Mondadori: Lo specchio
Tersa morte
Mario Benedetti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2013
pagine: 86
In questo libro testimoniale, Mario Benedetti sembra volerci dire, con la sua sensibilissima e concreta parola, che una luce piana e discreta, una luce di umana verità, vive, sempre, anche nel dolore, nel senso acuto della perdita, nell'osservazione diretta o nel presagio stesso della morte. Utilizza elementi di un'esperienza personale radicata in luoghi e figure di una realtà intima e familiare, e li fa vibrare, nella loro semplicità materica e opaca, oltre i confini naturali, come emblemi vissuti di una condizione umana universale. Istituisce l'immagine di un suo doppio, di un sosia coinvolto nella cronaca infelice che si porta via nel tempo, o in un breve tempo, o in un tempo che è comunque sempre troppo breve, gli esseri umani che incarnavano i suoi maggiori legami affettivi, come la madie, il padre e un fratello, e riconduce tutto a un quadro di umile autenticità in cui si "impara a vivere poveramente", in cui il primo attore o sosia riesce, o vi è costretto da necessità, a "vedere nuda la vita". Nei suoi tremori, nei suoi umori cupi o risentiti, nella malinconia che lo pervade, pronuncia parole di saggezza persuasiva, di sofferta accettazione, affermando a malincuore che è comunque "giusto che io non veda questo mai più". Il dissolversi delle umane cose implica, inevitabilmente, anche il loro allontanarsi nel già stato, nel passato, della morte, e dunque, anche, "evapora il morire", mentre intorno l'inerzia dell'esistere prosegue il suo cammino nel "continuo affaccendarsi".
Malaspina
Maurizio Cucchi
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2013
pagine: 92
"Dopo aver toccato - quattro anni fa - uno dei suoi vertici in 'Vite pulviscolari', con la relativa frantumazione e dispersione del soggetto poetante, Maurizio Cucchi torna alla poesia in 'Malaspina' (un 'laghetto' ricco d'echi esistenziali e fonosimbolici) avvalendosi di una voce poetica ancor più profonda. Se si pensa anche ai successivi approdi narrativi dell'autore, si può leggere questo libro nuovo e compatto - animato da un'affabilità istintiva e rara nella poesia d'oggi - come il romanzo di un Io ricongiunto e tuttavia estraneo a ogni gravame scopertamente autobiografico o psicologico. La sezione d'apertura, "Berretto a sonagli", ci restituisce un personaggio pirandelliano per nulla algido e sentenzioso, bensì proiettato in una dimensione "senza infingimenti" e obbligato a retrocedere "verso strati / sempre più occulti, come un archeologo, o un operaio / che manovra, nell'ignoranza / senza fine delle tenebre". Nelle due successive si assiste a un processo di sprofondamento fisico e temporale nel passato, senza nostalgia né rimpianto per un 'buon tempo antico' del tutto inesistente. Piuttosto, 'Malaspina' agisce entro una quotidianità sospesa tra sogno e realtà, memoria involontaria e ironia, liquido amniotico e metamorfosi dell'umano nel vegetale, nel geologico, nel meccanico. Cronotopo del libro è una traversata di Milano insieme storica, toponomastica e vertiginosamente aperta a processi di sedimentazione cosmica e biologica." (Alberto Bertoni)
Prove di libertà
Stefano Dal Bianco
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 112
A undici anni dal suo libro precedente, "Ritorno a Planaval", che aveva segnato, con l'autorevole avallo di Pier Vincenzo Mengaldo, uno dei punti più originali di una generazione, quella dei nati negli anni Sessanta, oggi giunti alla loro piena maturità, Stefano Dal Bianco conferma l'inquietudine profonda del suo rapporto con l'esistere e la sua ansia di libertà in un mondo di "anime costrette". Scandita in sette parti, come le sette note della scala musicale, questa nuova opera di Dal Bianco esplora le contraddizioni del sentimento e del pensiero, l'antinomia tra spinta alla consapevolezza e lievità di una più naturale adesione alla vita, come è efficacemente espresso, con mano leggera e tenerezza di cuore, nelle poesie dedicate alla contemplazione del figlio bambino nella dolce sospensione del suo sonno. A questa trasognata esistenza che non cerca di identificarsi si contrappone l'ansia del soggetto che al tempo stesso ricerca e respinge il proprio essere un "io" e che si coglie irrilevante nella sua minima realtà in un mondo, in una terra "che non è niente", e dove gli si prospetta il sempre più prossimo "buco della morte", coincidente con il "niente dell'inizio", sempre pronto impassibilmente a risucchiarlo. Il nucleo di dolore, disagio e solitudine, di cui Dal Bianco parla spesso in queste sue liriche, parrebbe allora eludibile in una sorta di immersione sospesa nella muta libertà della natura, nella "somma libertà del tutto", nella forse divina libertà del cosmo.
Il professor Fumagalli e altre figure
Giampiero Neri
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 99
Una libera galleria di personaggi e un fitto intreccio di riflessioni e immagini: ecco che cosa ci propone Giampiero Neri. Emblematico, tra questi personaggi, tra queste figure, il professor Fumagalli che dà titolo all'opera e che, come il suo autore, risulta arguto e saggio quanto incline al paradosso, all'osservazione obliqua del mondo, a una visione personale delle cose lontana dall'ovvio e dal luogo comune. Il poemetto in prosa, un genere già praticato da Neri con successo, diviene la forma prevalente di questo libro miscellaneo, dove compaiono solo pochi testi in versi e una piccola serie di aforismi in cui humour e senso dell'assurdo, presenti quasi in ogni pagina, trovano la densità di una sintesi espressiva che la classica limpidezza della parola poetica di Neri è stata sempre in grado di produrre. Le figure che il poeta ci propone, oltre a quella emblematica di Fumagalli, sono molto varie ed estrosamente disparate. Il tennista americano Courier, il naturalista Eugène Marais e il suo studio sulle formiche (posto in rapporto al capitolo ottavo dell'Odissea), lo zio negoziante di vini, il fratello Giuseppe Pontiggia, i genitori, qualche oscuro e meno oscuro poeta, il banchiere Rosone e le sue peripezie... E con i personaggi Neri mette in scena i luoghi, la sua alta Lombardia, vicina alla "pacifica Svizzera", insieme a momenti della storia del Novecento e a ricordi personali, riflette sulla pazienza degli animali e sul mondo naturale in genere, meditando anche sulla propria poesia.
Salva con nome
Antonella Anedda
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 119
Dai labirinti sotterranei di una memoria legata a un passato anche remoto, o addirittura pre-natale, affiorano brandelli di messaggi, volti e nomi di figure parentali, eventi di presenze ormai inghiottite dal tempo e dai paesaggi che li videro agire e soffrire, nella irredimibile solitudine dei loro destini. Antonella Anedda in "Salva con nome" ci conduce, con fermezza di voce asciutta e tagliente - cucendo con pazienza le proprie parole, come su un ramo il comporsi delle foglie - in una dimensione inquieta tra l'atemporale e l'onirico, dove le immagini si affacciano, quasi spettrali, pronte a dissolversi a contatto con l'aria. Solo il nome, solo la forza della parola riesce a salvarle: una parola, peraltro, sempre fortemente radicata nelle cose, nella realtà, nell'origine, come vediamo anche dall'uso, pur molto controllato, della lingua sarda. Una realtà che riesce a evidenziarsi attraverso i numerosi frammenti sparsi di una minuta quotidianità domestica, dai particolari di una condizione di precarietà ineludibile dove l'idea della morte - o la sua presenza condotta dal ricordo o dall'ansia - coesiste stabilmente, compenetrata nelle cose e negli esseri su cui gli occhi della poesia vengono a posarsi.
Da mani mortali
Biancamaria Frabotta
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 158
Con il passare del tempo e dei libri, la poesia di Biancamaria Frabotta tende a farsi sempre più umanamente saggia e pacata, sempre più amica e aperta. Lo si vede nella solida compostezza della pronuncia, nella capacità matura di saper conciliare il proprio sentimento dell'esistere con lo sguardo critico della ragione. "Da mani mortali" è un'opera in cui la poesia si confronta sensibilmente con la realtà naturale anche minima del mondo immediatamente circostante, con il pulsare e il crescere delle molteplici vite della campagna, di un semplice orto o di un giardino, sotto il "grande disordine del cielo". Un'opera che si confronta, passo su passo, con la misteriosa intelligenza della natura e dei suoi vari abitatori: vegetazione e animali di una vita che si manifesta nell'infinito articolarsi infinitesimale dei suoi ritmi e delle sue complesse variazioni stagionali, dei suoi aromi e della sua musica discreta. Mentre intorno si allarga l'ombra di un'ambigua apparenza indecifrabile che accoglie nelle sue mutazioni le tracce non sempre benefiche dell'opera umana, talvolta irretendola nel sogno di un dio stupito dalla "felice combinazione" del creato, quasi un adolescente solitario e immalinconito dalla diffidenza delle sue creature mortali.
Casa di rieducazione
Valentino Zeichen
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2011
pagine: 129
Con la beffarda, elegante noncuranza del suo stile, Valentino Zeichen riesce una volta di più a spiazzare il lettore. Il quale ben conosce il valore e il carattere inconfondibile della sua fantasia sbrigliata, del suo colorito estro ironico, ma forse si troverà sorpreso, nei versi di questa "Casa di rieducazione", dai momenti non rari in cui il tono del poeta sembra farsi decisamente assorto, meditativo, pur senza mai rinunciare all'acutezza delle sue uscite. In questa nuova raccolta Zeichen conferma la vastità multiforme e imprevedibile dei suoi interessi, la vivacità di passeggiatore e osservatore spregiudicato del mondo, capace di gentili invettive come di velenose dediche. Ma il lettore rimarrà colpito, non di meno, dalle frequenti fenditure di sinistra cupezza che segnano il percorso di questo libro, fatto come un diario in cui le occasioni si giustappongono legate da un filo sotterraneo inquieto, che è nel senso dello scorrere e sbriciolarsi degli anni, e dell'umano, progressivo perdersi. Zeichen ci parla di realtà in apparenza opposte, dall'arte alla finanza (il cui mondo, dice, è divenuto "virtuale come quello delle fate"), va dal "poetico" al vistosamente "impoetico", si insinua nello squallore quotidiano e nella morchia dell'esistere, ma non trascura certo la bellezza incomparabile di Roma o della campagna laziale. Eppure, sempre più si manifesta, nel caleidoscopio delle sue innumerevoli figure, un senso di morte circolante.
Catena umana
Seamus Heaney
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2011
pagine: 171
"Catena umana" è come il racconto lirico di un viaggio essenziale, condotto con poetica saggezza in un confronto con le cose più decisive, le cose ultime. Un libro animato internamente da un'urgenza estrema, quanto mai vivida, perché arrivata a intaccare il corpo fino a ottunderlo. Lo vediamo nella sequenza Cbanson d'aventure, in cui Seamus Heaney rivive i momenti in cui il male l'aveva colpito qualche anno fa, ripensa alla corsa rapida in ambulanza verso l'ospedale, al contatto ravvicinato con quell'oltre che non era mai stato così terribilmente vicino, così a portata di mano. Ma lo vediamo anche nella sequenza Linea 110, tra i momenti più alti di questa raccolta, dove il semplice, ordinario percorso del bus diventa un lungo viaggio di citazioni e riferimenti al libro VI dell'Eneide: Enea che chiede alla Sibilla di poter scendere in Averno per incontrare il padre morto, Anchise. Heaney riutilizza il materiale classico nelle cadenze battenti della sua lingua e del suo stile, in un sapiente gioco di poesia tra il senza tempo del capolavoro virgiliano e il tempo del presente e dell'infanzia irlandese dei suoi luoghi più cari e mai realmente abbandonati. Ci fa poi compiere un altro viaggio nel tempo con la sequenza Canzoni dell'eremita, dove appaiono i leggendari santi della tradizione gaelica, i quali incarnano un umanissimo ideale di lavoro e preghiera, e insieme quel nobile senso di ricerca e instancabile fiducia e credito nella poesia tipico dei migliori artigiani.
Vanità della mente
G. Mario Villalta
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2011
pagine: 156
Il primo dato che emerge, e di evidente efficacia, nell'intero percorso di questo libro, è la vitalissima varietà di temi che lo compone. Gian Mario Villalta lavora su tracce di realtà legate all'esperienza e alla riflessione, racconta l'amore e osserva il paesaggio nel suo mutare, descrive la domestica gioia della festa ed esprime il dolore legato agli affetti. Tocca vertici di nitida asciuttezza lirica nelle splendide prose sui piccoli animali, dove circola un senso acuto di pietà, di fronte all'orrore e alla crudeltà di cui questi esseri sono vittime. Eppure, se varia, aperta è la materia di questo suo libro, Villalta riesce a mantenere, pagina dopo pagina, una sicura coerenza interna per almeno due ragioni. La prima è nella radice di verità in fondo comune a figure ed eventi che si avvicendano sulla scena: vale a dire la loro strenua, irrinunciabile (o ineluttabile), piena appartenenza alla terra, alla loro terra, e comunque, a una terra "inondata di cielo". E a quella terra, in effetti, sembra appartenere anche quella lingua dialettale, quel dialetto veneto a cui Villalta torna in una sorta di corposo intermezzo proprio nel cuore della raccolta. Ma "Vanità della mente" è un libro unitario e coerente anche per una seconda ragione, e cioè per la felice medietà stilistica su cui si costruisce, per l'impeccabile decoro della pronuncia di un poeta che sa fare della sua affabile discrezione un carattere essenziale, pur nell'interna inquietudine che ne increspa la superficie.
Il coro del mondo. Poesie 2001-2010
Michael Krüger
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2010
pagine: 201
Protagonista della scena culturale tedesca e austriaca e attento lettore di letterature straniere, fra cui l'italiana e l'israeliana, Michael Krüger è un nome di primo piano nella lirica tedesca, insignito dei più prestigiosi premi nazionali. In italiano è già apparso come poeta, saggista e narratore. Questo volume, tratto dall'antologia tedesca "Archine des Zweifels" (2001), dalle raccolte "Kurz vor dem Gewitter" (2003), "Unter freiem Himmel" (2007) e dalla recente "Ins Reine" (2010), è un itinerario in una poesia vicina e comprensibile, estranea alla mistica della parola ma con la grande liederistica romantica alle spalle. Kriiger è un malinconico, un "amico della morte" che tende l'orecchio al "cantico dell'inanità" ma fa parlare il visibile - la natura viva, acque, boschi e animali ora tangibili ora alieni -, gli uomini in perenne ricerca di giustificazioni e anche un suo io che dice cose che non si aspettava di dire. Inatteso per noi anche il suo ironico ma cordiale "undicesimo comandamento": "non morire, / ti prego". E la storia? Per l'ironico, per l'irridente non conta granché, e meno ancora conta la grandezza: "Una mucca pascola davanti alla casa / l'ultima di una fila di mucche. / Una loro antenata, bianco-marrone,/ fu presentata a Napoleone, / poco prima che incontrasse Goethe a Weimar".