Nella poesia di Gino Rago è rinvenibile una magistrale sicurezza di andamento processuale, una autentica novità per la poesia italiana. Il segreto di questa procedura risiede nello stile gnomico-colloquiale: un mix di parlato e colloquialità nello stile di una missiva indirizzata ad un interlocutore reale o non-reale mixato con dei linguaggi da bugiardino, un mix di didascalie cliniche, di prodotti commerciali, quasi dei referti medici in stile gnomico, un compositum che utilizza un linguaggio giornalistico leggero che confligge con lo stile gnomico e aforistico. Il risultato è uno stile da Commedia che impiega il piano medio alto e quello medio basso dei linguaggi, con gli addendi finali di continui attriti semantici e iconici, dissimmetrie, dissonanze, disformismi, disparallelismi… il principium individuationis è fornito dalla peritropè (capovolgimento) di un attante nell’altro, di una «situazione» in un’altra, di un luogo in un altro.Il libro è diviso in cinque sezioni, ciascuna delle quali è composta con un movimento e una tonalità diverse dalle altre, ogni sezione è composta da una lessicalità individuale. (Dalla prefazione di Giorgio Linguaglossa)
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I platani sul Tevere diventano betulle
Titolo | I platani sul Tevere diventano betulle |
Autore | Gino Rago |
Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
Collana | Il dado e la clessidra |
Editore | Progetto Cultura |
Formato |
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Pagine | 176 |
Pubblicazione | 03/2020 |
ISBN | 9788833561585 |
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