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Mimesis: Novecento

Esistenza e vita. Uomo e animale nel pensiero di Martin Heidegger
20,00

Economia del desiderio. Freud, Deleuze, Lacan

Economia del desiderio. Freud, Deleuze, Lacan

Fabio D. Palumbo

Libro

editore: Mimesis

anno edizione: 2015

pagine: 124

14,00

Chimere e passaggi. Cinque attraversamenti del pensiero di Adorno
12,00

Proprietà di parola. Derrida e la metafora

Proprietà di parola. Derrida e la metafora

Ilaria Vigorelli

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2015

pagine: 188

La metafora è un concetto decisivo nella concezione e nel metodo di lavoro di Jacques Derrida, decisivo nella tessitura del suo linguaggio. Non solo perché la metafora è il luogo e il banco di prova privilegiato del fatto che il significante precede il significato, assicurandone il funzionamento. Ma anche perché lo stile di lavoro di Derrida consiste nel circoscrivere il significato, analizzando (de-costruendo, nel linguaggio derridiano) il luogo e le leggi della sua costituzione, che riposano non sulla trasparenza di un logos, ma sull'intreccio originario di un rimando, di una dislocazione non visibile a un colpo d'occhio. La metafora è pensata da Derrida come l'origine, come il movimento generativo del suo stesso discorso. Qui si radica l'originario articolarsi della unità e insieme del differire delle classiche opposizioni: sensibile/intelligibile, esteriore/interiore, trascendentale/empirico, tempo/spazio. "In questo giunto imprendibile, in questo grafico irrappresentabile Ilaria Vigorelli, alla scuola di Derrida, lavora a rintracciare i segni di questa azione unitiva, abissalmente sui generis, nella struttura stessa del logos occidentale" (dalla Prefazione di Gianfranco Dalmasso).
18,00

Il nichilismo e le forme. Ernst Jünger a confronto con Nietzsche, Heidegger, Benjamin, Schmitt

Il nichilismo e le forme. Ernst Jünger a confronto con Nietzsche, Heidegger, Benjamin, Schmitt

Pierandrea Amato

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2015

pagine: 150

1914-2014. Un secolo è trascorso dall'esplosione della prima guerra mondiale: il primo massacro di massa del XX secolo. La carneficina in cui il nulla instaura il tempo del proprio dominio: il suo è un potere spettrale e potente come tutte le forme di potere che materialmente non si possono vedere. È un potere invisibile ma concreto, in grado di penetrare i corpi e gli oggetti; di solcare i volti; di uccidere, di affievolire la solidità di qualsiasi gesto. Non si tratta allora, con il primo conflitto mondiale, di prendere atto esclusivamente del tramonto di un assetto geo-politico imponente, ma di una circostanza, se possibile, ancora più grande e sinistra: la cultura europea, presa nel suo complesso, scopre di essere capace di scatenare l'orrore assoluto e tuttavia di riuscire ad abitare questa condizione apocalittica. Forse nessuno come Ernst Jünger (1895-1998) è riuscito a cogliere la filigrana dell'evento in grado di consegnare al Novecento la sua terribile e inaudita fisionomia, mostrando sia la sua potenza distruttiva sia la catastrofe delle trincee come un evento quotidiano. Sino al punto che tra le mani di Jünger la Grande guerra non rappresenta soltanto un evento storico ma ritrae una vera e propria categoria filosofica. La battaglia dei materiali, la desertificazione dello spazio, impongono una nuovo codice esistenziale, politico, culturale in generale che, dissolvendo qualsiasi ambizione illuministica, cambieranno per sempre la fisionomia dei nostri stili di vita.
14,00

L'inquietudine dell'esistenza. Le radici luterane dell'ontologia della vita di Martin Heidegger

L'inquietudine dell'esistenza. Le radici luterane dell'ontologia della vita di Martin Heidegger

Valentina Surace

Libro

editore: Mimesis

anno edizione: 2014

pagine: 120

Nei corsi friburghesi degli anni Venti la lettura heideggeriana non solo degli autori cristiani (Paolo e Agostino), ma anche del "pagano" Aristotele, subisce la decisiva influenza - spesso ignorata o misconosciuta - del giovane Lutero, colui che mette in atto una destructio radicale del "vecchio Adamo", l'uomo del peccato, in vista della sua rinascita, nonché della theologia gloriae, la teologia scolastica, in vista di una theologia crucis, l'esperienza storica di un Dio che si fa uomo e muore crocifisso. In modo analogo Heidegger decostruisce la filosofia speculativa della vita ed elabora una comprensione della vita fattizia, storico-concreta, realizzabile solo attraverso la metánoia dell'esistenza. Nel solco dell'interpretazione luterana, Heidegger ricava dalle Lettere paoline, dalle Confessioni agostiniane e dagli scritti aristotelici le categorie proto-cristiane e proto-fenomenologiche, che indicano formalmente come la vita si attua, lacerata tra possibilità opposte di cui quella più propria, da assumere o fuggire, è la morte -, che la rendono massimamente in-quieta. Tali categorie rappresentano il laboratorio da cui sorgerà l'analitica esistenziale di Essere e tempo, l'analitica di un Dasein finito, gettato-nel-mondo, che non è una "sostanza" fissa e immobile, ma, in quanto apertura al possibile, un a-venire.
26,00

L'eco delle immagini e il dominio della forma. Ernst e Friedrich Georg Jünger e la «visual culture»

L'eco delle immagini e il dominio della forma. Ernst e Friedrich Georg Jünger e la «visual culture»

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2014

pagine: 201

Il volume si concentra sul rapporto di Ernst e Friedrich Georg Jünger con la visualità, offrendone una ricognizione articolata e sfaccettata nelle sue molteplici direttrici interpretative, ma sempre legata all'istanza filosofica che sta alla base del rapporto tra parola e immagine. Oggetto di questi saggi - a loro volta il prodotto di un seminario tenutosi il 13 aprile 2012 presso l'Università degli Studi di Roma Tre - è la ricerca di possibili risposte all'interrogativo circa l'esistenza di una vera e propria visual culture all'interno della produzione letteraria e filosofica dei due fratelli Jünger. Il tema delle immagini appare, infatti, centrale in Ernst Jünger (ma anche nel fratello Friedrich Georg e nella sua percezione del mito), sia nella sua declinazione più latamente concettuale e soggettiva (il tema dell'osservatore, la centralità dello sguardo e della visione e, a livello quasi metodologico, il concetto di "sguardo stereoscopico" - solo per citare alcuni dei temi e motivi che affiorano nella sua opera), che nella sua articolazione più strettamente iconografica o storico-artistica.
18,00

L'A-venire di Derrida

L'A-venire di Derrida

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2014

pagine: 376

A dieci anni dalla scomparsa di Jacques Derrida, il volume raccoglie gli Atti di un Convegno internazionale svoltosi a Milano e Bergamo dal 10 al 12 ottobre 2012. "Pensare l'a-venire di Derrida" non significa soltanto prendere atto di quanto ancora sia carica di futuro la monumentale opera di questo filosofo. Il suo lascito immenso, come un testamento e una promessa, chiede di essere ereditato e perciò rilanciato, "l'a-venire" di Derrida, della sua opera, consiste anzitutto nel suo evento - parola chiave della riflessione del filosofo francese -, vale a dire nel suo sorprendente e intempestivo accadere. Insofferente nei confronti di ogni classificazione e di ogni "scolastica", il pensiero derridiano continua infatti a scuotere e a provocare. Come un sisma la cui onda d'urto non cessa di propagarsi, la decostruzione intrapresa da Derrida seguita a far tremare il suolo del pensiero, a sconvolgerne gli assetti consolidati, richiamando a una responsabilità filosofica urgente: fare i conti con quello che oggi accade, in tutti i campi e a tutti i livelli etico, giuridico, politico -, ripensarne lo statuto, senza abbandonarsi a comodi irrazionalismi, per aprirsi il più possibile all'"a-venire". È questa la direzione in cui si muovono, ciascuno secondo la propria traiettoria, i saggi del presente volume.
28,00

L'uomo della luna. Su Ernst Jünger

L'uomo della luna. Su Ernst Jünger

Hans Blumenberg

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2013

pagine: 138

L'edizione completa degli scritti che Blumenberg, nell'arco di più di quarant'anni, ha dedicato a Ernst Jünger, testimonia un persistente e singolare interesse del teorico della metaforologia per l'opera di uno tra i più significativi e controversi autori tedeschi del XX secolo. Si tratta di articoli e brevi interventi apparsi su quotidiani, ma anche di inediti, in cui Blumenberg, senza prendere parte alla polemica sull'opera e la figura di Jünger, fornisce una lettura originale e spesso accattivante, in quanto calata nella comune attualità storica e culturale, di alcuni temi cruciali dei suoi scritti: la guerra, la tecnica ed il corrispondente tipo umano dell'operaio, la resistenza 'letteraria' al nazismo (preziosa è la testimonianza di Blumenberg della 'consolazione' fornita dalla pubblicazione del romanzo "Sulle scogliere di marmo"), il nichilismo e la "nuova teologia". All'apprezzamento per la scrittura diaristica jüngeriana, giudicata la migliore in lingua tedesca del Novecento, si unisce un crescente sospetto per le doti autenticamente narrative ed inventive di Jünger che, tuttavia, alla luce della generale interpretazione neoplatonica della sua opera, sembra giustificarsi con la potenza sinottica della sua parola, costantemente rivolta a cogliere l'unità profonda che sta dietro la molteplicità dei fenomeni, e con l'impazienza del suo stile, sempre teso a "saltare dall'apparenza all'idea".
14,00

Lo stile di Dioniso. La filosofia di Nietzsche nella letteratura tedesca del Novecento
24,00

Etica ed esperienza. Levinas politico

Etica ed esperienza. Levinas politico

Gérard Bensussan

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2010

pagine: 88

Il testo - il primo dell'autore tradotto in lingua italiana - si compone di una serie di saggi sui risvolti etico-politici del pensiero di Emmanuel Lévinas. In particolare intende ribadire come l'etica levinasiana non vada confusa con una filosofia morale, bensì con quella dimensione originaria del "faccia a faccia" che descrive l'esperienza dell'umano. Proprio dalla radicalità di questa esperienza, dalla responsabilità infinita cui chiama, è necessario partire per mettere in questione la politica e i molteplici discorsi in cui essa si esplica. Vengono così illuminati il rapporto tra diritto e giustizia, tra la responsabilità etica e la legge, i limiti della comunità, scendendo fino ad analizzare le poste in gioco dell'impegno sociale. Il quadro che risulta è quello di un pensiero che riconosce la priorità e l'irriducibilità dell'etica del volto rispetto ad ogni politica, ma al contempo riafferma e rilancia il legame imprescindibile con una politica che sappia corrispondere alle sue sollecitazioni.
12,00

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