Dalla Fabula di Poliziano all'Aminta di Tasso il teatro del Rinascimento ha proiettato fuori dalle corti e dalle città l'utopia di una felicità primitiva. Ma il primo scenario pastorale si chiude con la tragedia di Orfeo e Euridice, sempre compianta ma anche censurata. A questo sacrificio Borsellino restituisce il suo significato autentico, 'scandaloso' e perciò rimosso; alla numinosità di Pan restituisce il suo potere vitale, pervasivo e anche inquietante. Da una pulsione panica nasce l'Eden contadino di Ruzzante, ma anche l'erotismo dell'Aminta con la sua legge - S'ei piace, ei lice - prima moralizzata poi adottata da un libertinismo propagandato e praticato. Sono molti i 'paesaggi dell'utopia' pastorale e rurale. Quello evocato da Tasso è audace e malinconico: commemora la fine di un'illusione. Eppure ancora ispira nostalgie di paradisi perduti.
- Home
- Nuovo Medioevo
- Paradisi perduti. Paesaggi rinascimentali dell'utopia
Paradisi perduti. Paesaggi rinascimentali dell'utopia
| Titolo | Paradisi perduti. Paesaggi rinascimentali dell'utopia |
| Autore | Nino Borsellino |
| Collana | Nuovo Medioevo, 80 |
| Editore | Liguori |
| Formato |
|
| Pagine | 75 |
| Pubblicazione | 01/2009 |
| ISBN | 9788820744489 |
Libri dello stesso autore
Sei personaggi in cerca d'autore-Ciascuno a suo modo-Questa sera si recita a soggetto
Luigi Pirandello
Garzanti
€11,00
Maschere nude: Pensaci, Giacomino!-Il berretto a sonagli. Testo siciliano a fronte
Luigi Pirandello
Garzanti
€9,00

