Libri di Roberto Capponi

Riccardo, studente dapprima svogliato e dunque allievo modello, si laurea con il massimo dei voti, conseguendo un master all'inseguimento di uno "status" che coincide con l'appagamento dell'intera famiglia Sensini, da sempre all'affannosa ricerca di consenso sociale in una città che li vede "forestieri" e non integrati. Ripercorrendo le orme del padre Tommaso, Riccardo si impiega in banca ed è lì che si costruisce una carriera invidiabile, specchio in cui riflettere le aspettative di altri in barba a un crescente disagio personale che diverrà nel tempo vera e propria malattia, con la quale confrontarsi e combattere per mantenere limpida la propria immagine. Il testo contiene, tra i capitoli, un metatesto di versi in prosa indicato dall'autore come "trascurabile", vòlto tuttavia a smascherare, con gli istanti che scorrono, i fantasmi, le paure, i tormenti dell'animo del protagonista.

Voli radenti e sotto traccia, radar imbalsamati fuori frequenza, alienati all'ultimo giro nell'itinerario concentrico verso apicali abissi. Esperimenti di mente sottovuoto, viaggi spazio temporali nella linearità infranta: la superficie sferica dell'eterno ritorno. Orizzonti predati sulla soglia del precipizio, fermi nomadismi del film inceppato nel fotogramma rituale. Convogli d'abitudini in partenza sul binario morto, desolate stazioni nell'attesa d'un incolmabile ritardo nell'ansimante stallo. Proiezioni postume di non pervenuto nell'apparenza che inganna: collezione d'anime randagie e corpi nomadi da nettare nell'orgia dei sensi. Impervie scalate di rocciatori delle profondità verso vette inverse di speleologie senza termine, compagni di tragitto smarriti nella rarefazione d'aria: inabissamenti di sommozzatori idrofobi, pellegrini dell'epilessia statica. Lo scenario nel quale l'azione si svolge risulta mutevole nel coagulo mancato, assenza d'attuanti nel sipario che non si apre. Il testo impone una lettura fuori binario fra caselle e terminal d'una scrittura "dadaista" nella sperimentazione di nuovi approcci. Che il viaggio abbia inizio...

Una mente dimentica, racconta una vita sincopata, come un folle poliedro di immagini riemerse e viaggi nel tempo e nello spazio, nella costruzione di ponti immaginari senza strade. La forma "jazzistica" psicotica e un poco random dello scritto ci pone di fronte "flash-back" nei quali si cerca l'unificazione che cancelli dogane e cerebrali sbarre di accoglienti e benevole prigioni dell'abitudine. Lo scenario di fondo è un proscenio dove agiscono personaggi di un club di addomesticati anticonformisti, un poco disadattati, fra sbronze da capogiro, sfrenato sesso, trasgressioni d'ogni genere e passioni da sperimentare e spremere per un vano tentativo di indebita appropriazione e coagulo di vita per viaggiatori delle apparenze...