Libri di Giovanni Re
#Community manager. Dietro le reti ci sono le persone
Osvaldo Danzi, Giovanni Re
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 156
Non facciamo l’errore di sostituire le relazioni con gli strumenti. Piattaforme, mailing list, newsletter, bot sono il supporto e non il sostituto di chi oggi si trova a gestire gruppi d’interesse, brand aziendali, progetti sociali in cui sono coinvolte le Persone. Organizzazioni che sempre più spesso evolvono in vere e proprie community in cui lo scopo può essere aziendale (migliorare la comunicazione interna), commerciale (rafforzare l’identità di marca attraverso il coinvolgimento dei consumatori), sociale (aiutarsi a vicenda o rendere migliore l’ambiente in cui si vive). Il ruolo del community manager inizia ad emergere fortemente in tutti questi contesti; attraverso case history concrete e l’esperienza pratica degli autori – a loro volta community manager di due delle esperienze italiane più rilevanti – questo libro spiega nel dettaglio come guidare consapevolmente una community e l’evoluzione di questo ruolo sempre più strategico.
I prigionieri dimenticati. Cellelager 1917-1918
Giovanni Re
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2011
pagine: 384
Per i tanti soldati italiani che furono fatti prigionieri dagli austriaci e dai tedeschi dopo la disfatta di Caporetto, la cattura fu 1'inizio di una vita di stenti alla quale non tutti sopravvissero. Per i primi tre mesi dalla cattura (i più duri), l'Italia non consentì neppure alle famiglie di inviare ai propri figli i soccorsi vitali; i primi "pacchi di Stato" giunsero ai prigionieri nel novembre del 1918, un anno dopo Caporetto. Niccolo Nicchiarelli, come altri tremila ufficiali, venne rinchiuso nel Gefangenenlager di Celle nei pressi di Hannover, ed è attraverso le sue memorie che viene ricostruita la cronaca quasi quotidiana della loro comune vicenda che non si concluse con la fine della guerra. Indicati dalla propaganda come vili e quindi responsabili della sconfitta di Caporetto furono lasciati soli, emarginati o mal sopportati da parte dello stesso ambiente militare, in un clima nazionale fattosi difficile nonostante la vittoria.