Tra il 500 e il 1100 la scultura tridimensionale non fu prodotta nei territori dell’ex Impero romano. Roma era la città con la più grande collezione di statue e, sebbene i suoi abitanti non sentissero il desiderio di creare nuove sculture durante l’Alto Medioevo, continuarono a vivere accanto a un 'populus copiosissimus statuarum, greges etiam abundantissimi equorum', che secondo Cassiodoro era quasi uguale a quello creato dalla natura. Questo libro documenta tale popolo parallelo di bronzo e di pietra nell’epoca in cui la produzione scultorea era sospesa. Quantifica le statue sopravvissute e indaga il contesto e le circostanze della loro esposizione, del loro riutilizzo o della scomparsa. Il tema di fondo è l’impatto dell’arte antica sull’immaginario medievale. Ogni giorno a contatto con le reliquie di una cultura perduta, i Romani medievali reagirono alle statue alternativamente con ammirazione, incomprensione, indifferenza, meraviglia, e orrore.
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Statues after the end of sculpture
| Titolo | Statues after the end of sculpture |
| Autore | Robert Coates-Stephens |
| Argomento | Arti, cinema e spettacolo Storia dell'arte: stili artistici |
| Editore | De Luca Editori d'Arte |
| Formato |
|
| Lingua | inglese |
| Pagine | 496 |
| Pubblicazione | 10/2025 |
| ISBN | 9788865576496 |
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