Il viaggio del lettore attraverso la fotografia di Niada prosegue nella quarta sezione, pittogrammi: la pittografia è una forma di scrittura il cui segno grafico rappresenta il fenomeno visto e non quello udito, come invece avviene nelle scritture sillabiche, consonantiche ed alfabetiche. In pratica si tenta di riprodurre l'oggetto e non il suono con il quale è stato "chiamato". Se si disegna un "piede" per indicare il termine "piede", il segno viene definito pittogramma. Se invece si disegna un "piede" per indicare il termine "camminare", allora il segno viene definito ideogramma, dal momento che il significato è un concetto indicato dal codice e non dal disegno. La distinzione tra gli ideogrammi cinesi e i geroglifici dell'antico Egitto è la medesima. Perciò l'autrice ha scelto come titolo un termine tecnico e specifico, per far sì che arrivi al lettore prima la pennellata di colore di ciò che ella ha attraversato e provato sotto la sua pelle durante viaggi concreti, fisici, i quali hanno lasciato un segno indelebile dentro di lei, ma inafferrabile se non tramite empatia.
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Specchi concavi
Titolo | Specchi concavi |
Autore | Emanuela Niada |
Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
Collana | Orizzonti |
Editore | Il Foglio Letterario Edizioni |
Formato |
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Pagine | 140 |
Pubblicazione | 10/2012 |
ISBN | 9788876063848 |
€12,00
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