Libri di Massimo Cappitti
Figure. Sulla pittura di Mario Rocca
Massimo Cappitti
Libro: Libro in brossura
editore: West Press
anno edizione: 2021
pagine: 56
La pittura di Mario Rocca è caratterizzata spesso dalla presenza di figure rappresentate con un linguaggio molto forte e che si potrebbe definire figurazione astratta, va ricordato che Mario Rocca ha sempre guardato all'arte con spirito estremamente libero, affrontandola attraverso qualunque mezzo espressivo. Maestro nell'incisione come nel disegno, non manca quindi di confrontarsi con la scultura, la scrittura, la scenografia fino all'arte figurativa realizzata con moderni strumenti informatici.
Il respiro poetico del sapere. Intervista ad Antonio Prete
Massimo Cappitti
Libro: Libro in brossura
editore: Una Città
anno edizione: 2019
pagine: 48
Tra guerra e rivoluzione
Rosa Luxemburg
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2019
pagine: 235
Rosa Luxemburg non diede mai forma a un sistema completo o addirittura logicamente compiuto. Ella esprimeva le sue idee quasi sempre sotto forma critica o polemica verso ciò che considerava erroneo. Ma, soprattutto, non avrebbe mai organizzato la sua visione del mondo nella forma del sistema, giacché, in tal modo, avrebbe contravvenuto alla sua concezione dialettica della realtà, insofferente a ogni cristallizzazione. Tuttavia, dai suoi scritti — da quelli teorici come da quelli militanti — traspare, con forza, la profondità del suo pensiero, pari a quella, ad esempio, di Lenin o di Lukàcs. Rosa Luxemburg si impone come una pensatrice politica autonoma che ha influenzato il marxismo rivoluzionario e, nello stesso tempo, innervato con le sue intuizioni e le sue riflessioni il pensiero critico del Novecento. Introdotti dai saggi di Paolo Bruttomesso (scritto per la prima edizione) e Massimo Cappitti, i testi di Rosa Luxemburg coniugano ancora oggi il linguaggio della passione con la consapevolezza storica e teorica.
L'altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico. Volume Vol. 6
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2018
pagine: 402
Essere "Alle frontiere del capitale" significa prendere atto della condizione in cui si trovano il mondo, l'umanità, i singoli: trionfo della tecnologia e dell'ingiustizia; ricchezze senza limiti e vergogna che prosperano sulla disperazione; il futuro posto sotto sequestro; la politica che ridiventa fascista. Tappa ulteriore del progetto "Altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico", il volume si concentra sulla fenomenologia del tempo presente, cercando di risalire alle radici di errori e orrori; senza chiudere le porte alla speranza. Una duplice tensione — etica e teoretica insieme — è all'origine di analisi incentrate sul modo in cui si vanno ridefinendo i rapporti tra il capitalismo, da un lato — con la sua ricerca frenetica del profitto e la sua pervasività senza limiti —, e dall'altro il vivente, oggetto di una voracità predatrice, che macina uomini e cose. Tensione etica, perché è una lotta in cui non si può transigere: la posta in gioco è la vita della specie e quella dell'intera ecosfera, ancor prima e concretamente la dignità delle singole persone. Secondo un'ideologia diffusa, è venuta meno la possibilità di una trasformazione qualitativa dell'esistente. Alla superficie il mondo corre insensatamente ma nella sostanza appare pietrificato, congelato entro rapporti indiscutibili, in una paralisi della storia ossessivamente concentrata sul presente e la sua ripetizione: nel sottofondo di coscienze assopite l'eco di sconvolgimenti tellurici, l'incombere di catastrofi sociali e naturali. Il capitale pretende di costituire l'ultima parola sulla storia, non più un fenomeno storico ma uno stato di fatto insuperabile, fuori dal tempo, con la medesima perentorietà dei fenomeni naturali e ancor meno scalfibile dall'azione umana. All'opposto, ripercorrere a contrappelo le vicende storiche è un compito ineludibile per ritrovarvi, nel passato e nel presente, quelle insorgenze e quegli scarti che scardinano il corso omogeneo e lineare del dominio. Si tratta di cogliere nella storia le molteplici chances che la abitano, irriducibili a rappresentarsi in una forma definitivamente compiuta. Nella mezzanotte del tempo in cui ci è dato vivere, non possiamo rinunciare ad affermare l'esistenza dell'utopia concreta, di brecce di insorgenza all'interno dell'astrazione apparentemente invalicabile del capitale, di un possibile risveglio dalle sue fantasmagorie. In altre parole, occorre tener viva l'idea della non naturalità e della non necessità del capitale, idea portante, variamente coniugata, di tutti i saggi che compongono questo libro.
Filosofia dell'unificazione e teoria della soggettività in Hegel e Holderlin
Massimo Cappitti
Libro: Libro in brossura
editore: Zona
anno edizione: 2016
pagine: 250
"Questo testo, conciso ma prezioso, di Massimo Cappitti ha il merito di riattualizzare una vicenda, qual è stato l'incontro e il dialogo appassionato nella loro giovinezza tra Hegel e Hölderlin, che sembra appartenere in vero solo al passato della storia della filosofia e della storia delle idee. Ma che, a ben guardare, si riduce a un episodio del passato solo in apparenza. Soprattutto perché la passione del presente e l'etica civile che ha sempre connotato la vita e il pensiero di Massimo Cappitti, con una sensibilità continua e rigorosa verso tutti i luoghi possibili dell'emancipazione umana, non poteva non guardare al passato avendo di mira soprattutto il presente, anzi il futuro: ovvero ricercando nel passato anticipazioni e delineazioni di nuove forme relazionali dell'umano, allora non realizzate e sviluppate, e da riproporre invece oggi come possibili vie di fuga dalla chiusura di una vita sociale e individuale a cui l'espansione dell'economico e il misurare tutto in termini di efficienza e produttività hanno sottratto ogni dimensione di sorpresa e di emozionalità". (dalla Prefazione di Roberto Finelli)
Pensare dal limite. Contributi di teoria critica
Massimo Cappitti
Libro: Libro in brossura
editore: Zona
anno edizione: 2013
pagine: 220
In questo libro sono trattate figure di intellettuali che "hanno dato voce alle dissonanze e alle discontinuità, opponendosi alla totalità che raccoglie in sé, annullandole, le singolarità", come Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Rosa Luxemburg, Elias Canetti, Günther Anders, Danilo Montaldi, Gustave Flaubert e Don De Lillo. Pensatori dal limite e del limite, per "stabilire prospettive in cui il mondo si dissesti, si estranei, riveli le sue fratture e le sue crepe".