Quodlibet: Quodlibet studio. Dietro lo specchio
Un incontro fantastico. Borges e Nolan
Vittoria Martinetto
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 224
È possibile un incontro fra il cinema di Christopher Nolan e i mondi narrativi di Jorge Luis Borges? Evidentemente sì, visto che è quanto sembra accadere in questo libro, anche se si tratta di un incontro puramente fantastico. I due autori, per ovvie ragioni anagrafiche, non si sono mai incrociati, eppure condividono una serie di motivi letterari e filosofici – l’ossessione per il Tempo, l’architettura labirintica degli intrecci, la dialettica sogno-realtà, il tema del Doppio – che hanno suggerito un accostamento, solo apparentemente azzardato, fra i rispettivi linguaggi. Non si tratta di un confronto serrato, bensì di un dialogo a distanza, per definire il quale Martinetto ha mutuato dalla fisica quantistica – che nel libro è spesso chiamata in causa in suggestive similitudini – l’affascinante concetto di entanglement. Borges e Nolan comunicano, illuminandosi a vicenda, attraverso una semplice giustapposizione in cui il lettore è chiamato a fare la sua parte, secondo una poetica dell’opera aperta di cui sia Borges che Nolan sono maestri.
American. Orson Welles, il mito, la letteratura
Gabriele Gimmelli
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 208
«Io sono, sono stato e sempre sarò una sola cosa: un americano»: così dichiarava con orgoglio Charles Foster Kane, il protagonista di Quarto potere. E Orson Welles? In che modo nella sua opera ci ha parlato del proprio essere americano? Nonostante American fosse il titolo previsto inizialmente per il suo folgorante debutto sul grande schermo, Welles è da sempre considerato il più europeo dei cineasti d’Oltreoceano. Sulla scorta degli studi ormai classici di Leslie Fiedler, e passando per Richard Chase e Leo Marx fino a Edward Said, Gabriele Gimmelli ha rivisitato il variegato corpus wellesiano alla luce della tradizione letteraria degli Stati Uniti, impregnata degli umori goticheggianti e melodrammatici del romance, insidiata dagli spettri dell’irrazionale e ossessionata da una mitologica perdita dell’innocenza. Una tradizione che Welles, artista fortemente politico, non esita a utilizzare contro se stessa, denunciandone la falsità. Muovendosi fra titoli celebri e negletti, fra editi e inediti, fra lavori portati a termine e progetti non finiti, questo libro è un invito a rileggere Welles come ultimo classico americano, in bilico fra pathos romantico e distanziamento critico.
Flâneries. Scritti in memoria di Alberto Castoldi
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2024
pagine: 304
Visionario anticipatore di quel dialogo fra i saperi divenuto oggi cruciale per la formazione, Alberto Castoldi (1941-2019) è stato Rettore dell'Università di Bergamo dal 1999 al 2009 e Professore Emerito di Letteratura francese. Castoldi sapeva unire, in maniera rara, lo sguardo lungo sul passato e le nuove sfide del futuro. Dal poliziesco al flâneur, dal collezionismo di rarità alla bibliofilia, dalle regole del gioco alle avanguardie storiche, dalla fotografia spiritica all'informe dell'arte contemporanea, passando per la storia sociale, scientifica e quella dei colori, gli interventi qui presentati raccolgono solo in parte le innumerevoli suggestioni lasciate da Castoldi nei suoi scritti e nel suo insegnamento di francesista fuori dagli schemi. Raccomandava soprattutto la passione per la curiosità, ed è a questo desiderio onnivoro di conoscere e capire che il volume rende omaggio, obbligandoci, come Alberto Castoldi ha insegnato, al confronto con le infinite virtualità dell'immaginario.
Il giardino come macchina delle emozioni. Dall’antichità alla sostenibilità contemporanea
Franca Franchi, Francesca Pagani
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2023
pagine: 282
Vasto affresco sull'immaginario dei giardini nella cultura occidentale, dalle origini sino ai nostri giorni, il volume si concentra in particolare sull'epoca dei Lumi sfidando lo stereotipo che la vorrebbe sotto l'influenza della sola ragione. Sta al Settecento europeo, a partire dal modello inglese, ripensare il rapporto con la natura. In Francia, una vasta e complessa produzione di carattere teorico è all'origine di un vivace dibattito, ideologico ed estetico, che coinvolge tutte le componenti artistiche e culturali del secolo. Il volume disegna il quadro delle principali teorizzazioni (Watelet, Girardin, Ligne, Carmontelle), sottolineando l'elemento aptico che ne è alla base, e indaga l'immaginario caleidoscopico del giardino nella narrativa francese settecentesca. Il giardino diviene allora una macchina delle emozioni volta a interpretare la comparsa di nuove sensibilità che riguardano lo spazio, il tempo e la memoria. In particolare, le realizzazioni di Carmontelle, che introducono un radicale cambiamento di prospettiva, inaugurano una concezione prefilmica dello sguardo che arriva ai nostri giorni. Lo sviluppo del significato storico-culturale, letterario, filosofico e sociale del giardino in relazione al nostro modo di vivere attuale porta a una ricerca che nel mettere in questione l'antropocene/capitalocene, ripensa drasticamente il ruolo dato alla natura negli ultimi decenni. Un appello a una nuova consapevolezza del nostro rapporto con la terra che congiunge diversi ambiti: dalla cultura paesaggistica alla letteratura e all'arte.
Una cineasta delle riserve. Gianni Celati e il cinema
Gabriele Gimmelli
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2021
pagine: 451
Gianni Celati è uno scrittore cinefilo. Dai primi romanzi, ispirati alle slapstick comedies di Buster Keaton e Laurel & Hardy, fino ai saggi dedicati ai registi più amati (Antonioni, Wenders, Fellini), non ha mai smesso di indicare nel cinema un ingrediente fondamentale della propria poetica. Passato dietro la macchina da presa, ha realizzato un pugno di film singolari e inclassificabili, a metà strada tra fiction e non-fiction: fra questi, Strada provinciale delle anime (1991), Case sparse. Visioni di case che crollano (2003), Diol Kadd. Vita, diari e riprese in un villaggio del Senegal (2010). Alternando documenti inediti e testimonianze di amici e collaboratori, ricostruzioni storiche e puntuali analisi dei singoli film, Gabriele Gimmelli ripercorre il rapporto fra Celati e il cinema: la genesi delle opere, i progetti non realizzati, le collaborazioni artistiche e umane con Carlo Gajani, Luigi Ghirri, Giuliano Scabia, Alberto Sironi. Sullo sfondo, costante, la scommessa di una letteratura in grado di superare se stessa, capace di trasformarsi in voce, gesto o immagine. La sfida coraggiosa di uno dei maggiori e al tempo stesso inafferrabili narratori italiani d’oggi.
Luca Maria Patella disvelato
Elio Grazioli
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 144
Artista singolare e inesauribile, Luca Maria Patella sfugge da sempre a ogni definizione: per descriverne l'opera sono state spesso impiegate etichette come «sperimentale» o «interdisciplinare», a indicare il ricorso a tecniche inconsuete (tutte drasticamente reinventate), l'impiego simultaneo di più strumenti e linguaggi, l'intreccio di sapere tecnico-scientifico e scienze umane. Ma queste approssimazioni critiche rivelano spesso più imbarazzo che comprensione. Attivo fin dagli anni '50, Patella ha attraversato da protagonista i decenni seguenti e i vari movimenti che li hanno segnati, dando alla luce forme e immagini anticipatrici entrate nell'immaginario collettivo, dai «mari e cieli firmati» alle «terre animate», dai «muri e alberi parlanti» alle varie sperimentazioni fotografiche e cinematografiche, dagli «ambienti proiettivi animati» ai vasi fisiognomici e molto altro. Questa monografia ricostruisce l'ordine della riflessione teorica d'un artista da riscoprire, e permette di orientarsi nella profondità della sua proposta e della sua ampia opera, all'insegna del motto che Patella ha elevato a proprio, citando dall'amato Diderot: «Io non appartengo a nessuno e appartengo a tutti. C'eravate prima di entrare e ci sarete quando ne sarete usciti».
Epifanie dell'informe
Alberto Castoldi
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2018
pagine: 286
Da sempre l'Informe, come l'«isola che non c'è» assedia il nostro immaginario. Se per sua natura è indefinibile, non comunicabile, dato che possiamo scambiarci solo ciò che ha convenzionalmente una forma, tuttavia nelle modalità più diverse e sorprendenti ci coinvolge, ora seducente e ora minaccioso. Il titolo adottato per questo studio, Epifanie dell'Informe, vuole segnalare l'impossibilità di dare un carattere sistematico ad una indagine su una tematica così vasta ed eterogenea qual è quella che a vario titolo può essere ricondotta sotto l'etichetta dell'Informe. Avvalendosi di uno strumento come l'analogia, che consente un massimo di duttilità, il testo affronta innumerevoli declinazioni dell'epifania dell'Informe, prendendo le mosse dal dibattito innescato nel corso del Novecento da una provocatoria definizione formulata da Georges Bataille, e che oltre a polemiche e commenti ha promosso una riflessione particolarmente stimolante sulle arti e non solo. La sequenza delle "epifanie" consente di passare dalle macchie di Leonardo o di Rorschach, ai "papiers marbrés", alle pieghe del Barocco, al Macabro, alla tradizione dei vampiri, all'inframince e al Nulla, in una ricognizione particolarmente suggestiva.
Una nuova sintassi per il mondo. L'opera letteraria di Emilio Tadini
Giacomo Raccis
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2018
pagine: 166
Celebre pittore, stimato intellettuale e apprezzato divulgatore, Emilio Tadini è stato anche scrittore di grande levatura, continuatore di una tradizione sperimentale che passa per Faulkner, Gadda e Celine. Muovendosi tra diversi generi, ha dato vita a una scrittura eclettica, mimetica rispetto alle diverse forme del pensiero e del linguaggio parlato, e sempre fedele a un unico rovello: restituire la complessità "integrale" dell'umana esperienza del mondo. Utilizzando sonde di volta in volta diverse, Tadini si è confrontato con i principali passaggi culturali del secondo Novecento: dal neorealismo alla nuova avanguardia, dal postmodernismo alla letteratura cannibale. Ha trasformato la sua scrittura, e in particolare quella romanzesca, nel terreno entro cui affrontare questioni teoriche ed espressive senza mai appiattirsi sulle posizioni dominanti; e lo ha fatto dimostrando un'eccezionale coerenza con il lavoro pittorico, riferimento ineludibile per comprendere la sua poetica letteraria. Al lettore di oggi Tadini si presenta come uno scrittore "eccentrico", ma di sicura attualità nel panorama del secondo Novecento italiano.
Visioni in dissolvenza. Immagini e narrazioni delle nuove città
Nunzia Palmieri
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 143
Spazi di relazione e di identità, luoghi di erranza e disorientamento, le nuove città portano i segni delle trasformazioni morfologiche e simboliche che le hanno attraversate nel corso degli ultimi due secoli. Gli spazi urbani contemporanei hanno ampliato i loro confini, che si mostrano sfrangiati e mutevoli come i profili delle nuvole. Le città assumono l'aspetto di corpi discontinui, in cui la molteplicità costituisce il limite dello sguardo, il suo punto di fuga paradossale. Nelle voci più originali della narrativa contemporanea la dissoluzione degli spazi contagia il tessuto stilistico e i movimenti di definizione delle forme: Gadda, Delfini, Pasolini, Calvino, Celati, Testori, Benati colgono in anticipo sui tempi il nucleo simbolico delle trasformazioni subite dalle città. Sotto lo sguardo degli scrittori e dei fotografi le forme armoniche degli antichi centri urbani esplodono in scenari imprevedibili e a loro modo suscitatori di moti d'eccitazione. Una scrittura rarefatta, porosa, attraversata dal vento traccia nuovi punti di orientamento: visioni in dissolvenza danno forma all'immaginario delle nuove città.
Jacques-André Boiffard. Storia di un occhio fotografico
Andrea Zucchinali
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 112
Fotografo eclettico e surrealista della prima ora, Jacques-André Boiffard (1902-1961) è una figura inafferrabile e affascinante, rimasta sinora nella penombra nonostante il ruolo significativo svolto nella storia delle avanguardie. Solo dal 2011, grazie alla collezione che Christian Bouqueret ha donato al Centre Pompidou, è possibile avere una visione d'insieme della sua opera di cui questo volume si propone di tracciare le tappe fondamentali. Dall'apprendistato presso l'atelier di Man Ray alle enigmatiche fotografie di Parigi scattate per "Nadja" di André Breton, dalle perturbanti immagini realizzate per "Documents" sotto la guida di Georges Bataille alle collaborazioni con Man Ray, Jacques Prévert e Lou Tchimoukow, questo libro, che esce in concomitanza con la prima mostra fotografica interamente dedicata a Boiffard dal Centre Pompidou di Parigi, è il primo a fornire, oltre alla biografia, l'analisi di un percorso artistico che si pone come la "storia di un occhio" in grado di interpretare visivamente la complessa esperienza surrealista.