Libri di Ilaria Malagrinò
La vita umana come esistenza vulnerabile in Cicely Saunders. Un nuovo approccio alla bioetica a partire dalle lettere
Ilaria Malagrinò
Libro: Copertina morbida
editore: Aracne (Genzano di Roma)
anno edizione: 2021
pagine: 364
In quanto esperienza "tragica" di vulnerabilità, la pandemia da Covid-19 ci sta spingendo a una riconcettualizzazione del significato della vita umana e delle sue concretizzazioni esistenziali da elaborare alla luce di criteri di intelligibilità diversi. Da qui la proposta contenuta nel volume di assumere la prospettiva di Cicely Saunders quale emblematica di un ritorno al senso antropologico della vita colta nella sua fenomenalità. Quest'ultima, in particolare, è riconosciuta come base imprescindibile per l'elaborazione di una nuova bioetica della cura che sia in grado di tenere conto dell'umanità dell'uomo nella sua interezza. Prefazione di Carla Della Penna.
Percorsi per un'etica dell'intimità tra pubblico e privato
Ilaria Malagrinò
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2020
pagine: 184
Il volume si inserisce nel dibattito contemporaneo in merito ai significati e alle declinazioni pratiche che l'intimità è venuta ad assumere nell'attuale contesto mediato, arricchendolo secondo la duplice prospettiva etica e antropologica. A un'analisi delle contraddizioni etiche dell'intimità pubblica, volta a mettere in evidenza i paradossi di una riduzione teorico-pratica che esita in una pericolosa alienazione dell'umanità da se stessa, segue la proposta di un ritorno al significato antropologico dell'intimità colta nella sua fenomenalità. Quest'ultima, in particolare, è riconosciuta come base imprescindibile e necessaria di una nuova etica dell'intimità che tenga conto dell'umanità dell'uomo nella sua interezza.
Alterità e relazione nell'esperienza della gravidanza. Dall'ermeneutica all'etica
Ilaria Malagrinò
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2016
pagine: 300
La gravidanza è una tappa speciale, unica nella vita di ogni uomo e donna. Profondamente marchiata dal sigillo del novum ad ogni fase del suo processo, è teatro di continui cambiamenti che si verificano in tutti gli attori in essa coinvolti. Il nuovo individuo, infatti, così come la donna e l’uomo che l’hanno generato, dalla fecondazione in poi, si trovano inseriti in un movimento relazionale di intima costruzione e ristrutturazione della propria identità. Movimento che li vedrà apparire come figlio, madre e padre, determinando in essi una “maturazione” irreversibile e segnandoli per tutta la vita. Una gestazione, dunque, non sembra qualificarsi quale processo più o meno unilaterale di azione e reazione, quanto piuttosto come articolazione della separazione tra due identità umane in una mutualità che non è soltanto corporea, ma primariamente carnale. Tale tensione costitutiva verso un’unità relazionale, declinata come “articolazione delle differenze”, sembra esprimersi come un percorso progressivo di riconoscimento biologico, psichico e biografico, in cui l’altro non è mai colto come analogo dell’io.