Libri di Giuseppe Cristaldi
Annamé. La madre dei pozzi
Giuseppe Cristaldi
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2025
pagine: 239
Anna, figlia del peccato, per tutti gli estremi meridioni è Annamè. La sillaba supplementare le è stata affibbiata dalle vicine di casa durante la sua tumultuosa nascita; in Salento indica lo sbrigarsi, il risolvere le cose in un tempo ridottissimo. Ma ha anche un altro significato: togliersi davanti, non essere d’intralcio. Questa è la storia di una contadina coriacea nata al buio di una cantina, tra le privazioni e il senso di repulsione da parte di un mondo che forse non avrebbe voluto vederla nascere. La finestra su un piccolo giardino e un nespolo paterno sono la meta delle sue lunghe elucubrazioni. Ma quando si frammettono le reticenze familiari, la ragazza disseppellisce ferocemente le verità a cui ha diritto. Scava pozzi profondi che a tratti la ingoiano, a tratti la sputano fuori con violenza indicibile. Ogni volta è lo stesso parto, ogni volta è una nuova vecchiaia a cui sottrarre brandelli di giovinezza.
Drammaturgia degli invissuti
Giuseppe Cristaldi, Oliviero Malaspina
Libro: Libro in brossura
editore: Fallone Editore
anno edizione: 2019
pagine: 112
Sullo sfondo di un continuo quanto pacifico duello tra Nord e Sud che, più che luoghi, sono stati d’Essere, si consuma il dolore di un’umanità relegata ai margini dell’esistenza; un mosaico di storie che si amalgamano sino ad assumere un’unica fisionomia, un unico volto, un unico serafico ghigno: quello stesso ghigno che s’impossessa di un malato terminale di tumore causato dall’amianto, di un suicida nell’istante in cui si lascia cadere nel vuoto, di un poliziotto morto in servizio senza ragioni sensate che non siano quelle di Stato, di un giovane posseduto dallo spettro della droga, di una figlia venduta per pochi denari. "Drammaturgia degli invissuti" è un cantico sull'impossibilità del vivere, sviluppato in XVIII sezioni, ognuna delle quali composta da due testi: uno di Malaspina, contraddistinto dal carattere in corsivo, e a seguire uno di Cristaldi. Gli autori danno voce a chi non ne ha, arrivando fino al centro delle cose, nel fegato degli accadimenti, attraverso una scrittura civile e asciutta, senza ridondanza né eufemizzazione. "Drammaturgia degli invissuti" si infila con la crudeltà di una spina nel fianco del lettore.
Gli scuoiati
Giuseppe Cristaldi
Libro: Libro rilegato
editore: Pellicano Sardegna
anno edizione: 2018
pagine: 75
Un racconto breve ed un poema crudo. Il tema: la violenza domestica, l'abuso. Dilaniante, sincero, ironicamente drammatico, originalmente unico non possiamo non ammettere di trovarci dinnanzi ad un autore che inventa un nuovo linguaggio per comunicare gioia o devastazione..
Nel nome di ieri
Giuseppe Cristaldi
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2015
pagine: 181
Il destino che t'ingoia il futuro a un giro di curva, una lingua d'asfalto fatta di granuli di catrame che litigano fra loro e inciampano nei tuoi sogni, distruggendoli: nato in una pizzeria di provincia, fra temporali di farina e tovaglie scozzesi, l'amore di Claudia e Sciffì si addormenta per sempre sulla curva della morte fra Matino e Taviano, dove la ragazza perde la vita in un incidente stradale. Da quel momento, per Sciffì, la lotta contro il dolore diventerà lotta contro lo scorrere del tempo e il suo potere di cancellare le cose. Perché i ricordi stanno sulla rampa di un macello, come bovini sfiancati, e attendono giusto un oblio, un varco, per cadere nelle macine del tempo. Ma Sciffì quei ricordi li riprende ogni volta, li tira per i capelli, fuori dal macello, fuori dall'oblio, li ripesca da quelle tasche della memoria che hanno buchi nascosti, da cui tutto scivola via. Fino a che il recupero dei ricordi diventa lievito di una nuova sfida per il futuro. "Nel nome di ieri" narra di genti che stanno dietro le quinte della vita, con le mani terrose e il cuore di viticci, una storia di disperazioni raccontate attraverso l'umiltà e un minimalismo di atti, sillabe, silenzi, fin dentro l'anima profonda di un Salento chino sui filari come sulla propria nudità meridionale.
Belli di papillon verso il sacrificio
Giuseppe Cristaldi
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2014
pagine: 144
Don Papà, come lo chiama Donatino, il figlio e voce narrante del romanzo, è cozzaro, contrabbandiere, corista, teatrante, uno della razza dei ddritti, nato e cresciuto nel quartiere Tamburi di Taranto, dove è quasi un eroe per le sue gesta. A gettarlo nello sconforto sarà un'ingiunzione di sfratto, che lo porterà a fare a pezzi la casa in cui è sempre vissuto nel tempo di una notte frenetica, con l'aiuto del figlio, prima di compiere il suo ultimo capolavoro, un suicidio esemplare come estrema sfida verso i potenti e riaffermazione della vita fin dentro la morte. La scrittura nervosa e visionaria di Cristaldi si fa voce della rabbia e dello spirito di rivolta che riempiono le pagine di questo romanzo su Taranto, su come eravamo e su cosa siamo diventati sotto il cielo velenoso di questa città. Introduzione di Teresa De Sio.
Un rumore di gabbiani. Orazione per i martiri dei petrolchimici
Giuseppe Cristaldi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Besa muci
anno edizione: 2008
pagine: 32
Gli scuoiati
Giuseppe Cristaldi
Libro: Libro in brossura
editore: Pellicano Sardegna
anno edizione: 2018
Ricordati di respirare. Ricordati di re-spi-ra-re. Ricorda di accarezzare con la lingua il fiato che passa, adesso puoi, adesso fai in tempo a censire tutti i tuoi respiri e familiarizzare col di dentro, non hai l’ansia di sottrarti alle brutture, di fuggire in strada scalza. Prefazione di Leonardo Omar Onida.
La versione di C.
Cristiano De André, Giuseppe Cristaldi
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Electa
anno edizione: 2016
pagine: 197
"In Gallura sembra quasi che il cielo decida di abbassarsi. come per fare un favore agli uomini. La volta stellata è li a un palmo, pare uno scolapasta rovesciato. Puoi contare tutte le stelle, puoi dare un appuntamento a ciascuna. Quando la mia famiglia era ancora unita, dopo cena ci stendevamo sulle sdraio in bambù e mi veniva insegnato a leggere la notte e il passato." Cristiano De André per la prima volta traduce i suoi silenzi più intimi e lo fa con una premura vergine. Compie un lungo viaggio a ritroso, dalle doglie di una madre su una slitta, in una Genova innevata, alla visione di un ciuffo notturno che canta i giorni in cui verranno a chiedere dell'amore. Dall'ansia di un sequestro, al germogliare dei colori isolani, belli di libertà, feroci come il sangue adolescenziale. Dal mare, che ora dona un dentice sotto gli occhi increduli di un padre, ora alza l'onda e ingoia la serenità di una famiglia, alle fughe continue da un qualcosa che non arriva. E se arrivasse, non conoscerebbe il gesto della carezza. Da una Londra che punge e annienta e lega a un letto d' ospedale, all'innocenza della musica in un conservatorio. Dalle tournée negli anni di piombo, all'emozione della propria voce che fa l'eco in uno stadio. Dal perdonare al perdonarsi come atto estremo di sopravvivenza da confidare a un figlio. Cristiano De André si racconta in un'autobiografia sofferta e tormentata che ruota attorno al suo rapporto con il padre Fabrizio, gigante della musica italiana.
Macelleria Equitalia
Giuseppe Cristaldi
Libro: Libro in brossura
editore: Lupo
anno edizione: 2013
pagine: 192
Cinque racconti. Cinque drammi esistenziali determinati dalla crisi odierna. Uno scenario intimamente operaio e contadino, devastato dal propagarsi inarrestabile della macchina istituzionale che attraverso i suoi apparati di riscossione forzata dei tributi, Equitalia, attiva pignoramenti di mobili prima e immobili poi. E dopo ancora, la nascita di un'organizzazione criminale posta tra Equitalia e il cittadino insolvente, dedita alla compravendita illecita dei beni. L'aggressione definitiva di un popolo indifeso e ridotto alla miseria, dove anche la vergogna e l'umiliazione fisica rientrano nella salvaguardia economica. "Macelleria Equitalia" è la precisa analisi dell'ultima Italia, delle meccaniche di un sistema malato che costringe all'esclusione violenta dell'uomo dallo Stato, ma è anche il ritorno a quella umanità spoglia, nuda, essenziale dove i reduci sono blocchi di pietra abbandonati a loro stessi, perché se a una statua cambi la postura, anche di poco, ne va del santo.
Nefrhotel. Mi hanno venduto un rene
Giuseppe Cristaldi
Libro: Copertina morbida
editore: Promo Music
anno edizione: 2011
pagine: 199
Kamal è un ragazzino nepalese, orfano, naufrago nella miseria, eppure appartenente all'alta casta dei Newari, la casta egemone a Kathmandu, culla floreale dell'omertà. È innamorato di Buddha, il cui nome egli pronuncia per allontanare la paura mentre si sciacqua nelle pozzanghere o durante le meditazioni del nonno sciamano. Come tutti i suoi coetanei carezza il sogno di una vita, ma a differenza di essi sacrifica il corpo per realizzarlo: svende un rene ai trafficanti di organi che operano tra Oriente e Occidente. È una piaga di inaudite proporzioni che contrasta la diffusa spiritualità orientale, una dualità spirito/macelleria che si ripete in tutto lo sfogo di Kamal. È un vomito silente che scorre nel cinismo dei turisti sui risciò, nelle mani dei medici collusi con le organizzazioni dedite alla mercificazione delle vite, nella violenza e nello schiavismo perpetrati sui minori. Un vomito che rifluisce intorno ai bordi della vergogna e della rabbia, in cui a sopravvivere resta solo il sentimento improvviso della pietà come una reincarnazione nel futuro.
Belli di papillon verso il sacrificio
Giuseppe Cristaldi
Libro: Copertina morbida
editore: Controluce (Nardò)
anno edizione: 2010
pagine: 148
In una Taranto della mente, un ragazzo erige un monumento al padre morto. Cozzaro, contrabbandiere, corista, teatrante, uomo dalle mille risorse, don Papà, come lo chiama il figlio, è uno della razza dei 'ddritti', nato e cresciuto nel quartiere Tamburi dove ha alimentato favole e racconti sulle proprie gesta. Spinto alla disperazione da un'ingiunzione di trasloco, l'uomo farà a pezzi, nel tempo di una notte frenetica, con l'aiuto del figlio, la casa, prima di compiere il suo ultimo capolavoro, un suicidio esemplare come estrema ingiuria verso i potenti e riaffermazione della vita fin dentro la morte, lasciando al ragazzo il compito di tradurre in una scrittura di rara potenza visionaria la 'vitavissuta'.