All'incrocio tra l'opzione “post-rurale”, da tempo dichiarata, e il suo “Vegetalesimo”, intensamente frequentato e teorizzato, il poeta de "La parola l'ulivo (1965 1975)" chiude il cerchio con un originale monologo che ha per protagonista uno dei suoi totem onnipresenti, l'ulivo, portabandiera della sua visione del mondo e stemma di una poetica coerentemente praticata in oltre mezzo secolo di produzione creativa. Il “grande ritorno” è servito, grazie all'ibridazione linguistica e al meticciato espressivo praticati – per ragioni non folcloristiche ma antropologiche – da un autore che ama definirsi “madrelingua dialettale” e che ha guadagnato da tempo una «terza lingua» (Pegorari) fatta di scrittura e oralità. Al discorso, ben evidenziato dalla postfazione di Achille Chillà, aderisce pienamente il commento iconografico di Giuseppe Di Palma, realizzato mediante un'attenta e scarnificante utilizzazione del bianco/nero.
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La parola all'ulivo
| Titolo | La parola all'ulivo |
| Autore | Lino Angiuli |
| Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
| Collana | Lebellepagine |
| Editore | Edizioni di Pagina |
| Formato |
|
| Pagine | 144 |
| Pubblicazione | 03/2025 |
| ISBN | 9791256090815 |
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