Presente nelle prime due edizioni di Spirito dell'utopia (1918 e 1923), questo testo, qui per la prima volta in traduzione italiana, fu espunto da Bloch nell'edizione del 1964. Una vicenda editoriale spia della lacerata relazione tra Bloch e l'ebraismo. Un testo che conferisce la funzione di simbolo alla figura dell'ebraismo perché depositaria di uno slancio inesausto verso l'ulteriorità, verso l'"oltre" di un futuro che sempre soltanto si annuncia, e sempre esorbita quanto si è realizzato. Ma anche la vicenda storica degli ebrei sarebbe parimenti simbolica perché ciò che è avvenuto, e ancora avviene, agli ebrei compendia esemplarmente, anticipandolo, quanto diviene sempre più leggibile nella globalità della storia. In tal senso, l'ebraismo configura lo spazio privilegiato nel quale si può cogliere, e per Bloch è stato effettivamente così, l'intuizione della dinamica intrinseca al pensiero utopico. Un pensiero che è un cristallo apocalittico di speranza e disperazione.
- Home
- Il pellicano rosso. Nuova serie
- Gli ebrei, un simbolo. Ebraismo e cristianesimo, messia e apocalisse
Gli ebrei, un simbolo. Ebraismo e cristianesimo, messia e apocalisse
Titolo | Gli ebrei, un simbolo. Ebraismo e cristianesimo, messia e apocalisse |
Autore | Ernst Bloch |
Curatore | G. Bonola |
Collana | Il pellicano rosso. Nuova serie |
Editore | Morcelliana |
Formato |
![]() |
Pagine | 248 |
Pubblicazione | 06/2020 |
ISBN | 9788837233723 |
Libri dello stesso autore
Ateismo nel Cristianesimo. Per la religione dell'Esodo e del Regno. «Chi vede me vede il Padre»
Ernst Bloch
Feltrinelli
€12,50