Mondadori: Le scie
Disertori. Una storia mai raccontata della seconda guerra mondiale
Mimmo Franzinelli
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 388
Furono vigliacchi o eroi? Si rifiutarono di partire per il fronte nella Seconda guerra mondiale, non rientrarono da una licenza, fuggirono dalle lande gelate durante la Campagna di Russia, non vollero accettare la Repubblica sociale dopo l'8 settembre: migliaia di ragazzi giovanissimi, anche se molti già padri di famiglia, spesso gli unici a portare a casa uno stipendio finirono davanti ai Tribunali di guerra. Quelli condannati alla fucilazione subirono l'infamante morte riservata ai traditori. La diserzione è, senza dubbio, un lato oscuro del Secondo conflitto mondiale, ignorato sinora dai libri di storia, i cui segreti serbati negli archivi dei Tribunali militari, nei diari e nelle testimonianze di tanti reduci vengono qui finalmente svelati ed esplorati con scrupolo. Mimmo Franzinelli rivisita questo complesso periodo storico per delineare tipologia e motivazioni dei disertori, e lo fa analizzando le dinamiche repressive (Codice penale di guerra, Tribunali militari, modalità delle esecuzioni capitali) e ricostruendo le storie di tanti soldati, nei più disparati scenari, le cui drammatiche vicende sono sottratte all'oblio non solo grazie ai diari inediti ma anche al ricordo ancora attuale dei loro parenti.
Ho sparato a Garibaldi. La storia inedita di Luigi Ferrari, il feritore dell'eroe dei due mondi
Arrigo Petacco, Marco Ferrari
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 192
"Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba, Garibaldi che comanda, che comanda il battaglion!" Non c'è adulto o bambino che non conosca questa canzone. Ma in pochi sanno chi fu a ferire davvero Garibaldi: si chiamava Luigi Ferrari ed è l'unico eroe del Risorgimento che non può vantare un posto di primo piano nella stagione che fece nascere l'Italia. Non solo, se per Garibaldi l'Aspromonte è sinonimo di gloria, per Ferrari ha rappresentato la più grande umiliazione della vita. Un'onta che il luogotenente dei bersaglieri si trascinò fino al suo paese natale, Castelnuovo Magra, dove tornò, ferito a sua volta e con un piede di legno, in veste di sindaco con il segno indelebile della sua poco onorevole impresa. Giovane volontario nell'esercito sabaudo, Ferrari è un tipo sveglio, agile, volitivo. Ottiene incarichi importanti, partecipa alla battaglia di Goito, viene inviato in missione segreta nel Ducato di Modena a fomentare le rivolte popolari, diventa sergente dei bersaglieri e partecipa all'assedio di Gaeta dove, dopo centotré giorni, Francesco II e Maria Sofia si arresero segnando la fine del Regno delle Due Sicilie e l'inizio dell'Italia unita. Per concludere la sua carriera militare sull'Aspromonte, dove, appunto, ferisce Garibaldi e viene poi colpito da un garibaldino. Le camicie rosse sono state fermate. Ferrari ottiene la medaglia d'oro, ma la motivazione rappresenterà il suo cruccio e la sua rovina...
Margherita Sarfatti. La regina dell'arte nell'Italia fascista
Rachele Ferrario
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 403
Strano destino quello di Margherita Sarfatti, giornalista, scrittrice e primo critico d'arte donna in Europa. Ha fondato il gruppo del Novecento, ha progettato e allestito mostre in patria e all'estero, ha frequentato gli intellettuali all'avanguardia del suo tempo, per oltre vent' anni ha influenzato in modo profondo la cultura e l' arte italiane. Eppure, per una sorta di damnatio memoriae, la maggior parte del pubblico la conosce solo come "l'amante del duce". La sua figura è rimasta a lungo "appiattita" su quella di Mussolini. In realtà rivestì un ruolo da protagonista, soprattutto in campo artistico, ma anche in politica e nel forgiare l'ideologia del fascismo. Colta, elegante, raffinata, Margherita nasce a Venezia nel 1880 da una ricca famiglia ebrea, i Grassini. Fin da giovane frequenta Antonio Fogazzaro e Guglielmo Marconi, conosce la regina Elena e il patriarca Sarto, futuro papa Pio X. Intelligente, inquieta e curiosa, è decisa a occupare un posto in prima fila nella vita, in un tempo in cui le donne potevano dedicarsi tutt'al più alla filantropia. Il suo salotto di Milano, un vero laboratorio del pensiero artistico del tempo, è frequentato da futuristi come Marinetti e Carrà, Russolo e Boccioni - con cui intreccia una storia d' amore -, i pittori di Novecento (Sironi, Funi, Bucci), letterati e poeti come d' Annunzio e Ada Negri, e da un giovanotto trasandato ma ambizioso di nome Benito Mussolini...
Napoli 1343. Le origini medievali di un sistema criminale
Amedeo Feniello
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 273
Novembre 1343. Golfo di Napoli, porto di Baia. Notte. Una nave genovese in rada carica di merci. Viene assalita, l'equipaggio catturato, il capitano barbaramente trucidato. Gennaio 2005. Periferia di Napoli, Casavatore, non lontano da Secondigliano. Notte. Tre giovani vengono ammazzati davanti a una scuola. Uccisi nel corso di una raid camorristico. Cosa può mai legare questi due fatti di cronaca, vicini nello spazio ma lontanissimi nel tempo? Amedeo Feniello risale i secoli alla ricerca di un filo sottile che possa legare i due episodi. E, sulle tracce di moventi, mandanti ed esecutori della notte del novembre 1343, ci conduce per mano nelle vicende medievali di Napoli: una città per tanti versi già allora affascinante e inafferrabile, in cui si succedono civiltà e tradizioni diverse, a partire da quella bizantina fino alla dominazione angioina. Con una realtà sociale peculiare, dove a comandare davvero, più che lo Stato, sono le famiglie e i clan dei cosiddetti "seggi", tanto più forti quanto più debole si dimostra il potere centrale. Pronti a farsi carico dei problemi della cittadinanza. Gelosi della propria autonomia. Capaci di strenue resistenze o di compromessi con le dinastie che si susseguono. Che, ad una ad una, passano, mentre loro, i nobiliores locali, restano.
Putin. Vita di uno Zar
Gennaro Sangiuliano
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 279
Chi è davvero Vladimir Putin? Un coraggiosso protagonista del nostro tempo, capace di condizionionare la politica internazionale, oppure l'ex colonnello del KGB non troppo avvezzo alla democrazia? Insomma, un "nuovo zar"? Per rispondere a questi e altri interrogativi, Gennaro Sangiuliano dedica al presidente della Federazione Russa, "l'uomo più potente dd mondo" secondo la rivista "Forbes", una biografia nella quale si ripercorrono le tappe più significative di una straordinaria avventura umana e politica. Personaggio enigmatico e complesso, Vladimir Vladimirovic Putin nasce a Leningrado (oggi San Pietroburgo) nel 1952, quando in URSS è ancora al potere Stalin. La sua è una famiglia di condizioni relativamente modeste: il padre è operaio specializzato, la madre presta servizio nella sede di un comando navale. Abitano in una kommunalka, una casa collettiva condivisa da più nuclei familiari. Biondiccio, piccolo di statura, gracile ma dotato di grande determinazione, "Volodja" cresce in piena Guerra fredda, lavorando per un lungo periodo nel KGB, il potente servizio segreto russo. Dopo la laurea in diritto internazionale, il matrimonio con la moglie Ljudmila nel 1983 e gli anni trascorsi a Dresda, nella DDR, la sua ascesa è rapida quanto sorprendente: già vicesindaco di Leningrado, dopo il crollo del Muro e la dissoluzione dell'Unione Sovietica diventa direttore dell'FSB, l'ex KGB, poi primo ministro della Federazione Russa, quindi Presidente...
La lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento
Gabriele Nissim
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 304
Un giorno nel 1965 Johanna, una studentessa universitaria tedesca in cerca di un'occupazione a Roma, legge sul "Messaggero" un'inserzione: "Poeta tedesco ricerca segretaria tedesca". Poco dopo essere stata assunta, il sedicente poeta le detta una lunga lettera in difesa degli ebrei che sostiene di aver scritto e spedito a Hitler nel 1933, e le chiede di inviarla a centinaia di indirizzi tedeschi, fra cui quelli di alcuni giornali. Johanna è convinta di avere di fronte un millantatore, ma dovrà ricredersi quando, tornata in Germania, si metterà a indagare sul suo datore di lavoro, ripercorrendo così passo passo la vita di Armin T. Wegner, scrittore e strenuo difensore dei diritti umani, riconosciuto dagli armeni come "giusto" per essere stato uno dei primi a denunciare il dramma del loro popolo: il genocidio del 1915-16. Quello stesso riconoscimento Armin lo aveva ricevuto nel 1967 anche in Israele, con un albero nel giardino dei giusti di Yad Vashem, proprio per la lettera al Führer e la denuncia delle leggi antisemite. Gabriele Nissim ne ha ricostruito la straordinaria vita, anche sulla base delle tante lettere custodite negli archivi di famiglia. Dopo aver servito nell'esercito tedesco, alleato dei Giovani Turchi, come ufficiale medico durante la Prima guerra mondiale - e aver assistito come testimone diretto al genocidio degli armeni (sono sue le uniche fotografie esistenti dello sterminio) -, a metà degli anni Venti Wegner diventa comunista...
Il tesoro dei vinti. Il mistero dell'oro di Dongo
Gianni Oliva
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 232
Dongo, 27 aprile 1945, è una mattina livida e piovosa, quando Mussolini e i gerarchi in fuga vengono fermati dai partigiani della 52' brigata Garibaldi, sulla litoranea del lago di Como. Nella lunga autocolonna che accompagna il Duce e gli epigoni del fascismo di Salò viene trovata un'ingente quantità di beni preziosi, banconote di ogni taglio, oro, gioielli, titoli di Stato, valuta straniera, in gran parte provenienti dai fondi segreti dei ministeri della Repubblica sociale. Un ricco bottino che da quel giorno tutti conosceranno come il "tesoro di Dongo". Chi si è impossessato di quell'oro, destinato alle autorità del nuovo Stato italiano? Chi lo ha trasferito alla federazione comunista di Como? Chi se n'è impadronito in seguito? E chi ha fatto scomparire il "capitano Neri" e la partigiana "Gianna", combattenti garibaldini che ne avevano compilato l'inventario? Nella primavera del 1957 ha finalmente inizio, presso la Corte d'assise di Padova, il processo che dovrebbe fare luce su questi interrogativi. Un procedimento che suscita tante attese, ma che viene rinviato dopo quarantatré udienze per il suicidio di un giudice popolare e che non verrà mai più ripreso, perché "scomodo". Dalle carte disponibili emergono infatti con chiarezza le responsabilità politiche degli eventi che si sono consumati in quei lontani giorni del 1945.
Nella notte ci guidano le stelle. La mia storia partigiana
Angelo Del Boca
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 193
"Io non combatto per la mia patria, combatto per mia madre, per rivedere il suo viso." A settant'anni dalla Liberazione, queste parole del diario partigiano inedito di Angelo Del Boca gettano nuova luce sulla storia, il dramma e le ragioni dei molti giovani nati tra le due guerre che, ricattati e mandati allo sbaraglio dalla Repubblica sociale, scelsero la montagna come estremo gesto di fedeltà ai più profondi valori umani e affettivi, contro la retorica fascista del credere-obbedire-combattere, gli orrori della guerra civile e la barbarie dell'occupazione tedesca. Aspirante scrittore che affonda lo sguardo in sé stesso e in ciò che lo circonda, il diciannovenne Del Boca annota scrupolosamente ogni fase delle peripezie del giovane alpino rimpatriato nell'estate del 1944 dall'addestramento militare in Germania nelle file della divisione Monterosa, schierata nell'appennino ligure-emiliano come forza antiguerriglia: la scelta della libertà e la fuga, l'impatto traumatico con la diffidenza e il disprezzo del capo di una formazione garibaldina, l'arrivo a Bobbio (Piacenza) e l'inserimento nella 7a brigata alpini Aosta del comandante Italo. Il diario parla di marce, pioggia, neve, fame, freddo, sonno, paura, vergogna, e di nostalgia di casa, di ricordi d'infanzia, di foto, occhi e sorrisi di ragazze che accendono la fantasia e il desiderio, di qualche bacio rubato, di una irresistibile e pervasiva sete di amore e normalità.
Il vizio e la grazia. Lo scandalo delle monache di Sant'Ambrogio
Hubert Wolf
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 502
"Salvami! Salvami!" Nell'estate del 1859 una drammatica richiesta d'aiuto rompe il silenzio della clausura nel monastero di Sant'Ambrogio a Roma, luogo di culto che, situato a poca distanza dal Vaticano, ha accolto in più occasioni ospiti di riguardo e può vantare illustri protettori. La principessa Katharina di Hohenzollern, monaca proveniente da una famiglia di alto lignaggio e fervida religiosa, è convinta che, fra le mura del convento, qualcuno stia attentando alla sua vita, somministrandole a più riprese del veleno. La denuncia di Katharina al cugino, l'arcivescovo Hohenlohe-Schillingsfürst, non rimarrà inascoltata a lungo. Il tribunale dell'Inquisizione istruirà un processo nel corso del quale, mediante un accurato vaglio di numerose testimonianze, si finirà per andare ben oltre le aspettative dei giudici e verranno alla luce fatti a dir poco sconvolgenti: novizie vittime di abusi, padri confessori che somministrano benedizioni tramite baci assai poco casti, rapporti saffici, monache che sperimentano stati di estasi mistico-sessuale, misteriose sparizioni, accuse di affettata santità e venerazione di false reliquie. Eventi scandalosi protrattisi per decenni senza che nessuno, al di fuori di quel luogo sacro, ne fosse mai venuto a conoscenza. Nulla dell'"affare Sant'Ambrogio", visto il coinvolgimento nella vicenda di alti prelati, importanti teologi e del papa stesso, sarebbe dovuto trapelare e diventare di pubblico dominio...
Tempo di misericordia. Vita di Jorge Mario Bergoglio
Austen Ivereigh
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2014
pagine: 493
La sera del 13 marzo 2013, davanti a una folla di duecentomila persone raccolte in piazza San Pietro sotto la pioggia battente, si levò l'attesa fumata bianca. Ma quando il cardinale Jean-Louis Tauran annunciò il nome del nuovo pontefice, quasi nessuno, nemmeno i vaticanisti più esperti, si aspettava di udire il nome di Jorge Bergoglio. Bastarono però poche parole e il papa che era "stato trovato alla fine del mondo" quella sera ne conquistò il cuore. A partire dal nome. Vocabor Franciscus, "Mi chiamerò Francesco", aveva detto ai porporati alla conclusione del conclave: lo stesso nome del poverello di Assisi che aveva gettato alle ortiche le vesti di seta per indossare i panni degli ultimi. A quelle parole, nei giorni e nei mesi successivi ne seguirono altre, e alle parole si accompagnarono gesti che avrebbero radicalmente trasformato l'immagine del successore di Pietro: il papa che paga il conto dell'albergo, che rinuncia alla limousine, che sale la scaletta dell'aereo portando da sé una semplice borsa. Un papa che per la sua prima visita fuori Roma sceglie l'isola di Lampedusa per porre all'attenzione di tutti la tragedia senza fine dei migranti. Immagini semplici e al tempo stesso potenti di una Chiesa non più autoreferenziale, che vuole cambiare e uscire da se stessa per raggiungere le periferie geografiche ed esistenziali del mondo. Una Chiesa che vuole conservare il "mysterium lunae", cioè la capacità di riflettere soltanto la luce che proviene da Dio.
Nazisti in fuga. Intrighi spionistici, tesori nascosti, vendette e tradimenti all'ombra dell'Olocausto
Arrigo Petacco
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2014
pagine: 179
Com'è stato possibile che tanti criminali nazisti siano fuggiti dall'Europa dopo la seconda guerra mondiale? La loro scomparsa ha alimentato le ipotesi più fantasiose, a partire dall'idea che lo stesso Hitler fosse scappato con un sommergibile rifugiandosi in Patagonia. Arrigo Petacco ricostruisce le reali vicende di questi terribili aguzzini attraverso un racconto ricco di sorprendenti e poco noti retroscena. La loro fuga, pianificata fin dalle ultime fasi del conflitto, fu favorita dalla guerra fredda che indusse le potenze occidentali a chiudere in fretta i conti con il passato. In un groviglio di inconfessabili interessi che coinvolgeva la Cia e il Vaticano, ebbero un ruolo centrale alti prelati come il "vescovo nero", l'austriaco Alois Hudal, già uomo di fiducia del Führer. Grazie a queste protezioni e a un'efficiente organizzazione clandestina denominata "Odessa", numerosi scherani del Reich, mimetizzati in un improbabile saio francescano, imboccarono un tortuoso percorso attraverso l'Italia, detto "Ratline", "via dei topi", o "via dei monasteri" perché ricevevano asilo nei conventi, per raggiungere Genova. Da lì, provvisti dalla Caritas di passaporti rilasciati dalla Croce Rossa, potevano agevolmente imbarcarsi verso destinazioni lontane. Molti trovarono ospitalità in Sudamerica, in particolare nella compiacente Argentina di Perón, ma anche i Paesi arabi, come la Siria, nel segno del comune odio antiebraico aprirono le porte ai macellai del nazismo.
In Italia ai tempi di Mussolini. Viaggio in compagnia di osservatori stranieri
Emilio Gentile
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2014
pagine: 352
La sera del 29 ottobre 1922, alla stazione di Milano, tra una folla di giovani armati in camicia nera, il corrispondente dall'Italia del "Chicago Daily News", Edgar Ansel Mowrer, scorse Benito Mussolini. Il giornalista gli si avvicinò e gli chiese: "Signor Mussolini, mi dice cosa succede?". "Non lo sapete?" rispose lui. "Vado a Roma per instaurare il fascismo." "Congratulazioni" soggiunse Mowrer, e salì sul treno che il giorno dopo avrebbe portato il duce del fascismo alla conquista del potere. Inizia così, alla vigilia della "marcia su Roma", questo particolarissimo viaggio nell'Italia di Mussolini, ripercorso, nelle sue tappe cruciali, a partire dalle pagine che giornalisti, studiosi, viaggiatori e scrittori stranieri dedicarono alle vicende del nostro paese negli anni più tragici del Novecento. Un viaggio durato oltre un ventennio, dalla Grande guerra alle lotte operaie e contadine del "biennio rosso", dalle violenze squadriste ai fasti dell'Italia imperiale sino ai giorni bui della seconda guerra mondiale, quando l'Italia finì "sotto le ruote della storia".