Libri di Gualtiero Oberti
Il nido
Gualtiero Oberti, Lucia Oberti
Libro: Copertina morbida
editore: Lubrina Bramani Editore
anno edizione: 2019
pagine: 34
Un luogo. Un rifugio. Un nido. Un luogo familiare, che riconosciamo come nostro e del quale ci sono noti i confini. Un rifugio sicuro dove tornare, che ci isola e ci restituisce il respiro. Un nido avvolgente, che ci calma e ci rianima. Uno spazio vitale, a misura d'uomo. Una grande ellisse, pura geometria. Una curva perfetta concepita dal pensiero umano e assunta quale simbolo di armonia, ma non più compiuta e integra, bensì spezzata, ruotata e scivolata sul fianco. Una figura complessa, ma di nobile genesi, che, per estrusione, dà forma a un volume articolato e scomposto, le cui superfici laterali restituiscono profili diversi e inaspettati. Un volume aperto e chiuso al contempo dove i pieni dei tubolari di ferro si alternano ai vuoti degli interspazi e dove la percezione del fuori muta con il volgere dello sguardo: proiettandolo all'esterno, così da inquadrare i primi rilievi orobici, o trattenendolo al suo interno, facendolo vibrare al ritmo accelerato delle superfici metalliche stondate. Nel concreto, l'opportunità di dare una risposta architettonica a una latente esigenza urbanistica e sociale: ricostruire una terrazza pericolante e transennata, posta ai lati della via che attraversa il borgo montano. Un'occasione per trasformare un reliquato urbano abbandonato e cadente attivandone una metamorfosi fisica e formale, trasmutandolo da non-luogo - nell'accezione di Marc Augé - quale spazio irrelazionale e impersonale, a luogo, quale spazio relazionale e identitario. Restituire alla comunità un punto di sosta e d'incontro, affacciato sulla valle, nel quale riconoscersi e del quale sentirsi partecipi. Ecco allora una piccola piazza geometrica e misurata che si confronta con un paesaggio naturale, aperto e spazioso, composto da crinali e da vallate, da azzurri e da verdi, da luci e da ombre. Un luogo che isola e che si isola dal contorno, che accoglie e che respinge, che concede e che nega. Calcestruzzo, ferro e pietra: materiali naturali utilizzati al grezzo. Direttamente plasmati sul posto o prodotti dall'industria oppure coltivati in una cava. Un bulbo di béton brut che àncora a terra e sostiene come un piedistallo; un perimetro metallico che simultaneamente contiene e separa; un pavimento in ciclopiche lastre di Serpentino della Valmalenco che si spezza e, come deformato da una spinta ctonia, rende manifeste invisibili forze telluriche. Un luogo che nel tempo vedrà la sua partitura metallica rivestirsi e poi mutarsi in sostanza vegetale, assecondando e rincorrendo la natura metamorfica della pietra che ne ricopre il suolo. E poi il carattere quasi metafisico degli arredi in pietra artificiale. A-geometrici, pallidi e levigati; forme ovoidali e feconde; oggetti fuori scala, forse i prodotti di un'allucinazione, che sono al contempo organici e minerali e dei quali ne è sconosciuta la provenienza. Infine le ombre portate della recinzione metallica che tagliano la piazza ogni volta in modo nuovo: meridiane generate e mosse dal nascere e dal vagare del sole. Ritmate e geometriche sul piano orizzontale; mutevoli e sinuose quando lambiscono le indefinite sagome degli arredi: luce e materia che danzano insieme. Una piccola piazza ai margini della via, utile per incontrare un amico o per osservare il paesaggio oppure, semplicemente, per rincorrere un pensiero. Un luogo dove rallentare e, forse per un istante, elidere gli eccessi della surmodernità: l'aumento incontrollato dei riferimenti temporali e spaziali prodotto da una globalizzazione che non crea né identità singola, né relazione, ma solitudine e similitudine.
Officina Liberty
Gualtiero Oberti, Lucia Oberti
Libro: Copertina morbida
editore: Lubrina Bramani Editore
anno edizione: 2019
pagine: 32
L'edificio trattato nel libro è un modesto fabbricato in muratura di mattoni e pietrame, disposto su due livelli distinti e coperto da un tetto a padiglione. L'impianto originario presentava una rigida simmetria planimetrica e di alzato, spezzatasi a causa di un piccolo ampliamento che, pur ripetendo i rapporti dimensionali e i partiti compositivi della costruzione primigenia, ne ha compromesso l'originario equilibrio. I termini Officina Liberty, con i quali è generalmente conosciuta la costruzione di origine industriale che si trova all'interno del Parco del Mella di Gardone Val Trompia, sono del tutto inadatti a descrivere l'esatta consistenza del manufatto architettonico che non ha mai rivestito alcuna funzione produttiva, ma bensì direzionale, né, soprattutto, presenta alcun carattere rapportabile al periodo Liberty o a un più generico stile floreale. La palazzina fu costruita nella prima metà del XX secolo come ufficio direzionale della Radaelli SpA, una ditta specializzata nella realizzazione di cavi in acciaio già attiva nel lecchese e con stabilimenti produttivi dislocati in altri comuni italiani.
La casa della Regia Camera di Caprio
Gualtiero Oberti
Libro: Copertina morbida
editore: Lubrina Bramani Editore
anno edizione: 2014
pagine: 24
La navicella di Piero. Il recupero dell'ex chiesa di «Sancte Marie de Nigrignano de Sarnico»
Gualtiero Oberti
Libro: Copertina morbida
editore: Lubrina Bramani Editore
anno edizione: 2014
pagine: 32
La piccola, delicata chiesa di Santa Maria di Nigrignano, ricostruita su preesistenze medievali nella prima metà del XVIII secolo, fu da sempre legata al Monastero Benedettino di San Paolo d'Argon. Nel 1797, con la soppressione del convento per volere di Napoleone Bonaparte, passò in proprietà dell'Ospedale Maggiore di Bergamo e poi, nei primi anni del XX secolo, venne inglobata all'interno dello stabilimento tessile della Manifattura Sebina e utilizzata come un magazzino a supporto dell'attività produttiva. All'epoca della trasformazione funzionale, per ottenere delle superfici perfettamente piane per potervi accostare le scaffalature dell'opificio, l'altare venne rimosso e il presbiterio venne abbassato al livello dell'aula; le lesene e le parti in aggetto furono demolite, mentre quelle concave, le specchiature e le nicchie scavate nello spessore della muratura, furono tamponate, nascondendo al proprio interno anche le statue in stucco e polvere di marmo dei santi Pietro e Paolo. Per aumentare la superficie di deposito il volume venne poi frazionato in tre ampi locali realizzando due solai sorretti entrambi da quattro pilastri in mattoni pieni.
La passerella di Luzzana
Gualtiero Oberti
Libro: Copertina rigida
editore: Lubrina Bramani Editore
anno edizione: 2012
pagine: 14
"Nel tempo l'arte ha giocato con i sensi dell'uomo per rammentarne la natura transitoria. Immagini realistiche di illusioni: trompe l'oeil, anamorfosi, ambienti deformati, verità velate dalla bava del diavolo. Vanitas dove la realtà e la vita hanno la consistenza di una bolla di sapone. La passerella di Luzzana rimarca un distacco tra realtà e percezione disegnando una geometria perfetta che cela una struttura scarna ed elementare. Un fantasma platonico. Un volume impenetrabile al quale si accede e dal quale si emerge per magia. Un'opera concepita dall'uomo per generare smarrimento nell'uomo. Una vertigine. Un urlo. Un presagio di morte." (Gualtiero Oberti)
Gualtiero Oberti. Il parco del gigante
Gualtiero Oberti
Libro: Copertina morbida
editore: Lubrina Bramani Editore
anno edizione: 2012
pagine: 32
Gualtiero Oberti. Le stanze dei codici
Gualtiero Oberti
Libro: Copertina morbida
editore: Lubrina Bramani Editore
anno edizione: 2009
pagine: 32
"Un dialogo. Una conversazione sul farsi della storia condotta per mezzo di lin-guaggi differenti e lontani nel tempo, ma che nell'esperanto dell'architettura con-vergono verso una dialettica comune e intelligibile. Questo è quanto deve favorire l'installazione realizzata per la nuova mediateca di Trescore, secondo le intenzioni del progetto. Un'architettura contemporanea accolta all'interno di un'architettura plasmata agli inizi del millennio scorso e più volte, nei secoli, ridisegnata a nuove funzioni. Un'installazione concepita applicando i codici della geometria nell'assoluto rispetto della testimonianza viva del monumento altomedievale, con il quale entra in dialogo, contrapponendo le proprie ragioni di esprimersi in un linguaggio contemporaneo alla complessità dei segni trasmessi dalla lenta stratificazione registrata sul corpus dell'architettura storica." (Gualtiero Oberti)