Libri di Minh Tran Huy
Viaggiatore suo malgrado
Minh Tran Huy
Libro: Libro in brossura
editore: O Barra O Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 188
Minh Tran Huy intreccia memorie collettive e personali in un romanzo che dà voce a chi, rimasto nell’ombra, è stato costretto a mettersi in viaggio e a rompere con le proprie radici. In un’estate newyorkese, la narratrice Line scopre la figura di Albert Dadas, operaio francese affetto dalla “follia del fuggiasco” e si appassiona alle esistenze dei “viaggiatori loro malgrado”. In un percorso narrativo che pian piano la riconduce a esperienze sempre più personali, la protagonista ripercorre le vicende della giovane atleta somala Samia, dello zio Thin, della cugina Hoai, e soprattutto quella del padre, morto da poco, fuggito in giovane età dal Vietnam devastato dalla guerra. Line, desiderosa di sciogliere i nodi di un passato a lungo taciuto e riportare alla luce la storia della sua famiglia, instaura una sorta di dialogo in assenza con il padre, ne rievoca la voce e la memoria, sottraendole all’oblio. Un libro che s’interroga sull’identità e sulla condizione di chi subisce lo sradicamento dalla cultura d’appartenenza.
La doppia vita di Anna Song
Minh Tran Huy
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2010
pagine: 173
Anna Song, pianista vissuta sempre ai margini della scena musicale internazionale, muore, stroncata dal cancro che l'aveva costretta a lasciare la ribalta all'età di trentatré anni. Passano pochi mesi dalla sua scomparsa, e la sua figura viene innalzata al rango del mito. Paul Desroches, marito di Anna, musicologo e creatore di una piccola etichetta, spedisce alla stampa specializzata centodue CD di sonate per pianoforte registrati da Anna negli ultimi anni della sua esistenza. I brani gettano scompiglio nel mondo della musica. L'oscura pianista vi svetta come una delle massime artiste del secolo, più prolifica di un Richter, un Rubinstein o un Ashkenazy! Un giorno, però, scoppia lo scandalo: le registrazioni si rivelano un collage di esecuzioni abilmente rielaborate di un'ottantina di grandi interpreti. Chi ha prodotto i CD è Paul Desroches, il marito. Perché lo ha fatto? Per il folle amore che lo univa ad Anna Song? Oppure simili ricami sentimentali non sono altro che il paravento di una truffa assai redditizia? E Anna Song... è veramente esistita una pianista con un nome simile? Traendo ispirazione dalla storia vera di Joyce Hatto, la misteriosa pianista britannica malata di cancro che nel 2007 lasciò più di un centinaio di CD rivelatisi poi al decrittaggio elettronico una truffa abilmente architettata, Minh Tran Huy orchestra un affascinante gioco di specchi sulle ragioni della passione, dell'impostura e del talento.
La principessa e il pescatore
Minh Tran Huy
Libro: Libro in brossura
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2010
pagine: 189
Un amore perduto è l'emblema della caducità delle cose, della malinconia che avvolge la loro natura temporanea. L'incontro con Nam, giovane in fuga dalla sua terra, spinge la protagonista Lan a confrontarsi con il proprio paese d'origine, quello in cui non è nata - lei, francese benestante - ma dal quale vengono i suoi familiari, esuli della diaspora seguita alla guerra d'Indocina. Le tradizioni apprese dall'amatissima nonna, il rigore e la determinazione dei genitori nell'integrarsi con successo in un paese straniero, la tenacia di Nam nel guadagnarsi la cittadinanza francese, la bellezza e crudeltà del Vietnam, la vergogna di non aver dovuto lottare e avere, ugualmente, tutto: sono i tratti della storia di coloro che oscillano tra mondi diversi, non per scelta ma per fatale accadimento. In un'atmosfera sospesa tra autobiografia e finzione, dove le leggende popolari sono cornice e strumento di interpretazione della vita, Lan diventa il paradigma del disagio della second generation nel rapporto con le origini. Lo stile preciso e garbato della Huy scardina i luoghi comuni sull'identità culturale e sulla riscoperta delle radici. "Il mondo l'avevo conosciuto in francese, leggevo in francese, pensavo in francese. [... ] Si poteva davvero parlare di "radici" quando queste erano state recise il giorno stesso in cui ero venuta al mondo a Clamart?". Sì, perché la forza del passato è una radice feconda che segna il volto per sempre.