Libri di Pierandrea Amato
In posa. Abu Ghraib 10 anni dopo
Pierandrea Amato
Libro: Copertina morbida
editore: Cronopio
anno edizione: 2014
pagine: 74
Nella primavera del 2004 diventano di dominio pubblico le immagini del carcere irakeno di Abu Ghraib, dove i soldati americani si lasciano fotografare - sono in posa e allegri - mentre torturano i prigionieri. Nessuno può aver dimenticato l'orrore di quelle scene. Questo breve saggio, però, non insiste sul valore politico e culturale degli scatti di Abu Ghraib, ma segnala, nella loro composizione, un indice estetico in grado di svelare la condizione normalmente catastrofica della nostra quotidianità democratica.
Oscar Niemeyer. Architettura e filosofia
Pierandrea Amato, Federica Ferrara
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2009
pagine: 160
Il volume presenta una ricognizione complessiva dell'architettura di Oscar Niemeyer (1907). Recensisce le sue opere più famose (in primo luogo Brasilia) e gli interventi più arditi. Ne indaga la formulazione progettuale e le acrobazie formali. Il disegno di Niemeyer inoltre si dimostra una fertile occasione per un'inchiesta sullo statuto dell'architettura moderna. Per questa ragione, oltre a un'analisi della sua opera condotta da un punto di vista strettamente storico-architettonico, il volume allestisce un'indagine sui presupposti filosofici del programma dell'architetto brasiliano. In particolare esplora la soglia tra l'esperienza del movimento moderno e la logica della decostruzione che nel lavoro di Niemeyer convergono in una massa sorprendente di tensioni teoriche e progettuali. Il testo è corredato da una serie di utili materiali informativi (un'antologia di testi di e su Niemeyer, un elenco completo delle opere, una biografia e una bibliografia). In questo modo si propone come un'introduzione problematica a una tra le figure più affascinanti dell'architettura contemporanea.
Ontologia e storia. La filosofia di Michel Foucault
Pierandrea Amato
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2011
pagine: 275
Il volume è una ricognizione approfondita della fase del pensiero di Michel Foucault che va sotto il nome di "archeologia". L'archeologia si occupa essenzialmente del legame che si stabilisce tra il sapere e il potere nella modernità; in particolare, sfata l'idea che la nascita della scienza sperimentale sia una forma di sapere neutrale e dimostra, al contrario, che il discorso scientifico è integralmente condizionato da esigenze legate all'esercizio del potere. Questo quadro analitico, condotto facendo costante riferimento all'ambiente storico-culturale in cui fiorisce la ricerca di Foucault (lo strutturalismo francese) e ad alcune figure capitali della filosofia moderna (Cartesio, Kant, Husserl, Heidegger), ruota intorno a una tesi innovativa: la riflessione foucaultiana degli anni Sessanta è un tentativo stratificato di nodi concettuali concepito per salvaguardare la filosofia nella sua propria storia in opposizione all'idea che il nostro tempo sia l'epoca della fine della filosofia. Per questo obiettivo Foucault allestisce un'ontologia della storicità fondata sull'impiego paradossale dell'a priori declinato in un senso temporale e una complessa indagine linguistica del discorso positivo che lo considera in quanto tale una pratica.
Il nichilismo e le forme. Ernst Jünger a confronto con Nietzsche, Heidegger, Benjamin, Schmitt
Pierandrea Amato
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2015
pagine: 150
1914-2014. Un secolo è trascorso dall'esplosione della prima guerra mondiale: il primo massacro di massa del XX secolo. La carneficina in cui il nulla instaura il tempo del proprio dominio: il suo è un potere spettrale e potente come tutte le forme di potere che materialmente non si possono vedere. È un potere invisibile ma concreto, in grado di penetrare i corpi e gli oggetti; di solcare i volti; di uccidere, di affievolire la solidità di qualsiasi gesto. Non si tratta allora, con il primo conflitto mondiale, di prendere atto esclusivamente del tramonto di un assetto geo-politico imponente, ma di una circostanza, se possibile, ancora più grande e sinistra: la cultura europea, presa nel suo complesso, scopre di essere capace di scatenare l'orrore assoluto e tuttavia di riuscire ad abitare questa condizione apocalittica. Forse nessuno come Ernst Jünger (1895-1998) è riuscito a cogliere la filigrana dell'evento in grado di consegnare al Novecento la sua terribile e inaudita fisionomia, mostrando sia la sua potenza distruttiva sia la catastrofe delle trincee come un evento quotidiano. Sino al punto che tra le mani di Jünger la Grande guerra non rappresenta soltanto un evento storico ma ritrae una vera e propria categoria filosofica. La battaglia dei materiali, la desertificazione dello spazio, impongono una nuovo codice esistenziale, politico, culturale in generale che, dissolvendo qualsiasi ambizione illuministica, cambieranno per sempre la fisionomia dei nostri stili di vita.
Politica e tragedia. La filosofia del giovane Nietzsche
Pierandrea Amato
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2016
pagine: 158
Il vortice di tensioni teoriche, estetiche, politiche e culturali che si libera dall'impressionante compattezza degli scritti giovanili di Nietzsche si proietta, secondo l'autore di questo volume, verso un orizzonte di questioni cruciali che guarda ben oltre lo stesso autore de "La nascita della tragedia". Da Socrate a Sloterdjik, esso investe il destino di un'intera cultura filosofica, all'interno della quale il giovane Nietzsche rappresenta al tempo stesso l'artefice e la vittima stupefacente di un universo che, trasfigurando le proprie coordinate tradizionali, sperimenta, anche e soprattutto attraverso la sua opera, l'invenzione di nuove configurazioni estetiche e culturali in grado di fare i conti con la dispersione del senso che caratterizza l'età moderna. Nella filosofia dionisiaca del giovane Nietzsche, infatti, si coagulano ipotesi concettuali che daranno i loro frutti più maturi solo nel Novecento, lungo direttrici identificabili nei nomi contrapposti di Heidegger e Deleuze e riassumibili nella prefigurazione di un'ontologia dell'evento da cui si sprigiona un'istanza politica radicale e una critica senza quartiere a qualsiasi declinazione della logica del fondamento. Attraverso una densa analisi dei nodi fondamentali della filosofia del giovane Nietzsche - dal dionisiaco come nome dell'urgenza di rappresentare, senza tradirla, l'irrappresentabile lacerazione dell'umano nella modernità, alla critica delle categorie tradizionali del sapere storico e delle sue implicazioni politiche.
Schegge messianiche. Filosofia, religione, politica
Pierandrea Amato, Rita Fulco, Sandro Gorgone, Valentina Surace
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 197
In una delle tesi del suo celebre scritto "Sul concetto di storia", Walter Benjamin parla del «concetto di presente inteso come quell'adesso, nel quale sono disseminate e incluse schegge del tempo messianico». I saggi raccolti in questo volume, come sparsi frammenti, mostrano tuttavia l'invisibile filo che ne imbastisce la trama unitaria proprio nel costante riferimento all'indice messianico che ne è, più o meno esplicitamente, il motivo di fondo comune. Scandagliando il pensiero di Benjamin, Derrida, Quinzio, Welte, Weil, questi scritti lasciano intravedere in filigrana come il riferimento al messianismo, al di là dell'alveo religioso in cui è sorto, in diverse forme e declinazioni, attraversi il pensiero del Novecento, sollecitando un'interrogazione filosofica ineludibile che investe anche l'ambito del Politico.
La rivolta
Pierandrea Amato
Libro: Copertina morbida
editore: Cronopio
anno edizione: 2019
pagine: 164
"La destituzione ha un rapporto con l'esistenza - riprendo qui il tema delle primissime righe de 'La rivolta' - solo se si temporalizza, se si prolunga in un futuro che non prende certamente le forme di un «programma», ma di un desiderio. Se con un gesto della mano spazzo via tutti gli oggetti posati. sul tavolo davanti a me, quel che destituisco mandandolo all'aria trova comunque una. «risposta», un prolungamento che è frutto del mio stesso gesto: la mia mano, una volta gettati gli oggetti per terra, continua da sola il suo movimento in una certa direzione, anche se mi è sconosciuta. Essa distrugge, ma si lancia contemporaneamente verso uno spazio altro, che essa designa al di là del mio progetto e che dunque, in una certa maniera, desidera. [...] Può darsi che il gesto di rivolta segni forse la «fine dell'età del progetto politico», come scrivi all'inizio de 'La rivolta'. Ma questo non implica la fine di ogni speranza politica." (Dalla Lettera/postfazione di George Didi-Huberraan)
Filosofia del sottosuolo. Ipotesi sull'ultimo Foucault
Pierandrea Amato
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 152
Tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta del Novecento, con il passaggio dal primato della produzione a quello dei consumi, Michel Foucault (1926-1984) sublima i problemi politici dell'attualità in un'ampia indagine dedicata ai dilemmi dell'etica antica (greca, romana, cristiana) lasciando emergere alcune nozioni in grado di fornire indicazioni storico-concettuali per allestire inedite resistenze - resistenze fondate sul carattere esemplare di forme di vita minoritarie - nei confronti di un governo della vita che per principio non pare ammettere alcuna opposizione alla sua capillare diffusione. Si tratta di portare alla luce esistenze, testi, documenti residuali, dimenticati e rimossi; collocati sui bordi del tempo, nel sottosuolo della storia. L'ipotesi che guida la composizione di questo volume dunque è che negli ultimi anni del suo lavoro Foucault collauda forme di soggettivazione abili a schivare una condizione come quella contemporanea in cui persino la libertà diventa un sottile ma acuto dispositivo di controllo. Parresia, cinismo antico, estetica dell'esistenza, desiderio, cura di sé, piacere, ascesi, Aristotele, Deleuze, Hadot, heidegger, Kant, Nietzsche, Platone, sono soltanto alcuni dei temi e dei nomi maneggiati da questo volume per documentare che in Foucault si organizza un insospettabile vocabolario eticopolitico per orientarsi nella catastrofe del tempo presente.
La destitution de la nature. Sur Lucrèce
Libro: Libro in brossura
editore: Éditions Mimésis
anno edizione: 2022
pagine: 160
Trincee della filosofia. Heidegger e la Grande Guerra
Pierandrea Amato
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 130
Il volume indaga un aspetto ampiamente trascurato della filosofia di Heidegger; vale a dire, come la catastrofe della Grande guerra incida nel sovvertimento heideggeriano dell'ontologia occidentale mediante la messa a punto di un inedito vocabolario concettuale. In particolare, secondo l'ipotesi che guida le pagine di questo lavoro, sarebbe l'esperienza dei soldati nelle trincee del fronte occidentale a favorire l'idea che l'esistenza consegnata a sé stessa sarebbe in grado di incoraggiare la propria auto-comprensione essenziale. Come si legge nell'Introduzione: "Non esisterebbe la filosofia del giovane Heidegger, almeno per come la conosciamo, il suo vertiginoso lavoro intorno all'esperienza effettivamente storica della vita, al senso dell'essere, la sua Destruktion degli apparati concettuali consolidati della filosofia, senza la cesura che la Grande guerra impone alla storia, alla cultura, alla politica moderna. Non avremmo i suoi grandi allievi di Friburgo; non avremmo le variegate ondulazioni della vita quotidiana consegnate alla trama dell'essere; non avremmo né una turbinosa fenomenologia dell'animalità né una considerazione ontologica dell'angoscia. Più in generale, ovviamente, non avremmo le vicissitudini dell'analitica esistenziale di Essere e tempo".
Pouvoir destituant. Thèmes, figures, généalogies
Libro: Libro in brossura
editore: Éditions Mimésis
anno edizione: 2024
pagine: 218
Antigone e Platone. La «biopolitica» nel pensiero antico
Pierandrea Amato
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2006
pagine: 118
L'origine politica dell'Occidente è la dissoluzione giuridica del conflitto tragico tra le Giustizie. La legge, però, non risolve le tensioni che tormentano la polis. È Platone che prova a sciogliere questa inquietudine, allevando un cittadino virtuoso per natura, immediatamente adeguato al bene della comunità. Il volume verifica l'applicabilità di una nozione resa celebre da Michel Foucault, la "biopolitica", oltre la sua tradizionale determinazione storica.