Libri di Porfirio
Isagoge
Porfirio
Libro
editore: Rusconi Libri
anno edizione: 1995
pagine: 216
Lo scritto "Sentenze sugli intelligibili" fa parte, secondo la classificazione di Beutler, delle opere teoretiche di Porfirio. L'opera tratta sui generi delle virtù distinguendone quattro gradi ascendenti: le virtù "politiche" che consistono nella moderazione delle passioni; le virtù "catartiche" che purificano l'anima attraverso un distacco dal corpo e dalle azioni corporee; le virtù "dell'anima spiritualizzata" o "intellettuali"; e, al quarto e supremo grado, le virtù "paradigmatiche" o "esemplari" che costituiscono gli esemplari, appunto, delle virtù che sono nell'anima.
Sentenze. Testo greco a fronte
Porfirio
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2023
pagine: 240
Quando, sul finire del III secolo, Porfirio fece il suo ingresso nella scuola romana di Plotino, varcò la soglia di un luogo sacro, dove maestro e allievi conducevano una vita di rinunce e frugalità e tenevano viva la tradizione dell'antica Accademia nel nome di Socrate e Platone. Le Sentenze sono una delle testimonianze speculativamente più rilevanti del rapporto tra Plotino e il suo principale discepolo, che oltre a raccoglierne gli scritti in sei Enneadi e a tramandarne la biografia, sviluppò le tendenze etico-religiose del pensiero neoplatonico introducendovi elementi misterici di origine orientale. Scrive Porfirio: «Il mio discorso non si rivolge a coloro che si occupano delle arti manuali né a coloro che hanno abbracciato la vita degli affari. Si rivolge all'uomo che si è chiesto chi è, da dove viene, in quale direzione gli convenga affrettarsi». Le Sentenze vanno lette come un'opera di iniziazione: il loro scopo è liberare l'anima dalle passioni e dalla prigione del corpo così da consentirle di attingere l'“incorporeo”, che non è solo il mondo delle idee nascosto dietro la realtà sensibile, ma è anche il nostro vero io celato dietro il velo delle apparenze.
L'antro delle ninfe. Testo greco a fronte
Porfirio
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2006
pagine: 285
La letteratura classica nasconde alcune gemme che, per circostanze varie, non sono conosciute in maniera adeguata. In questo breve scritto, dedicato al commento di alcuni versi dell'"Odissea" sull'antro dove Odisseo nascose i ricchi doni dei Feaci, si trova la condensazione, nel minimo numero di parole, della sapienza simbolica dell'antichità classica. Quell'antro, spiega subito Porfirio, non si trova a Itaca né in alcun altro luogo. Quell'antro è geroglifico del mondo stesso, un'ostensione figurata della vita e della morte.
Contro i cristiani. Testo latino, greco e tedesco a fronte
Porfirio
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2009
pagine: 624
Verso la fine del III secolo, al tempo di Diocleziano, il filosofo neoplatonico Porfirio scrisse un trattato "Contro i Cristiani" in cui prendeva di mira la nuova fede con un accurato esame storico, filologico, filosofico e teologico dell'Antico e del Nuovo Testamento. Già nel secolo precedente, al tempo di Marco Aurelio, il medioplatonico Gelso aveva scritto un'analoga opera anticristiana, per dimostrare che Gesù Cristo non può essere né il Logos dei filosofi greci né il Messia dei profeti ebrei, una tesi poi confutata da Origene di Alessandria. Porfirio non si limitò a riprendere gli argomenti di Gelso, ma si preoccupò di andare oltre e di rispondere a Origene sia sulla possibilità di conciliare la filosofia greca con il cristianesimo, sia sulla correttezza dell'uso ermeneutico dell'allegoria per interpretare le Scritture. L'opera fu proscritta da Costantino poco prima del Concilio di Nicea (325 d.C.), e definitivamente data alla fiamme in ogni sua copia nel 448 d.C. per ordine congiunto di Teodosio II e Valentiniano III, i due nipoti di Teodosio che regnavano rispettivamente sull'Impero d'Oriente e d'Occidente. Se ne persero così le tracce. Nel 1916, il teologo tedesco Adolf von Harnack ne raccolse i frammenti superstiti, attingendo ai Padri della Chiesa che si cimentarono in confutazioni delle tesi porfiriane (in particolare Eusebio di Cesarea, Macario di Magnesia, Girolamo e Agostino), e nei decenni successivi furono scoperti ulteriori frammenti in altri autori e in nuovi papiri.
Sui simulacri
Porfirio
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2012
pagine: 287
Porfirio di Tiro, allievo prediletto di Plotino, fu il filosofo più temuto dai Padri della Chiesa per la svettante intelligenza e la raffinata erudizione, poste a difesa della millenaria sapienza pagana contro il dilagare della nuova concezione cristiana. Di lui si racconta che a un convito per l'anniversario di Platone, dove lesse un suo poema dal titolo "Le nozze sacre", fu tacciato di pazzia per le "molte cose che aveva pronunciato nell'entusiasmo, in senso mistico e velato". Ma Plotino intervenne e gli disse: "Ti sei dimostrato al tempo stesso poeta e filosofo e ierofante". E tale si dimostra anche in questo "Sui simulacri" - di cui sopravvivono pochi, preziosi frammenti -, straordinaria introduzione alla lettura simbolica delle immagini sacre, ossia di quelle plastiche personificazioni dei fenomeni naturali e di visioni teologiche e cosmologiche che aprono l'accesso a conoscenze più alte. Creando un'intensa sintonia tra religione tradizionale e filosofia, Porfirio insegna come la comprensione delle figurazioni simboliche offra all'uomo la possibilità di avere cognizione delle cose ultramondane, giacché l'antica sapienza degli Egizi e dei Greci era stata capace di mostrare l'invisibile attraverso forme visibili, di sposare l'arcano ineffabile con la materia caduca in un indivisibile Uno. I colori, gli attributi ed epiteti che, opportunamente concertati, plasmano, rivestono e nominano i simulacri li rendono una memoria visiva che impedisce l'oblio del divino.
Sull'animazione degli embrioni
PORFIRIO
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2015
pagine: 91
Il trattato "Sull'animazione degli embrioni", inizialmente attribuito al medico Galeno, è oggi riconosciuto come opera del filosofo neoplatonico Porfirio, e databile alla fine del III secolo d. C. Nelle sue pagine si affronta il problema della trasmissione della vita, che da sempre appassiona medici, scienziati e filosofi. In quale momento l'embrione acquista una sua identità, diventando un essere umano a tutti gli effetti? Per Porfirio è l'anima che infonde ai corpi la vita, e che fa di ognuno di noi un individuo unico e irripetibile. Neil'istante in cui l'embrione riceve l'anima, il grande dono della vita si rinnova, ed è come se ogni nascita fosse la prima. Malgrado gli enormi passi avanti compiuti dalla medicina e le prodigiose innovazioni tecniche, le questioni etiche e filosofiche sollevate da Porfirio conservano ancora oggi tutta la loro urgenza e attualità.
Vita e detti di san Porfirio. «Perché tutti siano uno»
Porfirio, Basilio di Iviron
Libro: Libro in brossura
editore: Lipa
anno edizione: 2017
pagine: 264
"San Porfirio è uno dei santi contemporanei più amati dal popolo greco. Al secolo Evangelos Bairaktaris, nacque nel 1906 in un villaggio nell'isola di Eubea, in Grecia, in una famiglia di contadini con molte difficoltà a mantenere la famiglia numerosa. Per questo il piccolo Evangelos, all'età di sette anni, va prima a lavorare a Chalkida in una bottega e poi si trasferisce al Pireo, in un negozio di alimentari di proprietà di un parente. All’età di dodici anni fugge di nascosto per il Monte Athos, mosso dal desiderio di imitare san Giovanni il Calibita, al quale era particolarmente affezionato da quando aveva letto la sua biografia. La grazia di Dio lo conduce all'eremo di san Giorgio, a Kafsokalyvia, sotto l’obbedienza di due anziani, che lo introducono nella vita monastica. Riceve ben presto carismi straordinari, che non lo portano al compiacimento di sé, ma a stupirsi di Cristo. A diciannove anni si ammala gravemente, tanto da dover abbandonare l’Athos. Ordinato sacerdote nel 1926, nel 1940 diviene cappellano del Policlinico di Atene. Qui rasserena gli animi e attutisce il dolore, offrendo in silenzio una consolazione che apre ad un altro mondo. Nel dicembre del 1991, Dio gli concede di tornare a morire nella cella in cui era stato consacrato monaco. Le sue ultime parole furono quelle che tanto amava e tanto spesso ripeteva: “Perché siano una cosa sola” (Gv 17,11). Il 27 novembre 2013, il Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha deciso l’inclusione formale di Porfirio di Kafsokalyvia nella lista dei santi. La sua memoria si celebra il 2 dicembre."
Mathematikós. Testo greco a fronte
Porfirio
Libro: Libro rilegato
editore: Bompiani
anno edizione: 2017
pagine: 768
Il filo rosso che collega gli scritti raccolti in questo volume è la scienza matematica. Porfirio utilizza l'isagoge o introduzione, genere letterario che serve a iniziare i suoi allievi a un'opera del matematico alessandrino Claudio Tolemeo dal titolo “Tetrabiblos o Quadripartitum”, cioè un trattato in quattro libri che spiega gli effetti prodotti dai corpi celesti sulla Terra. E, giacché lo scritto di Tolemeo si presenta in più punti oscuro per la complessità degli argomenti trattati, Porfirio scrive l'introduzione al ''Trattato sugli effetti prodotti dalle stelle'' per chiarire ai suoi discepoli, o ai neofiti, gli argomenti e i passaggi considerati di più difficile comprensione. L'opera - qui tradotta per la prima volta in italiano - pervenuta in modo parziale e corredata degli scolî di Demofilo, un dotto bizantino attivo intorno al X secolo, chiarisce alcuni argomenti quali le figure che i pianeti assumono in cielo e il conseguente influsso che hanno sulle realtà materiali, l'importanza della luce negli effetti prodotti tra le stelle e la realtà terrestre, i calcoli matematici per computare un oroscopo, il ruolo dei segni zodiacali e il potere che essi hanno su particolari punti del corpo umano. In quest'opera Porfirio espone numerosi argomenti provenienti dalla tradizione astrologica caldea, egizia e greca, e li confronta in modo critico con il pensiero di Tolemeo, apportando a sua volta importanti innovazioni. Gli altri scritti raccolti all'interno di questo volume trattano alcune testimonianze e frammenti su opere di aritmetica e geometria. Sugli studi di aritmetica rimangono solo poche testimonianze, mentre sulla geometria rimangono cinque frammenti, in cui Porfirio, esponendo alcuni enunciati di Euclide, ne riporta le dimostrazioni geometriche.
Vita di Pitagora. Lettera a Marcella
Porfirio
Libro: Libro in brossura
editore: Lorenzo de Medici Press
anno edizione: 2017
pagine: 96
La Vita di Pitagora, ovvero di colui che non solo ha dato inizio alla parola filosofia, ma alla filosofia stessa come genere di vita, rappresenta così un esempio di verità e di purezza che il mondo classico al tramonto cerca di opporre all’ormai prevalente cristianesimo. Una religiosità pura, fondata sulla virtù e sulla ragione, è anche il messaggio che Porfirio lascia in quella Lettera a Marcella, la moglie, che è stata autorevolmente chiamata ”ultima parola della sapienza antica”, o “testamento morale dell’antichità”, nota solo dal 1816, da tempo introvabile in libreria.
Essere vegetariani nell'antica Grecia
Plutarco, PORFIRIO
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2018
pagine: 100
L’abitudine di non mangiare carne affonda le sue radici nel mondo antico, e nella Grecia classica fu spesso legata a pratiche etico-religiose. Nei circoli pitagorici era diffusa l’idea che anche gli animali partecipassero dell’anima universale, e che fosse quindi ingiusto infliggere loro inutili sofferenze. Queste pagine di due grandi scrittori e filosofi come Plutarco e Porfirio documentano in modo esemplare la profonda sensibilità e comprensione degli antichi Greci verso il mondo animale.
L'antro delle ninfe (De antro Nympharum)
Porfirio
Libro: Libro in brossura
editore: Arché
anno edizione: 2019
pagine: 78
Tra le opere più profonde ed esoteriche del discepolo preferito di Plotino, di cui fu editore e commentatore.
Perché non mangiare gli animali. Astinenza dagli animali
Porfirio
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2022
pagine: 192
Direttamente dal III secolo dopo Cristo un vero e proprio manifesto del vegetarianismo. Porfirio ci consegna il principale testo filosofico dell’antichità che legittima la dieta priva di carne e scrive una pagina nuova su un possibile sostentamento alternativo. Un testo antico ma quanto mai contemporaneo, che tocca temi attuali: la sostenibilità ambientale, la cura che dobbiamo al pianeta e l’attenzione agli animali e alle condizioni in cui alleviamo anche quelli della nostra catena alimentare.