Un cuore che stenta, sangue, un polmone senza ossigeno, un ospedale di notte, un teatro di provincia, l'eco d'un decesso, un viaggio, dei confini, poesia, un pizzico di religione e a tratti venature grottesche. A una prima occhiata "L'apologia della sofferenza" ha tutte le carte in regola per configurarsi come un romanzo da hit parade, come un giallo denso di mistero, o come una dichiarazione d'amore. Quello che sappiamo di certo è che alla fiera dell'Est venne comprato un topo dal padre di qualcuno, che ovviamente quel topo fece una brutta fine, ma a quanto pare non fu l'unico, e che lassù da qualche parte, e in maniera democratica a seconda della giurisdizione, qualcuno esiste, vede, provvede, e alle volte piange pure, senza nessuno gli abbia mai consigliato di andare in psicoanalisi. Già, pensandoci, che colpa ne ha lui se non siamo capaci a comunicare, se per salvarci la vita abbiamo spesso bisogno di uccidere un altro uomo, e se il jazz, in fondo, rimarrà sempre incompleto.
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L'apologia della sofferenza
| Titolo | L'apologia della sofferenza |
| Autore | Marcello Canepa |
| Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
| Collana | Nuove voci. Le cose |
| Editore | Gruppo Albatros Il Filo |
| Formato |
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| Pagine | 262 |
| Pubblicazione | 05/2019 |
| ISBN | 9788856799125 |
€12,00
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