Mimesis: Novecento
Etica ed esperienza. Levinas politico
Gérard Bensussan
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2010
pagine: 88
Il testo - il primo dell'autore tradotto in lingua italiana - si compone di una serie di saggi sui risvolti etico-politici del pensiero di Emmanuel Lévinas. In particolare intende ribadire come l'etica levinasiana non vada confusa con una filosofia morale, bensì con quella dimensione originaria del "faccia a faccia" che descrive l'esperienza dell'umano. Proprio dalla radicalità di questa esperienza, dalla responsabilità infinita cui chiama, è necessario partire per mettere in questione la politica e i molteplici discorsi in cui essa si esplica. Vengono così illuminati il rapporto tra diritto e giustizia, tra la responsabilità etica e la legge, i limiti della comunità, scendendo fino ad analizzare le poste in gioco dell'impegno sociale. Il quadro che risulta è quello di un pensiero che riconosce la priorità e l'irriducibilità dell'etica del volto rispetto ad ogni politica, ma al contempo riafferma e rilancia il legame imprescindibile con una politica che sappia corrispondere alle sue sollecitazioni.
L'ultimo degli ebrei. Jacques Derrida e l'eredità di Abramo
Silvia Geraci
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2010
pagine: 299
"L'ultimo degli Ebrei": così Jacques Derrida, da un certo momento in poi, ha scelto di presentarsi, lasciando emergere, in maniera volutamente paradossale, la propria provenienza di ebreo algerino di lingua francese. Disseminate all'interno della sua opera, le tracce di questa eredità ebraica sono allora divenute sempre più evidenti anche ad uno sguardo retrospettivo. Scegliendo come chiave di lettura dell'intera opera derridiana il suo "rapporto senza continuità ma senza rottura" con l'ebraismo e, più in generale, quello con le tradizioni monoteistiche, il presente studio tenta di ricostruire il lascito di un'eredità capillare e imponente, e tuttavia irriducibile ad una mera filiazione. Per comprendere il carattere paradossale di tale rapporto, al tempo stesso assunto e negato, appare decisiva la figura del marrano, l'ebreo che, in segreto, custodisce una tradizione a tal punto contaminata da divenire irrecuperabile. Alla luce del confronto serrato e costante con il pensiero di Lévinas, ma anche del rapporto con il pensiero di Heidegger, tale eredità si mostra irriducibile sia ad un orizzonte religioso, sia ad una illuministica secolarizzazione. Derrida intende piuttosto riaffermare, al di là di ciò che "religione" e appartenenza religiosa significano, il primato di una fede che, al fondo anche di ogni sapere, ci affida all'altro.

