Libri di Michail P. Arcybasev
Selvaggi
Michail P. Arcybasev
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2023
pagine: 152
"Selvaggi" è un libro in un certo senso misterioso. Terminato nel 1917, fu pubblicato solo nel 1923 a Berlino. Tradotto in diverse lingue estere, non è mai arrivato in Russia. Il suo nucleo fondamentale è costituito non tanto dalla relazione incestuosa tra Zachar e Glafira, quanto dalle arringhe del pubblico ministero e dell'avvocato difensore. In polemica con la tendenza di quegli anni a dipingere il mugicco come il "vero depositario dell'idea religiosa e sociale russa", il pubblico ministero bolla il popolo russo come zotico, anarchico, fanatico, superstizioso. Non per nulla, "selvaggio" è l'aggettivo che attraversa tutto il romanzo come un Leitmotiv. L'avvocato della difesa, Duchovenskij, è invece un social-democratico, anzi un bolscevico, sinceramente impegnato a far trionfare la verità. Ma quando si scontra contro l'ostinazione, l'ottusità di quel mondo patriarcale capisce che la sua partita è persa.
Sangue. Versione filologica del racconto
Michail P. Arcybasev
Libro: Libro in brossura
editore: Osimo Bruno
anno edizione: 2020
pagine: 99
Ho letto l’eccellente racconto “Sangue” di Arcybašev, che, per la sua abilità artistica, è più potente di qualsiasi argomentazione per attirare le persone verso il vegetarianismo, o meglio, per liberarsi della superstizione relativa alla necessità di cibarsi di esseri viventi. Non sto a raccontarvi il contenuto di questo bel racconto, per non rovinarvelo, ma vi consiglio vivamente di acquisire dall’autore il permesso di pubblicarlo e di inserirlo integralmente o per estratti nella vostra rivista. Con grande stima Lev Tolstoj
Sanin
Michail P. Arcybasev
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2014
pagine: XIV-492
Un romanzo di enorme successo nella Russia immediatamente successiva alla Rivoluzione del 1905. Un romanzo scandaloso, accusato di "offesa al pudore" per la strenua rivendicazione del diritto al libero amore e la "non condanna" del suicidio: i due capisaldi della gioventù rivoluzionaria di quegli anni uscita amaramente disillusa dal clima di una Rivoluzione tradita o quanto meno incompleta. Sanin, il protagonista, a differenza del suo tormentato amico Jurij, si proclama "uomo dell'avvenire": egoista, istintivo, libero da preoccupazioni ideologiche e ossessionato dalla sensualità seduce la fidanzata di Jurij (che, appunto si suicida). Sanin (una sorta di principe Stavrogin dei "Demoni" di Dostoevskij più carnale e blasé), scosso nonostante l'atteggiamento cinico e distaccato da quanto avvenuto, fugge. Anzi, meglio, se ne va, si allontana, scompare dileguandosi in un rapporto panico con la natura riscoperta.