Libri di Giovanni Rapelli
Grammatica della lingua cimbra di Giazza (Verona)
Giovanni Rapelli
Libro
editore: Editrice La Grafica
anno edizione: 2018
Il latino dei primi secoli (IX-VII a.C.) e l'etrusco
Giovanni Rapelli
Libro: Libro in brossura
editore: Società Editrice Romana
anno edizione: 2014
pagine: 240
Il volume propone due questioni fondamentali: il forte influsso linguistico esercitato dagli indigeni etruschi di Roma sui sopraggiunti pastori latini e la presenza nella lingua etrusca di due strati ben identificabili, uno di tipo anatolico-caucasico (più antico) e l'altro di tipo indoeuropoide. L'A. parte da un esame – il più accurato mai svolto fin qui –della fonetica etrusca, arrivando a conclusioni sorprendenti. Molti termini latini ai quali era vagamente attribuita un'origine etrusca assumono in questa ottica una veste etrusca più giustificata. La scarsità del lessico etrusco finora ricavato dalle iscrizioni e dalla famosa benda della Mummia di Zagabria è, purtroppo, di ostacolo a qualsiasi tentativo di interpretazione; tuttavia, si dispone di molti elementi nel latino, nella toponomastica delle zone colonizzate dagli Etruschi e nell'onomastica personale di Roma, che permettono di ricostruire con attendibilità voci etrusche non attestate. Le etimologie latine proposte nel corso del tempo risentono di un pesante condizionamento che si è dimostrato spesso fuorviante. I linguisti hanno ricercato quasi esclusivamente nel campo dell'indoeuropeo, effettuando molte ricostruzioni cervellotiche e in definitiva false. Dal quadro offerto da questo studio Rapelli cerca di far emerge una realtà finora poco compresa: il ruolo importantissimo che ebbe l'etrusco nella formazione del latino che poi diventerà il latino classico, la lingua del potente Impero di Roma. Il latino dei pastori nomadi del IX secolo a.C. era ben più povero di quello di sette secoli dopo. La lingua era allora ancora alquanto vicina all'indoeuropeo comune, e aveva probabilmente pochissimi concetti astratti; è l'etrusco che sovrapponendosi a essa la costringe ad arricchirsi, a espandersi intellettualmente, prima dell'arrivo del grecco che arricchirà ulteriormente il latino. Giovanni Rapelli si occupa da decenni di ricerche linguistiche e dialettologiche in particolare in relazione: monogenesi del linguaggio, indoeuropeistica, giapponese ed eschimese, lingua cimbra lingua retica, etrusco, dialetto veronese, toponomastica,; cognomi. Collaboratore di numerose riviste tra le quali «Cimbri/Tzimbar», «Archivio per l'Alto Adige» e «Rivista Italiana di Onomastica». Oltre 400 sono le sue pubblicazioni, compresi una ventina di volumi; è stato il primo studioso a proporre la parentela tra giapponese ed eschimese e a pubblicare trattazioni sistematiche dei cognomi veronesi e di quelli cimbri e vanno segnalati i suoi vari studi sulla toponomastica e l'odonomastica della città di Verona. Nel volume dedicato al rapporto tra l'etrusco e il latino dei primi secoli, accanto all'analisi vari antroponimi che consolidano la tesi della profonda penetrazione della lingua e della cultura etrusca a Roma, un notevole rilievo hanno quei toponimi della provincia veronese e delle aree vicine che l'Autore ritiene di origine etrusca; non solo perché appartengono alla zona in cui egli vive, ma soprattutto perché non sono mai stati discussi in precedenza, o gli si è data poca importanza.
Si dice a Verona. 550 modi di dire del dialetto veronese
Giovanni Rapelli
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 192
Sono commentati qui 550 modi di dire veronesi, per la maggior parte raccolti nella città di Verona. Non si tratta di proverbi, che appartengono a un settore molto diverso: questi rappresentano consigli, moniti o conclusioni, mentre i modi di dire sono essenzialmente metafore. I modi di dire sono locuzioni caratteristiche che quasi sempre non possono essere tradotte letteralmente: espressioni spesso riferite a fatti del passato, non più presenti nella coscienza dei parlanti.
Giuseppe Rapelli e «Il Lavoratore». La formazione di un sindacalista cattolico nella Torino anni '20. Con la ristampa anastatica della rivista «Il lavoratore»
Giovanni Rapelli
Libro: Libro in brossura
editore: Effatà Editrice
anno edizione: 2011
pagine: 272
Giuseppe Rapelli può essere annoverato tra i protagonisti della vita sindacale, associazionistica e politica nell’Italia del ’900. Dopo la militanza nello scenario torinese del primo dopoguerra, al sorgere del fascismo si trovò giovanissimo alla guida dell’organizzazione sindacale cristiana torinese e nello stesso periodo condivise, sul terreno politico, la breve stagione del Partito Popolare. Nel secondo dopoguerra seppe affiancare la presenza sul piano locale alle nuove funzioni esercitate in ambito nazionale, sia in campo politico come membro dell’Assemblea costituente e successivamente come parlamentare democristiano, sia in campo sindacale dapprima come segretario della CGL unitaria per la corrente cristiana e come promotore, poi, di un tentativo di rinascita del sindacalismo cattolico.In questo volume il figlio di Giuseppe Rapelli ricostruisce le tappe dell’impegno giovanile del padre, riservando particolare attenzione alle esperienze sindacali e alle emblematiche vicende legate alla rivista «Il Lavoratore». Pubblicata dal gennaio al settembre 1926, in essa si ritrovano infatti vari temi al centro del vivo dibattito dell’epoca, nel quale associazioni e movimenti, partiti e istituzioni si confrontarono con la progressiva chiusura di ogni spazio democratico da parte del regime fascista.«Nella Torino di Gramsci e Gobetti, Rapelli rappresenta una delle espressioni della cultura sociale e politica di matrice cattolica che sostiene l’esigenza di un aperto e coraggioso confronto, che vuole condurre su un terreno comune rivendicazioni, diritti, aspirazioni e progetti del movimento operaio. […] Il personaggio appare indubbiamente scomodo (nel sindacato, nel partito, nelle organizzazioni cattoliche) e tale rimarrà anche successivamente, spesso al centro di contrasti e polemiche. Accanto ad una figura non sempre compresa e spesso isolata, emerge nel contempo e con altrettanta evidenza il personaggio coerente, il militante disinteressato, il convinto assertore dei propri ideali perseguiti con tenacia, diffidente verso i facili compromessi e le scorciatoie accomodanti.» (Dalla Prefazione di Walter E. Crivellin)
I cognomi del territorio veronese
Giovanni Rapelli
Libro: Libro rilegato
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2008
pagine: 856
Nel cuore di Verona. Gli anni Cinquanta dei veronesi
Giovanni Rapelli
Libro: Libro in brossura
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2008
pagine: 138
I cimbri del XIII comuni veronesi
Giovanni Rapelli
Libro: Copertina morbida
editore: Editrice La Grafica
anno edizione: 1996
pagine: 80
Il volumetto, di 80 pagine, è inteso a dare informazioni sommarie sulla popolazione dei Cimbri delle montagne veronesi, formante un tempo i cosiddetti "XIII Comuni Veronesi". Questo popolo di origine tedesca risiede oggi nella sola località di Giazza, in comune di Selva di Progno.