Narratore e drammaturgo tra i più rappresentati al mondo, Jon Fosse in più occasioni ha affermato che la poesia è il fondamento di tutto ciò che scrive. Essenzialmente poeta, dunque, e autore di una vasta opera che condivide una lingua poetica fatta di ritmo, musica, pause, confronto con il silenzio: “In poesia e in prosa ho cercato di scrivere ciò che solitamente – nel linguaggio parlato comune – non può essere espresso a parole” (dal discorso tenuto da Fosse in occasione del conferimento del Premio Nobel). La scrittura di Fosse è preghiera, ascolto di qualcosa che proviene da posti misteriosi e non meglio identificati. I suoi testi poetici, composti in una lingua scarna ed essenziale, in cui i piani temporali si sovrappongono, e passato e presente coesistono, sono colmi di riferimenti religiosi e hanno un ritmo che riproduce quello dell’acqua, delle onde. Tra i suoi temi più frequenti, la morte e la religione ed è costante la presenza dei luoghi e dei paesaggi geografici e culturali, a cominciare dalla lingua utilizzata, della costa occidentale della Norvegia: i fiordi, la rimessa delle barche, il fienile, il vento e, su tutto, la luce, che proviene da fonti innumerevoli, dal buio, da una barca, “e che attraversa i giorni e le notti/ come un cane/ che si fa strada annusando/ è lì che siamo noi/ e che esistiamo”.
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Ascolterò gli angeli arrivare. Testo originale a fronte
Titolo | Ascolterò gli angeli arrivare. Testo originale a fronte |
Autore | Jon Fosse |
Traduttore | Andrea Romanzi |
Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
Collana | Poesia |
Editore | Crocetti |
Formato |
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Pagine | 216 |
Pubblicazione | 06/2024 |
ISBN | 9788883064333 |
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