Morcelliana: Storia
La Pira e la civiltà cristiana tra fascismo e democrazia (1922-1944)
Domenico Giovannoni
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2008
pagine: 289
Il libro di Pietro Giovannoni è dedicato all'itinerario politico ed intellettuale di Giorgio La Pira nel periodo che va dalla nascita alla caduta del regime. Si tratta di capire le modalità con cui il futuro sindaco di Firenze aveva raccordato questo tema agli assetti politici dell'Italia fascista dove la sua presenza pubblica, nel mondo cattolico cittadino come in quello accademico e nazionale, si stava facendo sempre più rilevante ed autorevole. In questa linea il volume si dipana scevro da ogni preoccupazione apologetica. Giovannoni interroga una documentazione, edita ed inedita per rispondere alla domanda sulle reali posizioni politiche e culturali espresse dal personaggio. Dall'iniziale entusiasmo verso Mussolini, interpretato come il portatore a livello planetario delle indicazioni vaticane circa l'organizzazione della vita collettiva, si passa ben presto, già verso la metà degli anni Venti, alla freddezza per la mancata rispondenza della politica, in particolare estera, del regime all'esigenza di instaurare nel mondo la civiltà cristiana.
Chiesa cattolica tedesca e Terzo Reich (1933-1934)
Martino Patti
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2008
pagine: 368
Nella proposta di una poco nota documentazione si trova il primo merito di questa edizione di testi curata da Martino Patti. Il volume presenta in versione italiana un gruppo di saggi pubblicati tra l'inverno del 1933 e l'estate del 1934 dall'editore Aschendorff di Münster nella collana Reich und Kirche. La serie aveva - come si dichiarava esplicitamente - lo scopo di favorire "l'edificazione del Terzo Reich". Lo si conseguiva con la pubblicazione di saggi volti a "diffondere e corroborare la comprensione del legame indissolubile tra i princìpi del nuovo Stato e quelli della Chiesa". In tal modo si sarebbero adeguatamente chiariti i compiti di collaborazione cui i cattolici erano tenuti verso il regime costituitosi in seguito all'ascesa al cancellierato di Hitler. In effetti, se tra i collaboratori alla collana figura l'esponente politicamente più in vista del mondo cattolico, quel Franz von Papen che non poco aveva fatto per aprire al Führer la strada del governo, vi compaiono anche alcuni tra i nomi più prestigiosi della cultura cattolica tedesca assai meno caratterizzati sul piano politico: dal teologo Michael Schmaus allo storico Joseph Lortz; dall'orientalista Franz Gustav Taeschner al filosofo Josef Pieper. In tal senso Martino Patti pone il problema di una più precisa storicizzazione del percorso compiuto dal cattolicesimo - tedesco in primo luogo, ma anche dalle sue espressioni di governo romano - nei confronti del nazismo.
Domenico Bollani, vescovo di Brescia. Devozione alla Chiesa e allo Stato nella Repubblica di Venezia del XVI secolo
Christopher Cairns
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2008
pagine: 408
Nato a Venezia nel 1513 da una famiglia aristocratica, non più ricca, ma pur sempre dotata di prestigio, Domenico Bollani compì gli studi di diritto nell'università di Padova. Entrò ben presto al servizio della Serenissima, assolvendo numerosi uffici politici e diplomatici. Entrato a far parte del Senato veneziano, fu riconosciuto "senator di grandissima prudenza" e pertanto investito nel 1555 della luogotenenza del Friuli in una situazione difficile per epidemie, carestie, fermenti popolari e diffusione dell'eresia, e nel 1558 dell'ufficio di podestà di Brescia.Il 15 marzo del 1559, alla morte del card. Durante Duranti, il Bollani fu nominato da Paolo iv Carafa vescovo di Brescia, con una prassi, non nuova nella Repubblica veneta, di trasferimento da un ufficio secolare ad un ufficio ecclesiastico.L'abilità diplomatica, il realismo, la capacità di mediazione, lo spirito pragmatico del Bollani si rivelarono anche nella trama dei complessi rapporti, fatti di tensioni, di polemiche e di rappacificamenti, tra la Serenissima, gelosa della sua sovranità, e il Papato. In Bollani era vivissima la devozione agli ideali sia della Riforma cattolica sia dello Stato veneziano, cosicché nelle dispute tra Roma e Venezia, a proposito della pubblicazione nei domini veneziani della bolla In Coena Domini e delle attività inquisitoriali, la sua azione fu mediatrice e pacificatrice.
Donne tra saperi e poteri nella storia delle religioni
Sofia Boesch Gajano, Enzo Pace
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 512
Il volume intende giocare esplicitamente la relazione maschile/femminile nel confronto fra religioni, scegliendo come campo di indagine specifico la correlazione fra poteri e saperi. Potremmo dire si sia seguito, sia pure implicitamente, il suggerimento di Anna Scattigno: "un passo avanti per restituire allo studio dell'esperienza religiosa delle donne un approccio meno ideologico, oltre la realtà ormai individuata e descritta di una costante tensione tra discorsi normativi e pratiche di mediazione o trasgressive, potrebbe essere l'approfondimento della cultura e del sapere religioso delle donne". La struttura del volume riflette la volontà di contribuire, con un approccio comparatistico e multidisciplinare, ad approfondire temi ben presenti nella storiografia, a partire dalle motivazioni antropologiche, sociali, teologiche, che sono alla base della diversità, complementare o conflittuale, e di conseguenza a una diversa trasmissione dei saperi e a una diversa conoscenza della realtà, a un diverso esercizio di poteri, a pratiche spirituali e comportamentali differenziate, ma spesso interrelate, all'interno o all'esterno delle istituzioni ufficiali delle religioni monoteiste come pure nelle religioni antiche, orientali, africane, afro-americane.
Messico 1900-1930. Stato, Chiesa e popoli indigeni
Massimo De Giuseppe
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 500
Il libro nasce con l'idea di rileggere le complesse relazioni tra Stato e Chiesa nel Messico di inizio '900 attraverso lo specchio della questione indigena. Ne scaturisce un percorso che parte dall'epoca liberale del "porfiriato", attraversa gli eventi rivoluzionari e si concentra sulla fase "ricostruttiva" degli anni Venti, intrecciando storia politica, sociale, culturale e religiosa. In quella stagione di modernizzazione si sviluppò un'azione dirompente da parte dello Stato che arricchì di nuovi elementi, miti e speranze, i progetti di costruzione nazionale e il confronto-scontro tra centro e "periferie". Al contempo la Chiesa cattolica cercò di riorganizzarsi, sia sul fronte sociale che missionario, ridefinendo la propria complessità. Fu in questo periodo di tensioni esterne e rivoluzioni interne, scontri verbali, leggi radicali, esperimenti sociali, scioperi del culto e lotte armate, che si registrò il riemergere della questione indigena, cruciale per gli equilibri (ideali e concreti) della nazione. In questa luce s'è cercato di rileggere fenomeni quali il rilancio missionario, il cattolicesimo sociale, lo zapatismo, le rivolte armate, le "missioni culturali" e le politiche di "defanatizzazione". Chiesa e indigeni erano infatti presenti, nella loro profondissima complessità, su tutti gli scenari verso cui si muoveva l'azione dei governi "rivoluzionari".
Il «partito romano». Politica italiana, Chiesa cattolica e Curia romana da Pio XII a Paolo VI
Andrea Riccardi
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 352
Il "partito romano" ha una storia a cavallo tra la politica italiana, la Chiesa e la Curia romana. Per Alcide De Gasperi si tratta di una lobby ecclesiastica con cui fare i conti per la creazione e la conservazione del sistema politico da lui realizzato. La visione del "partito romano" è fortemente bipolare, critica verso il centrismo e il parlamentarismo degasperiano. In sostanza corrisponde a quella che è la geopolitica di una parte consistente della Curia romana, ben espressa dal card. Ottaviani: lo scontro epocale tra la Chiesa e l'"antichiesa", tra cristianità e comunismo. La storia del "partito romano" è la vicenda dell'opposizione alla politica degasperiana, ma anche dell'antagonismo con Giovanni Battista Montini, Sostituto della Segreteria di Stato con Pio XI e Pio XII e, dal 1954, arcivescovo di Milano, considerato il maggior sostegno in Vaticano del leader democristiano. Questo prelato rappresenta una visione riformista della Chiesa e milita per un rapporto meno conflittuale con il mondo contemporaneo. Non è l'avversario dei "romani" solo da un punto di vista politico, ma lo è principalmente nella vita della Chiesa. La prima edizione di questo volume, apparsa nel 1983, ricostruiva questa vicenda dalla fine della guerra mondiale sino al 1954, anno della morte di De Gasperi e del trasferimento di Montini a Milano.
I gesuiti al tempo di Claudio Acquaviva. Strategie politiche, religiose e culturali tra Cinque e Seicento
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 320
Esistono vari motivi che conferiscono al generalato di Claudio Acquaviva un'importanza particolare. Da qualunque punto di vista lo si osservi - sia da quello della storia della Compagnia di Gesù, che dell'educazione, della scienza, dell'espansione missionaria, dell'arte - questo generalato può essere letto come un momento di compimento. Il periodo che va dal 1581 al 1615 rappresenta il crocevia di un gran numero di linee convergenti: la realizzazione della Ratio Studiorum che riconosce e sostiene l'attività degli ormai più di cento collegi che risultano aperti alla fine del secolo. Il moltiplicarsi delle litterae indipetarum, le lettere di domanda d'invio nelle missioni indirizzate al generale, rispecchia l'ampiezza dell'impegno missionario (con la costituzione della prima missione in Cina nel 1582 e la fondazione, nel 1610, delle prime reducciones del Paraguay), in un'epoca anteriore alla creazione della Congregazione de Propaganda Fide. Se il più che trentennale governo di Acquaviva deve essere considerato - per comune consenso degli studiosi - un punto di svolta irreversibile nella costruzione della moderna identità dell'Ordine ignaziano, attraverso un processo di istituzionalizzazione che era rimasto incompleto nel periodo precedente, allora la necessità di indagare in profondità aspetti diversi e concorrenti connessi con lo sviluppo storico della Compagnia di Gesù diventa cruciale.
Chiesa cattolica e Cina comunista. Dalla rivoluzione del 1949 al Concilio Vaticano II
Elisa Giunipero
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 256
Nel 1949, dall'alto della Porta della Pace celeste (Tian'anmen), Mao Zedong proclamò la nascita della Repubblica popolare cinese: per i cattolici in Cina iniziò un periodo tormentato che giunge fino ad oggi. Attraverso fonti inedite in lingua cinese, francese, inglese, italiana, Chiesa cattolica e Cina comunista ricostruisce per la prima volta in chiave storica le vicende del cattolicesimo cinese dal 1949 al 1962 e dell'atteggiamento del Vaticano verso la Cina negli anni più difficili della guerra fredda. Dopo che i missionari stranieri furono tutti espulsi, vescovi, sacerdoti e fedeli di nazionalità cinese si trovarono sotto un potere politico che imponeva loro l'inserimento in strutture "autonome" da interferenze esterne e sottoposte al controllo del partito. Aderendo al Movimento delle Tre Autonomie, dovevano dare vita ad una Chiesa cinese indipendente, rompendo ogni rapporto con credenti stranieri. Molti si rifiutarono, andando incontro a persecuzioni, violenze, arresti, ma, dopo qualche anno, una parte di quelli che nella prima ora avevano opposto un netto rifiuto alle pressioni del potere politico accettò, almeno apparentemente, di collaborare. Il libro ricostruisce in particolare la nascita e gli sviluppi dell'Associazione patriottica dei cattolici cinesi, un unicum nella storia della Chiesa cattolica contemporanea tuttora al centro dei contrasti tra la Cina e il Vaticano.
Laicità europea. Processi storici, categorie, ambiti
Fulvio De Giorgi
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 232
Cristianità o Europa è il titolo che nel 1799 Novalis diede a una sua opera destinata a grande fortuna. Il rapporto di reciproco rispecchiamento identitario tra Europa e Cristianità era per Novalis tanto un rilievo di fatto sul passato quanto un annunciato e auspicato sviluppo nel futuro. Oggi, la percezione diffusa appare molto diversa e una riproposizione dello schema di Novalis risulta insostenibile. A due secoli di distanza, la sfida intellettuale e spirituale più alta si pone in termini differenti: Laicità o Europa.A partire dalla riflessione sulle categorie teoriche, questo saggio propone un quadro storico-analitico fondato sulla distinzione tra laicizzazione e secolarizzazione. Studia poi le applicazioni - focalizzate soprattutto sul caso italiano - nel senso della formazione alla laicità e della connessa tentazione della religione civile: tanto attraverso l'ambito simbolico quanto attraverso l'ambito scolastico. In conclusione cerca di articolare quello che potrebbe essere il profilo di una laicità europea, come elemento significativo di una ricerca, trasparente e dialogica, della stessa identità europea. Laicità fondata su tre principi irrinunciabili: libertà come libertà di coscienza e libertà di culto religioso; eguaglianza - sul piano del diritto - tra tutte le opzioni spirituali e religiose; fraternità delle diverse comunità religiose tra loro e di ciascuna nei confronti dello Stato.
Breve storia dei Concili. I ventuno Concili ecumenici nel quadro della storia della Chiesa
Hubert Jedin
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2006
pagine: 308
Le feste della Repubblica (25 aprile e 2 giugno)
Daria Gabusi, Liviana Rocchi
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2006
pagine: 560
Ricercatrici in Storia contemporanea presso l'Università cattolica di Brescia, le due autrici ripercorrono la storia delle feste repubblicane del 25 aprile e del 2 giugno, lette come momenti simbolici di educazione alla democrazia. Un libro che diventa ancor più attuale per la ricorrenza del sessantesimo anniversario della nascita della Repubblica.
Giovanni Paolo II. Una transizione incompiuta? Per una storicizzazione del pontificato
Daniele Menozzi
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2006
pagine: 176
L'interpretazione della figura di Giovanni Paolo II ha assunto sulla scena mediatica un carattere fortemente celebrativo, mentre la stessa richiesta di un avvio immediato del processo di canonizzazione rischia di farne circolare un'immagine puramente agiografica. In tal modo si rischia di cancellare l'effettivo apporto che questo pontefice ha dato alla ridefinizione della presenza della chiesa nella società odierna, finendo per oscurare la consapevolezza dei problemi che sono ancora davanti al suo successore. Questo libro intende ricollocare il papato di Wojtyla nella storia del cattolicesimo contemporaneo, allo scopo di enucleare il suo specifico contributo al secolare cammino che la chiesa ha compiuto, dalla radicale contrapposizione ottocentesca con la società moderna fino all'attuale legittimazione di alcuni suoi aspetti, ormai considerati come un portato intrinseco del cristianesimo. Concentrandosi su alcuni rilevanti momenti del suo magistero il volume, senza pretendere una lettura complessiva che solo agli storici del futuro sarà consentita, avanza una ipotesi precisa: l'acquisizione all'interno del cattolicesimo di valori e principi moderni si accompagna ancora a oscillazioni, riserve, precisazioni, limitazioni che affondano la loro radice ultima nella cultura cattolica intransigente mai abbandonata, nonostante l'aggiornamento conciliare, dall'autorità romana.

