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Libri di Pasquale Chessa

Il romanzo di Benito. La vera storia dei falsi Mussolini

Il romanzo di Benito. La vera storia dei falsi Mussolini

Pasquale Chessa

Libro: Copertina morbida

editore: UTET

anno edizione: 2018

pagine: 252

«Tutto è successo a notte fonda, alla fine di una giornata d'autunno, nel 2002. Le agende erano tutte lì, impilate sulla scrivania di un notaio di Bellinzona. La cassaforte da cui erano state prelevate era ancora aperta.» Renzo De Felice, storico del fascismo, aveva avvertito Pasquale Chessa: di tanto in tanto, dall'ombra riemerge qualche perduto diario del Duce, e allora bisogna cercare l'errore. Perché l'errore del falsario c'è sempre. In questo caso l'errore era più di uno: quelle agende non solo tracciavano l'improbabile ritratto di un Mussolini pacifista e antitedesco, persino contrario alle leggi razziali, ma erano anche piene di goffe incongruenze. Nonostante questo, pochi anni dopo, sarebbero giunte rocambolescamente alla pubblicazione. La vicenda di quei diari è in realtà solo l'ultima della miriade di fake news e leggende mussoliniane che ha attraversato carsicamente l'Italia del dopoguerra: le molte morti del Duce, i suoi mille possibili assassini, ognuno con almeno due o tre vere identità, e gli innumerevoli segreti e complotti, dal malfamato oro di Dongo al famigerato carteggio con Churchill. Chessa le racconta una a una, ne intreccia genesi e filiazioni, rivela onnessioni e scoop storici, distribuendo meriti e colpe tra una degna schiera di comprimari e comparse: gerarchi redivivi e partigiani fedifraghi, spie fasciste, sedicenti nobili e veri baronetti inglesi, signore di provincia dalla grafia dannunziana, giornalisti d'assalto, storici incauti, mafiosi e "dongologi" di ogni risma. "Il romanzo di Benito" mette ordine in una trama intricata dove resoconti fantasiosi intessuti di piccole verità si sovrappongono a racconti verosimili che ingarbugliano il quadro, tra giornali e rotocalchi, pamphlet più o meno clandestini e pseudo-testamenti morali. Ognuna di queste fonti ci restituisce un diverso Mussolini, un po' vero e un po' falso, ora piagnone ora indomito, "buonuomo" o pusillanime, statista o psicotico, tutti inverosimili. Ed è in questa moltiplicazione incontrollata che i nostalgici trovano finalmente un qualche scampolo di epica per il loro romanzesco Duce. D'altra parte è grande la «forza del falso», per citare Umberto Eco: dalla donazione di Costantino ai protocolli dei savi di Sion, i falsi storici hanno influito sulla realtà, pronti a diventare Storia se non li si smaschera in tempo. Leggendo la vera storia dei falsi Mussolini, resta il dubbio che in questo caso sia forse già troppo tardi.
18,00

Dux. Benito Mussolini: una biografia per immagini

Dux. Benito Mussolini: una biografia per immagini

Pasquale Chessa

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2017

pagine: 398

Il fascismo fu vera dittatura, ma anche, se non una farsa, certamente un grande spettacolo. E Mussolini ne fu il regista unico: regista di se stesso e del suo pubblico. Molto più del cinema, dell'arte figurativa o dell'architettura, la fotografia, al pari della parola, è stata il principale veicolo del consumo totalitario. Con essa l'immagine del duce diventa personale, portatile, trasferibile, riproducibile e collezionabile. Questo primato della fotografia, però, non è stato finora rappresentato in maniera adeguata negli studi sul fenomeno fascista, cosicché sappiamo tutto del cinema, della radio, dell'architettura, ma è ancora difficile trovare il bandolo dell'immagine che il Ventennio ha lasciato impressa su migliaia di vetrini, fatta stampare su milioni di cartoline, pubblicata sui giornali e diffusa all'estero, regalata alle madri dei caduti come ai bambini. Piano piano, al principio in maniera spontanea e naturale, l'immagine del duce si è radicata nel paesaggio urbano e nelle campagne, funzionando come un messaggio pubblicitario, prima di diventare propaganda prodotta in serie dalla macchina del consenso. Anche quando l'esito disastroso della seconda guerra mondiale minò il carisma di Mussolini, la fotografia sembrò rimanere l'unico suo contatto diretto con l'esperienza della realtà. Fino all'adunata di piazzale Loreto, quando egli partecipò per l'ultima volta da protagonista, sotto gli obiettivi dei fotografi accorsi in gran numero.
24,00

Laudato si'. Conversazioni sull'enciclica di papa Francesco 2015-2016

Laudato si'. Conversazioni sull'enciclica di papa Francesco 2015-2016

Libro: Libro in brossura

editore: C&P Adver Effigi

anno edizione: 2016

pagine: 125

"C'è molto della crisi del presente / nell'Enciclica Laudato Si' «sulla cura della casa comune» di Papa Francesco. Prima di tutto nel riconoscere la «radice umana della crisi ecologica», dal degrado ambientale all'inquinamento del pianeta, dal surriscaldamento allo sfruttamento intensivo delle terre, dallo spreco delle risorse idriche alla dissipazione della biodiversità naturale. Poi nel constatare che il patrimonio della terra, intesa come «casa comune» dell'umanità, non può essere riferito solo all'ambiente: perché non esiste solo un'ecologia ambientale, ma anche un'ecologia sociale ed economica, un'ecologia della vita quotidiana, un'ecologia umana, un'ecologia morale, un'ecologia culturale." "Sono molte le suggestioni che il FAI, nel realizzare la sua missione, ieri come oggi e soprattutto domani, ritrova nelle parole della Laudato Si'. In particolare quando Papa Francesco ricorda che insieme al «patrimonio naturale» c'è anche un «patrimonio storico, artistico e culturale ugualmente minacciato», e ancora di più quando non dimentica la «varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti». Così è nato il progetto di questa discussione, una serie di conversazioni che, raccolte in questo libro, ora, un anno dopo, documentano un dibattito che si è sviluppato per qualche mese sulle pagine virtuali del sito www.fondoambiente.it subito dopo la promulgazione della Laudato Si', il 18 giugno del 2015."
12,00

L'ultimo comunista. La presa del potere di Giorgio Napolitano

L'ultimo comunista. La presa del potere di Giorgio Napolitano

Pasquale Chessa

Libro: Libro in brossura

editore: Chiarelettere

anno edizione: 2013

pagine: 256

Conquistare la più alta carica dello Stato senza nemmeno fare la rivoluzione. E nello stesso tempo scoprire alla fine del mandato di aver fallito completamente il progetto perseguito per anni: riformare il costume e la politica italiana. Tutto è andato in fumo. Anche la meteora Monti, un'invenzione di Napolitano per coprire il vuoto lasciato dai partiti incapaci di affrontare la crisi economica e il confronto con l'Europa. Intanto il ciclone Grillo sovverte i piani del Pd e del presidente. Tutto da rifare. Come ricostruisce Chessa utilizzando documenti di partito, lettere, testimonianze di amici e nemici. Napolitano (Napoli, 1925), undicesimo presidente della Repubblica, ha attraversato indenne tutte le stagioni della politica: dallo stalinismo e gli anni bui delle invasioni dell'Ungheria e della Cecoslovacchia, alle divisioni all'interno del Pci tra la destra amendoliana, la sinistra di Ingrao, la corrente migliorista e poi la fine del comunismo, tangentopoli, il Quirinale inaspettato, il confronto con Berlusconi e il braccio di ferro con la Procura di Palermo. Riannodare i fili di questa storia significa rispondere ai tanti quesiti che la politica pone oggi a chi vuole capire quale futuro ci attende. Forse Napolitano sarà l'ultimo presidente di una lunga stagione, lui comunista distante e freddo, assurto improvvisamente a padre della patria e leader. Presidente con molti più poteri di quanti lui stesso all'inizio del mandato pensava di avere.
13,90

L'ultima lettera di Benito. Mussolini e Petacci: amore e politica a Salò 1943-45

L'ultima lettera di Benito. Mussolini e Petacci: amore e politica a Salò 1943-45

Pasquale Chessa, Barbara Raggi

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2012

pagine: 226

Tanto per cominciare si chiama Clara, non Claretta. Così vuole essere chiamata lei. Così la chiama Mussolini nelle 318 lettere che le scrive tra il 10 ottobre 1943 e il 18 aprile 1945, durante i seicento giorni della repubblica di Salò. Dal fondo Petacci, conservato da sessantanni nei faldoni dell'Archivio centrale dello Stato, emerge una corrispondenza personale destinata a cambiare l'immagine storica di Clara Petacci e, insieme, a riscrivere la vulgata sulla "repubblica di Mussolini". Perché Clara, fascista totale e antisemita, nelle lettere si rivela non solo confidente sentimentale, ma anche consigliere politico, interprete privilegiata del pensiero del Duce in quanto sua prima amante in carica. Le lettere rivelano due certezze: per Clara, Mussolini è un mito quotidianamente rinnovato in un flusso inarrestabile di parole; per Mussolini, Clara è l'ultima risorsa esistenziale mentre sente crollare il mondo intorno a sé. Fu vero amore. Anche. A Salò il sesso viene usato come un'arma per continuare la politica con altri mezzi. Massima, infatti, è la vigilanza di Clara per le amanti occasionali e saltuarie del Duce. Amore e politica, militanza e passione, sesso e ideologia: la relazione tra Clara e Benito a Salò non è stata una semplice storia d'amore perché la politica ne è stata il motore sino alla fine, quando la scena madre di piazzale Loreto - imprimendole il sigillo della storia - l'ha trasformata in un legame simbolico e indissolubile.
10,50

Dux. Benito Mussolini: una biografia per immagini

Dux. Benito Mussolini: una biografia per immagini

Pasquale Chessa

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2010

pagine: 396

Il fascismo fu vera dittatura, ma anche, se non una farsa, certamente un grande spettacolo. E Mussolini ne fu il regista unico: regista di se stesso e del suo pubblico. Molto più del cinema, dell'arte figurativa o dell'architettura, la fotografia, al pari della parola, è stata il principale veicolo del consumo totalitario. Con essa l'immagine del duce diventa personale, portatile, trasferibile, riproducibile e collezionabile. Questo primato della fotografia, però, non è stato finora rappresentato in maniera adeguata negli studi sul fenomeno fascista, cosicché sappiamo tutto del cinema, della radio, dell'architettura, ma è ancora difficile trovare il bandolo dell'immagine che il Ventennio ha lasciato impressa su migliaia di vetrini, fatta stampare su milioni di cartoline, pubblicata sui giornali e diffusa all'estero, regalata alle madri dei caduti come ai bambini. Piano piano, al principio in maniera spontanea e naturale, l'immagine del duce si è radicata nel paesaggio urbano e nelle campagne, funzionando come un messaggio pubblicitario, prima di diventare propaganda prodotta in serie dalla macchina del consenso. Anche quando l'esito disastroso della seconda guerra mondiale minò il carisma di Mussolini, la fotografia sembrò rimanere l'unico suo contatto diretto con l'esperienza della realtà. Fino all'adunata di piazzale Loreto, quando egli partecipò per l'ultima volta da protagonista, sotto gli obiettivi dei fotografi accorsi in gran numero.
15,00

Dux. Benito Mussolini: una biografia per immagini

Dux. Benito Mussolini: una biografia per immagini

Pasquale Chessa

Libro: Libro rilegato

editore: Mondadori

anno edizione: 2008

pagine: 398

Il fascismo fu vera dittatura, ma anche, se non una farsa, certamente un grande spettacolo. E Mussolini ne fu il regista unico: regista di se stesso e del suo pubblico. Molto più del cinema, dell'arte figurativa o dell'architettura, la fotografia, al pari della parola, è stata il principale veicolo del consumo totalitario. Con essa l'immagine del duce diventa personale, portatile, trasferibile, riproducibile e collezionabile. Questo primato della fotografia, però, non è stato finora rappresentato in maniera adeguata negli studi sul fenomeno fascista, cosicché sappiamo tutto del cinema, della radio, dell'architettura, ma è ancora difficile trovare il bandolo dell'immagine che il Ventennio ha lasciato impressa su migliaia di vetrini, fatta stampare su milioni di cartoline, pubblicata sui giornali e diffusa all'estero, regalata alle madri dei caduti come ai bambini. Piano piano, al principio in maniera spontanea e naturale, l'immagine del duce si è radicata nel paesaggio urbano e nelle campagne, funzionando come un messaggio pubblicitario, prima di diventare propaganda prodotta in serie dalla macchina del consenso. Anche quando l'esito disastroso della seconda guerra mondiale minò il carisma di Mussolini, la fotografia sembrò rimanere l'unico suo contatto diretto con l'esperienza della realtà. Fino all'adunata di piazzale Loreto, quando egli partecipò per l'ultima volta da protagonista, sotto gli obiettivi dei fotografi accorsi in gran numero.
25,00

Guerra civile 1943-1945-1948. Una storia fotografica

Guerra civile 1943-1945-1948. Una storia fotografica

Pasquale Chessa

Libro: Copertina morbida

editore: Mondadori

anno edizione: 2006

pagine: 182

Questo libro ripercorre gli eventi degli anni 1943-1948 nel tentativo di trovare un passaggio che colleghi le due storie parallele finora tenute separate dalla storiografia, quella della Resistenza e quella della Repubblica Sociale. Per giungere a una storia unica e completa, separata dalle ragioni della politica e dalle pretese dell'ideologia, il racconto fotografico si è dimostrato lo strumento ideale. Queste immagini degli anni della "lunga guerra civile" in Italia - dalla caduta del fascismo fino all'entrata in vigore della Costituzione - trasmettono un insopprimibile senso di angoscia e, insieme, emozioni profonde.
13,00

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