"Muy querido y distinguido hidalgo editorial señor don Julio Einaudi de Turin y Pinerol, marques de via Blancamano, mas duque que Del Duca, etc. etc.". Nel 1952 Rodari scrisse la prima lettera alla casa editrice Einaudi (con cui avrebbe pubblicato tutti i suoi libri più importanti). Proponeva a Italo Calvino un commento a Pinocchio, il cui "segreto formale" è la "fusione perfetta di realtà e fantasia". Si rivolgeva ai suoi interlocutori come se fossero suoi giovani lettori o come se fossero temibili e sovrumane autorità. Riferendosi a Giulio Einaudi lo chiamava "sire", "eccellenza", "monsignore", "sua eminenza", e si proponeva come fedele seguace e a volte, buffonescamente, come scherano e spia editoriale. Così anche l'epistolario con cui discuteva titoli, avanzava nuovi progetti e richiedeva un'impossibile puntualità nei pagamenti è un altro, tipico, libro rodariano: una prammatica della fantasia, uno scherzo continuato, un'arietta allegra zufolata con svagatezza. Nelle fantasie di Rodari, il favoloso non è un altro mondo ma una piega inedita del quotidiano, e così accade anche in queste lettere. (Dall'Introduzione di Stefano Bartezzaghi)
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Lettere a don Julio Einaudi, Hidalgo editorial e ad altri queridos amigos
Titolo | Lettere a don Julio Einaudi, Hidalgo editorial e ad altri queridos amigos |
Autore | Gianni Rodari |
Curatore | S. Bartezzaghi |
Argomento | Poesia e studi letterari Saggistica |
Collana | Einaudi tascabili. Pop, 1500 |
Editore | Einaudi |
Formato |
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Pagine | XV-126 |
Pubblicazione | 02/2008 |
ISBN | 9788806191498 |
€10,50