MC: Gli insetti
Come per una stagione breve
Marco Molinari
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2020
pagine: 87
Un carosello di piccoli gesti, apparentemente insignificanti, che nascondono un universo di segni e sogni riportato febbrilmente sulle pagine sgualcite di un'agenda. Queste folgoranti annotazioni, che risentono della temperie «orfica» del primo De Angelis, maestro dichiarato e fine esegeta di Marco Molinari, vengono rimaneggiate a distanza di decenni, conservando una freschezza che si manifesta attraverso esiti frammentari e lapidari, privi tuttavia di qualsiasi artificio o sentenziosità. Assistiamo così a una sequenza di epifanie che si riverberano da una pagina all'altra della raccolta, in un contesto visionario che non disdegna la delicatezza di nascondere un pugno d'erba in tasca o di osservare i rami scheletriti che si stagliano in un cielo imbronciato come dita di un monaco in preghiera. Improvvisi scarti di senso, si alternano a descrizioni minuziose di oggetti deprivati di scopo, spesso riportando sulla pagina momenti speculari di una stessa rivelazione. Molinari conferma così la sua innata dote di affabulatore di eventi minimi dove i simulacri si incidono sulla rètina alla stregua di un miracolo quotidiano, con la stessa icastica pregnanza di un'apparizione tra una stazione deserta e un campo di periferia in cui si svolgono rincorse adolescenziali a un pallone, sotto il sole scarnificato di un'estate senza fine.
Il giallo violino della fenice
Vincenzo Di Oronzo
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2023
pagine: 112
Nemmeno nei momenti più duri la poesia di Vincenzo Di Oronzo riesce a staccarsi da un andamento misurato, simboleggiato dal chagalliano "violino giallo" del titolo. Le sequenze si cadenzano intorno ai motivi di un sottofondo musicale variegato, che alterna i ritmi estrosi del blues e del jazz alle riflessioni di un manipolo di musicisti di ascendenza felliniana. Ricorrente è l'uso di una tavolozza cromatica, correlata a una joie de vivre che compensa alcune tematiche controverse, come quella riguardante il suicidio della drammaturga Sarah Kane, rievocato attraverso l'opera teatrale 4:48 Psychosis, o il disarmante autobus blu di Dachau (vedi i frequenti richiami al mondo ebraico). Non si può d'altronde prescindere dal retaggio psicanalitico dell'autore, studioso di taglio junghiano, che si affianca a quello di un poeta atipico che riesce, con la stessa sapiente simmetria dell'analista, a districarsi lungo una matassa di immagini che si inscrivono sul foglio con la delicatezza delle nervature di una foglia. Il «cane della parola» si cristallizza ora «nell'allucinazione dell'orologio» ora in una fuggevole "coscienza" equorea. Quest'antologia, comprendente oltre tre lustri di lavoro poetico, rimanda, sin dal titolo, all'indimenticabile magistero di Ripellino, cui, non a caso, è dedicata una poesia intitolata come una sua importante raccolta di saggi. Ma il dettato visionario di Di Oronzo richiama soprattutto gli stilemi surrealisti, in virtù della spiccata propensione ad associare parole (e concetti) dai significati contrastanti: «la gola gialla dell'usignolo, / bruciata da aghi di canto» sembra descrivere così il suo singolarissimo timbro di voce. (p.d.p.)
La volpe dentro
Eva Taylor
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2023
pagine: 96
«Vorrei cantare / come il pettirosso. / Ha molte melodie / io fatico a parlare». Potremmo partire da questa delicatissima strofa di Eva Taylor, costituita da un endecasillabo frazionato in due versi seguito da un emistichio composto di due settenari, per parlare della nuova raccolta poetica dell'autrice di origine tedesca. Il tema principale è quello del linguaggio, sviluppato nella sezione inaugurale del libro, incentrata sull'anomala ricezione nel nostro paese del tedesco, lingua madre della poetessa, elaborata con una grazia che sembra derivare da suggestioni veterotestamentarie: «Isacco, dal tuo violino / scorre l'immagine di te / nel paese dei due fiumi». Ma questa inesausta interrogazione sulla lingua si dirama alle due sezioni successive, in cui si fa più pressante l'interrogazione di taglio metaletterario che investe tematiche apparentemente discordanti come quella delle «occasioni» innervate sul motivo delle cartoline, riproducenti un paesaggio che di volta in volta acquista valenze metaforiche, o su un ricettario in cui si dispiega, con senso di rinnovato stupore, lo sguardo incantato e, al contempo, disincantato di Eva Taylor, mai disgiunto da una forte dose di compromissione sarcastica. Il bestiario - o antibestiario - finale si configura come il momento più significativo della silloge, dove gli animali impongono la loro presenza, vibratile e dirompente, al fine di mettere in luce manchevolezze e pregi dell'uomo, con esiti icastici che, per la loro intrinseca leggerezza, instaurano con il lettore un rapporto di felice condivisione. (p.d.p.)
Il libro del tu
Massimo Barbaro
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2023
pagine: 79
«Scrivi con cattiveria, come lo scultore che fa calchi». Si potrebbe partire da questa metafora di Massimo Barbaro per accostarsi a un libro che esula da qualsiasi genere, ponendosi sul sottile discrimine che separa l'aforisma dalla poesia. È una sorta di continua, inesausta interrogazione intorno alle ragioni - spesso insostenibili, aberranti - che giustificano la nostra esistenza, imperniata su un dolore che non conosce alcun tipo di redenzione: «Sei stanco del dolore. Disgustato. / Qui, la tua grandezza. Lo rifiuti. Di darlo». Ricorrono molte domande che rimangono invariabilmente senza risposta. Il recupero stesso dell'aforisma si pone lungo quella linea dettata da alcuni maîtres à penser che dal moralismo di La Rochefoucauld, a cui dobbiamo la significativa citazione in exergo, approda al nichilismo di Cioran. Tuttavia Barbaro rivendica con forza il proprio retaggio antiletterario - vi è, non a caso, un riferimento al verso «E tout le reste est littérature», presente nell'Art poétique di Verlaine - configurandosi piuttosto come un journal dal quale risultano bandite le espressioni che non collimano con l'autenticità della vita vissuta. Così, lungo l'arco delle dieci sezioni che compongono il libro, non si può non aderire con trasporto alle motivazioni che pongono l'autore «Contro il mondo, di sfondo», come un testimone privo di ogni morale che non sia quella della consapevolezza dell'unanime deriva: «Fai ogni cosa come se fosse scritta su uno spartito. / Non sai leggere, lo so. Ma tu sai ascoltare». (p.d.p.)
Vetro veglia casa tintinnio
Francesco Balsamo
Libro
editore: MC
anno edizione: 2023
pagine: 97
La delicatezza d'accento che contrassegna i versi di Francesco Balsamo sembra miracolosamente sfuggita ad alcuni lirici dell'Antologia Palatina. Il continuo stupore, quella sorta di frugalità che contraddistingue le sue tematiche, fatte di aria e di cielo, di «alberi confidenti» e finestre, di rami guadagnati e pesci morti, si manifesta attraverso distici che si rinnovano a ogni sequenza con un respiro che ha la naturalezza di quella linea poetica definita per convenzione antinovecentista e che annovera figure del calibro di Saba, Giotti e Penna, arrivando fino a Vivian Lamarque. Ma le liriche di Balsamo sembrano operare uno scarto deciso rispetto a quel tipo di poetica, essendo sempre sul punto di disgregarsi in virtù di una frattura quasi insanabile che si dissimula nel testo, rifacendosi a un gioco allucinatorio che ritorna immancabilmente al punto di partenza: «è ancora seduto / la sua nuca è un numero dispari». A volte l'autore si limita, incapace di contenere la febbre che gli divora gli occhi, a fare l'inventario di ciò che lo circonda, avvalendosi per comporre le sue scale cromatiche di varianti infinitesimali, ma sempre con una grazia e una discrezione rare: «casa tintinnio / vetro caviglia / vetro veglia / casa tintinnio». Questi impromptus di sapore schubertiano si impongono per la loro innocenza e la loro sfrontatezza, delineandosi sulla pagina con la cadenza di un'invocazione pagana che permetta alle parole di «cospirare col mare». ( p.d.p.)