel 1600 solo per aver visto un cielo con tante più stelle di quelle che si osservavano allora... Detto questo, oggi religione e scienza vivono a distanza di sicurezza. Si possono anche ignorare, ma se invece provano a comunicare, la religione non gioca alla pari. Nei confronti della scienza moderna la religione si sente spesso in soggezione e, per il suo passato, in colpa. Gli scienziati oggi sono perlopiù atei o agnostici e molti difficilmente si pronunciano. Gli uomini di religione, invece, preferiscono il silenzio. Così non si sentono loro interventi sulla fuga delle galassie, sullo smisurato allargarsi dei cieli, sui quasar, sulle pulsar, sui buchi neri, sul multiverso, sugli esopianeti. Sembra non riguardino la fede. Il cielo, una volta, era un intoccabile feudo della religione, oggi è solo un simbolo spirituale. L'autore di questo libro si chiede perché questa incomunicabilità e cerca di disegnare sulla carta uno spazio dove scienza e religione, sebbene autonome nel loro ambito, collaborino a dare qualche risposta all'uomo della strada non solo sul funzionamento ma anche sul senso misterioso dell'universo.
Era un giorno di 32 ore
Giorgio De Simone
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2006
pagine: 280
Giacomo, un professore, è l'unico di sette tra fratelli e sorelle a essere rimasto nel Sud, in un piccolo paese siciliano nel settecentesco palazzo di famiglia, dotato di una biblioteca di trentamila volumi. La morte dei genitori in un incidente d'auto mentre tentavano di raggiungere Esledon - una sorta di Shangri-La, (il luogo immaginario dove il tempo si è fermato) di cui si hanno vaghe notizie e dove la giornata è fatta di 32 ore - lo ha turbato più di quanto non voglia ammettere, tanto più che, non essendosi opposto al pericoloso viaggio, si ritiene un po' responsabile della sciagura. E ora Giacomo, nel silenzio delle notti solitarie, sente parlare i libri della vecchia biblioteca; dapprima è un bisbiglio, poi fanno udire parole umane. Esledon è nominata più volte. Lo stesso protagonista dubita da principio delle proprie facoltà mentali. Espone il caso ai fratelli e a uno psichiatra, ma nessuno sembra prenderlo sul serio. Finalmente le autorità locali, dopo un'inchiesta, decidono che non sono parole quelle che Giacomo ha sentito, ma rumori dovuti all'invasione di strani parassiti che minacciano la sopravvivenza della biblioteca e dell'intero edificio. Così il protagonista è costretto ad abbandonare il palazzo e i libri, che verranno provvisoriamente accatastati sul vicino colle, protetti alla meglio da tettoie in lamiera. Intanto proprio da Esledon giunge il nonno di Giacomo, che tutti credevano morto, mentre i libri sulla collina continuano a parlare al vento.
Mondo prossimo
Giorgio De Simone
Libro: Libro in brossura
editore: Ares
anno edizione: 2004
pagine: 208
Michele tiene all'Inter ma crede in Dio. Il mondo di oggi raccontato a mio nipote
Giorgio De Simone
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2011
pagine: 139
"Un anziano e un bambino, nonno e nipote. Il bambino fa domande, la prima è se il nonno sa dov'è Dio. Lo si può cercare insieme, pensa e dice il nonno. Ma mica facile (ovviamente). E tenendo presente l'obiettivo parla d'altro, di pianeti (il suo debole cosmico), di calcio, di un quasi-elfo, s'infila un po' nella Storia, non si sottrae all'attualità. Quando nonno e nipote giocano a palla, il nonno perde convinto però che, se ci si mettesse... E si fa domande, intanto, alcune con risposte così così, altre dove il responso è fragile: l'aldilà, per dire. Alla sua età è un dovere pensarci, dopotutto. Ma dove sarà (sarebbe) mai? La fisica non gliene dà conto. O invece sì? Lo stare con il bambino, lo starci anche il poco che ci può stare (questi bambini di oggi a cinque anni hanno già l'agenda piena), lo tira su perché lo fa sentire bambino a sua volta. Sapiente? Non gli pare tanto, per fortuna. E fuori, però... "Che millennio c'è là fuori?" è una domanda che è stata fatta, da qualche parte (Pasternak, si direbbe). Be', ma è il terzo Millennio, là fuori. Le deferenze al suo ingresso, le esultanze, e che mare di promesse, che cori di speranze, a quale altezza la torre delle attese. Poco dopo, tutto tradito o, nel migliore dei casi, perso di vista, smarrito. E però l'occhio di chi non è più giovane è affaticato dal tempo, si sa. Vede bene indietro e male avanti, non mette a fuoco. Il cuore, allora, che trepida e per un bambino, per un nipote, si strugge.