Libri di Walter Pedullà
Horcynus Orca
Stefano D'Arrigo
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2025
pagine: 1224
È l'autunno del 1943. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, 'Ndrja Cambrìa, marinaio della fu Regia Marina, torna a Cariddi, il suo villaggio natale sulla sponda siciliana dello Stretto di Messina. Ma come per Ulisse, che proprio qui sentì il canto delle sirene, anche per lui il ritorno non può essere un semplice ritrovarsi perché ogni passo lo porta in un mondo che sembra sgretolarsi sotto il peso della guerra e della perdita. Sulla terra i pescatori, privati del loro mestiere, sono diventati spiaggiatori ai margini di una esistenza svuotata di senso, mentre il mare, vero teatro della narrazione, è infestato dalle fere, delfini che devastano le reti, e dominato dall'Orcaferone, creatura che incarna la morte come presenza oscura e viva. D'Arrigo costruisce un racconto che procede per cerchi concentrici e in cui ogni onda, ogni eco di voce restituisce la tensione tra vita e distruzione; la lingua stessa, con il respiro del mare, si gonfia e si ritrae in un inebriante flusso verbale e figurativo che intreccia mito e Storia, dialetto e poesia. Frutto di più di vent'anni di scrittura e riscrittura, "Horcynus Orca" è un viaggio senza fine che riflette il rapporto insondabile dell'uomo con il tempo, il linguaggio e la conoscenza. Un vero poema moderno. Uno fra i massimi capolavori della letteratura del Novecento. In occasione dei cinquant'anni dalla pubblicazione viene presentata questa nuova edizione arricchita da fotografie e documenti inediti, uno scritto di Giorgio Vasta, la storica introduzione di Walter Pedullà e la postfazione di Siriana Sgavicchia.
I fatti della fera
Stefano D'Arrigo
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2004
pagine: LXII-659
Nel 1960 Stefano D’Arrigo consegnò all’editore una prima stesura di quello che, dopo quindici anni di incessante lavoro, sarebbe diventato il suo capolavoro, "Horcynus Orca". Questo testo, pubblicato con il titolo I fatti della fera, rappresenta la tappa iniziale di un’impresa creativa monumentale. Protagonista è ’Ndrja Cambrìa, marinaio che, nell’autunno del 1943, attraversa le coste dello Stretto per tornare al villaggio natale. Il suo viaggio è popolato da creature mitiche come le fere, delfini che infestano il mare, e l’Orcaferone, incarnazione della morte, e figure straordinarie come maghi e donne selvagge, i pescatori stremati dalla guerra e il padre che parla per un’intera notte. Già in questa versione si riconoscono la trama simbolica e l’impasto linguistico di dialetto, lingua colta e neologismi che faranno di "Horcynus Orca" uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento. Introduzione di Walter Pedullà.
Italo Svevo
Walter Pedullà
Libro: Copertina rigida
editore: Ist. Poligrafico dello Stato
anno edizione: 1995
pagine: 1118
La bellezza
Elio Matassi, Walter Pedullà, Fulco Pratesi
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2005
pagine: 46
La nascita dell'estetica come disciplina filosofica (1750) ha finito per espropriare la bellezza della sua identità originaria limitandone la capacità di interagire con altri saperi. Una rivoluzione con precise rifrangenze nei più diversi ambiti: dalla filosofia alla musica, dalla letteratura alle arti figurative. Su questi problemi ha voluto riflettere il festival di filosofia, "Il Giardino dell'Estetica", attraverso un florilegio di lezioni affidate a studiosi provenienti da diverse aree disciplinari. La conclusione del percorso ha portato ad una verità inequivocabile: nella ricerca attuale sulla bellezza occorre seguire percorsi non sempre rigidamente finalizzati, infilarsi in molti dei sentieri che si dipartono dalla realtà procedendo erraticamente.
Parabola sub
Luciana Frezza
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 72
Luciana Frezza è stata una poetessa che ha lasciato nel nostro Novecento il suo segno profondo, solcato con lieve ironia. È stata anche fine traduttrice per i maggiori editori italiani dei poeti simbolisti francesi: Laforgue, Mallarmé, Verlaine, Baudelaire, Apollinaire, Proust e altri. A distanza di trent’anni dalla morte, viene qui proposta l’ultima opera pubblicata in vita dall’autrice, Parabola sub, dove si addensa tutta la maturità espressiva di una penna tanto elegante quanto complessa. La poesia di Luciana Frezza si contorna di un leitmotiv pop misto a un barocco funambolico, che spesso ha carattere eversivo e sembra conversare con i poeti “maledetti” che traduceva. Ma è proprio per il suo rigore ritmico che la poesia dell’autrice di origini siciliane si equipaggia di un bagaglio emotivo non semplicistico, anzi, piuttosto cogitante delle volte, mentre in altre pare tendere a un carattere semi-mistico, per la sua peculiarità deflagrante che aspira alla profondità pur rimanendo sulla superficie piana del mondo. Per dirlo con le parole della stessa Frezza, questa è un’opera che cerca tanto il fondo quanto una resurrezione: «Il libro è un tuffo. Parabola sub significa andare a picco perché è andata male, ma nello stesso tempo si approfitta di questo andare a picco per saperne di più. Non c’è un’idea del capovolgimento del mondo, ma di un capovolgimento della visione, come quando si guarda sott’acqua. Scendendo giù si può vedere se stessi come chi ha pensato e sognato tutto. L’intenzione è quella di esplorare in profondità, di battersi. Un venirne poi fuori terapeutico. Di toccare livelli inesplorati. Nel tuffo, dove c’è sicuramente la volontà di risalire».
Quadrare il cerchio. Il riso, il gioco, le avanguardie nella letteratura del Novecento
Walter Pedullà
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2005
pagine: 476
In questo volume Walter Pedullà racconta, con una scrittura arguta che conserva la "voce" e l'estro delle sue lezioni universitarie, i cinquant'anni del secondo Novecento - dal neorealismo al post-moderno - che egli ha accompagnato quotidianamente da critico militante e ritrae alcuni dei protagonisti della prima metà del secolo, disegnandone i connotati più segreti con una prosa indelebile. Si narrano qui le coraggiose svolte della cultura e le violente o moderate restaurazioni della politica; vengono illustrati i fallimenti del passato e, per il futuro, si sottolinea l'urgenza di trovare linguaggi e idee diversi da quelli che hanno funzionato in misura assai inferiore alle attese e ai sacrifici del XX secolo.
E lasciatemi divertire! Divagazioni su Palazzeschi e altra attualità
Walter Pedullà
Libro: Copertina morbida
editore: Manni
anno edizione: 2006
pagine: 278
Il verso con cui circa un secolo fa Aldo Palazzeschi chiuse una sua celebre poesia diventa oggi il titolo di questa allegra e affascinante raccolta di scritti di Walter Pedullà. "E lasciatemi divertire!" sembra dire uno dei più singolari saggisti e critici del Novecento, con invenzioni formali ingegnose, con una prosa frizzante, con l'estro inesauribile delle interpretazioni e col coraggio di giudizi che rendono giustizia agli scrittori esaminati. Così si diverte anche il lettore. Pedullà è anzitutto un critico militante e uno storico della letteratura, e il suo "E lasciatemi divertire!" è anzitutto un testo di critica letteraria. Morta una critica, se ne fa un'altra, dice Pedullà. Anzi qui offre fino a dieci modi diversi di farla: c'è il saggio lungo e quello breve, il bilancio di un movimento (il Gruppo 63), il racconto di una poetica (Palazzeschi), schede (Pasolini, D'Arrigo, Bonaviri, Testori, Pagliarani, Mari), l'introduzione di un romanzo (Campanile), il ritratto di Palazzeschi attraverso i titoli delle sue opere, la storia di uno scrittore (Gadda) attraverso un 'intervista "impossibile ma vera", nonché articoli e recensioni di romanzi, palazzeschiani e non.
Il giro del mondo in 80 pagine
Walter Pedullà
Libro: Libro in brossura
editore: Le Impronte degli Uccelli
anno edizione: 2008
pagine: 80
L'estrema funzione. La letteratura degli anni Settanta svela i propri segreti
Walter Pedullà
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2010
pagine: 356
"Fra i grandi critici della sua generazione, Pedullà è stato il più agitato e insieme il più disincantato critico. Davvero uno "Sciamano che ride", come nel primo capitolo di questo libro: e che nel riso ha per tempo trovato la chiave d'accesso allo scrigno che racchiude il tesoro del godimento letterario. Se gli anni Cinquanta erano stati quelli della formazione e i Sessanta quelli di un insonne apprendistato alla scrittura, sono senz'altro gli anni Settanta quelli aurei, sciamanicamente sulfurei, di Pedullà scrittore-critico. E nel '75 L'estrema funzione già dalla struttura tipografica "a due piani" alludeva alla dialettica tra "centro" e "periferia" concettualmente così cara all'autore. Una dialettica che non ha mancato di trasmettere, come un virus, ai suoi numerosi discepoli. Quegli anni che oggi si fa a gara nel descrivere come monocromi plumbei, traboccavano in realtà di colori: pop e concettuali, "poveri" e neobarocchi, dandistici e dadaisti. E L'estrema funzione è un loro vertiginoso caleidoscopio. Certo, la violenza dell'estremismo c'era: e decretava che era finito il tempo della letteratura, che essa meritava d'essere messa a morte. Lo sciamano, allora come oggi, rispondeva con un sorriso." (Andrea Cortellessa)
Racconta il Novecento. Modelli e storie della narrativa italiana del XX secolo
Walter Pedullà
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2013
pagine: 533
In un itinerario attraverso la narrativa italiana degli ultimi cento anni Walter Pedullà ripercorre le crisi culturali, gli smascheramenti e i cambiamenti radicali che hanno segnato la nostra storia da D'Annunzio al postmoderno. Analizzando sia le tecniche collettive delle avanguardie e dei realismi sia le strategie personali di Svevo, Pirandello, Gadda, Palazzeschi, Savinio, Debenedetti, Fenoglio, Calvino, D'Arrigo e d'altri, l'autore usa anzitutto il fantastico e il comico come grimaldelli per penetrare nelle ideologie e nelle psicologie degli italiani. Non una ma quattro storie della narrativa, da altrettanti punti di vista: uno sguardo sulla modernità di cui il Novecento è il canto del cigno; la descrizione dei modelli inventati o riadattati in un'epoca minacciata dalla ripetizione; i movimenti e le correnti con cui gli innovatori e gli sperimentalisti si sono contesi il Novecento; e infine le note in appendice nelle quali si verifica sui testi più memorabili in che modo la letteratura combatte con la scienza per capire prima e meglio il mondo e la vita. In "Racconta il Novecento" Walter Pedullà narra come lingua e dialetti fanno crescere la società, come le forme generano i significati che desideriamo, come le trasgressioni preludono a un nuovo ordine da cui ricominciare l'avventura.
Giacomo Debenedetti, interprete dell'invisibile
Walter Pedullà
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2015
pagine: 282
In questa raccolta di scritti su Giacomo Debenedetti Walter Pedullà disegna con stile essenziale il ritratto del professore universitario attraverso un dialogo durato sedici anni, racconta con scrittura ad alto tasso metaforico la sua drammatica avventura intellettuale e analizza con una lettura originale e feconda saggi e lezioni nella cui energia di stile non si distingue l'attività critica da quella artistica. Se con geniali interpretazioni dei testi Debenedetti ha guidato il viaggio nell'inconscio che caratterizza la migliore poesia e narrativa contemporanea, Pedullà illumina il percorso segreto lungo il quale il maggiore critico letterario del Novecento insegue le tracce che conducono alle più probabili verità dell'arte con l'aiuto di quelle scienze fisiche e umane che sono impegnate a indagare nell'invisibile: la psicanalisi, la fisica dell'atomo, l'alienazione sociale, il linguaggio dell'espressionismo (nonché del surrealismo, come risulta da quel saggio postumo sulla comicità di Savinio che modifica e completa il profilo di Debenedetti). Il più penetrante lettore di Verga, Pascoli, D'Annunzio, Proust, Pirandello, Ungaretti, Svevo, Saba, Montale, Tozzi, Palazzeschi, Bontempelli, Moravia e Landolfi ha così creato un modello di moderna critica letteraria che non finirà mai d'essere attuale.