In tutti gli immaginari mitologici, fiabeschi o fantascientifici, i mostri sono l'incontro «sovrannaturale» o «contronatura» tra l'umano e il selvatico e sono perciò controversi, paradossali, irriducibili all'unità, alla coerenza, alla semplificazione. Creature divinatorie, i mostri sono fatti di futuro, sono avvertimenti. Anomalie non prevedibili né uniformabili, appaiono perciò disfunzionali. Eppure sono potentissimi, capaci di scardinare l'assuefazione analgesica alla nostalgia e l'ossessione prestazionale per l'efficienza. Il paesaggio è un mostro quando sa infrangere le partizioni e le tassonomie del controllo, superare l'alterità tra urbano e naturale, sovvertire l'isomorfismo dell'habitat umano, sospenderne le sedazioni etiche ed estetiche e turbare con visioni laicamente prodigiose, oltre le religioni dell'ecologia, del «verde» e della naturazione consensuale.
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Il paesaggio è un mostro. Città selvatiche e nature ibride
Titolo | Il paesaggio è un mostro. Città selvatiche e nature ibride |
Autore | Annalisa Metta |
Argomento | Arti, cinema e spettacolo Architettura |
Collana | Habitus |
Editore | DeriveApprodi |
Formato |
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Pagine | 224 |
Pubblicazione | 02/2022 |
ISBN | 9788865484128 |
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