Borgo Mezzanone è un territorio articolato da continue sovrapposizioni. Tra i tracciati regolari della bonifica fascista degli anni trenta, il borgo storico, i campi coltivati, si trova uno degli insediamenti informali più estesi del paese, sicuramente della puglia. Qui l'intensità della presenza dei migranti pone la questione del rapporto tra ruralità, etnicità, conflitto e azione pubblica. Ciò che sostiene corpi, merci, scambi può sembrare privo di qualche forma di ordine, ma non è mai casuale. Genera costellazioni di situazioni ambientali, ecologiche, economiche e sociali specifiche, non semplici da interpretare. Ripensare a questo territorio con un'attitudine progettuale sfida in modo radicale le competenze che possiamo mettere in campo come ricercatori, urbanisti e progettisti. "Abitare l'opacità" apre una discussione nella forma di un testo che raccoglie riflessioni critiche, discorsi, immagini, testimonianze di una forma radicale dell'abitare contemporaneo. Introduzioni di Cristina Bianchetti e Antonio di Campli.
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Abitare l'opacità. Gli spazi rurali di Borgo Mezzanone
| Titolo | Abitare l'opacità. Gli spazi rurali di Borgo Mezzanone |
| Autore | Camilla Rondot |
| Introduzione | Cristina Bianchetti, Antonio Di Campli |
| Argomento | Arti, cinema e spettacolo Architettura |
| Collana | Alleli/Research, 120 |
| Editore | LetteraVentidue |
| Formato |
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| Pagine | 176 |
| Pubblicazione | 06/2022 |
| ISBN | 9788862427364 |
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