Questa raccolta di Piero Buscioni, suddivisa in sei articolate sezioni precedute da un significativo prologo, si configura come un lavoro atipico nel panorama poetico attuale. È evidente infatti una continua tensione espressiva, una pressoché unanime adesione ai differenti aspetti di una realtà sempre più complessa e difficile da classificare, derivante forse dalla sua passione per l'aforisma. È come se si volesse inventariare il mondo attraverso l'esercizio della scrittura che acquista, di volta in volta, suggestioni desuete, recuperando sì la dimensione classica dell'elegia e dell'epigramma, ma contestualizzandola al nostro caleidoscopico «cuore di dolore». Così l'atto stesso di esistere è considerato alla stregua di un miracolo, come traspare da un toccante testo dedicato alla madre scomparsa: «a dispiegata voce dire al mondo / che non per caso siamo qui / ma per miracolo». Al poeta non resta che registrare l'incanto di un'apparizione femminile, farsi cronista di quotidiane incandescenze e idiosincrasie, spogliarsi degli inutili orpelli. Già dal titolo della raccolta, La pena e lo splendore, con quella chiara ascendenza ossimorica, Buscioni si rapporta in punta di penna alle più svariate, svagate «occasioni». Con «pura voce che disarma e tace», avvalendosi di un elegante endecasillabo che non disdegna il ricorso a termini aulici e a una musicalità franta, l'autore ci conduce per mano ad investigare il «nero grumo di splendore / dentro il nostro male». (p.d.p.)
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La pena e lo splendore
Titolo | La pena e lo splendore |
Autore | Piero Buscioni |
Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
Collana | Gli insetti, 27 |
Editore | MC |
Formato |
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Pagine | 94 |
Pubblicazione | 10/2024 |
ISBN | 9788831369466 |
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